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Il giudice salva i rom


Niente espulsione. Grazie ai movimenti
Comune contro La giunta di centrosinistra contraria all'accoglienza per i 36 immigrati. La battaglia di associazioni e centri sociali
1 aprile 2005
TOMMASO TINTORI
Fonte: www.il.manifesto.it - 31 marzo 2005


PISA
La scorsa settimana va a fuoco un capannone a Putignano, in provincia di Pisa, nel quale vivevano 36 migranti rom di origine rumena. I migranti, che pagavano un salato affitto al nero al proprietario, ricevono l'immediata solidarietà di varie associazioni pisane (Africa Insieme, Newroz, Rebeldía, San Lorenzo) e di Rifondazione. Non quella della locale amministrazione, il cui consiglio comunale, con i voti di tutte le forze politiche meno il Prc, vota per la non inclusione dei 36 rumeni nel progetto "Le Città sottili", il piano del comune di Pisa in favore dei rom. «Il progetto - ha spiegato il sindaco Paolo Fontanelli (Ds) - è volto ad una politica di reale integrazione e non di semplice emergenza. E se non funziona un'operazione di filtro, salterà l'equilibrio raggiunto col conseguente rischio di fallimento del progetto». Poi, dopo aver ritenuto necessario richiamare il ministero degli Interni «a un'azione più efficace al fine di evitare l'aumento delle presenze rom sul territorio pisano», il primo cittadino pisano ha aggiunto che «forzature come questa mettono in crisi l'accoglienza perché sono ricatti fatti sul disagio». Per gli esponenti delle associazioni, invece, «un'amministrazione che promuove un progetto importante come "Le città sottili" dovrebbe saper gestire anche queste situazioni di emergenza».

Data la presenza di minori in molti dei nuclei familiari interessati, uno dei primi passi delle associazioni è stato quello di inoltrare al Tribunale dei minori di Firenze la richiesta di permesso di soggiorno sulla base delle disposizioni previste dall'articolo 31 della Bossi-Fini. Nel frattempo, grazie anche alle pressioni delle varie associazioni, l'amministrazione aveva trovato un posto per una settimana ai 36 migranti. Ieri, alla scadenza dei sette giorni, ha avuto luogo il processo presso il giudice di pace, incaricato di decidere sulla loro permanenza in Italia o il rimpatrio immediato. Ebbene, il giudice ha ritenuto illegittimo qualsiasi provvedimento di espulsione nei loro confronti. Al di là di un vizio di carattere formale che ha di fatto invalidato l'ordine di allontanamento firmato dal questore di Pisa (il documento non era stato datato), il giudice ha congelato qualsiasi azione in attesa della decisione del Tribunale dei minori. Non solo: ha reso noto che i servizi sociali dell'amministrazione comunale erano già a conoscenza della presenza dei 36 migranti rumeni e che mai era stata avviata una procedura di tutela nei confronti dei minori.

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