Sono tutti criminali, parola di ministro
"Metà dei crimini sono commessi da extra-comunitari".
Questo, con poche sfumature, in sostanza il titolo fotocopia (e già questo dovrebbe farci riflettere sulla stampa italiana) che ieri mattina campeggiava su molti quotidiani nazionali. Citando le parole del Ministro dell'Interno alla festa della Polizia, veniva lanciato l'allarme sui "clandestini extra-comunitari" che vengono in Italia solo per "rubare e uccidere, struprare le nostre donne e violentarci". Sono parole di un anno fa di un Ministro italiano rilasciate ad un importante telegiornale nazionale. Allora ci fu il silenzio, nessuno alzò la voce per contestare quelle affermazioni. E un anno dopo lo spirito di quelle parole campeggia sui giornali. Già solo il parlare di "nostre donne" ( come se l'uomo avesse diritti di proprietà su moglie, figlie e fidanzate ) rende l'idea di quale sia la "cultura" che anima chi pronuncia quelle parole.
Venerdì mattina il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu stava presenziando alla festa della Polizia. Durante il suo intervento ha sostenuto che "in alcune regioni metà dei reati è commesso da clandestini extra-comunitari", portando a supporto alcune cifre. 611000 i reati commessi in Italia, 171811 quelli commessi da extracomunitari clandestini. Dati e affermazioni di una generità assoluta, ma che bastano ai giornali italiani per lanciare l'ennesima campagna d'odio contro i migranti, sempre più criminalizzati e messi all'indice.
Dopo due giorni, a mente serena e lucida, proviamo ad analizzare le sue parole.
"In alcune regioni", quali di grazia?? In alcune regioni può significare tanto. Possono essere due, sei, sedici o tutte. Ma questo non ci è dato saperlo.
"metà dei reati". Prendiamo le cifre fornite dallo stesso ministro. 611000 totale e 171811 quelli commessi da "clandestini". Calcolatrice alla mano anche un ragazzino delle elementari può verificare che la percentuale è del 28,12. Quindi molto più basso della percentuale fornita da Pisanu. Ovviamente però queste sono le cifre nazionali, in alcune regioni invece sono molto diversi .... ma non abbiamo la possibilità di verificare. Questo è e basta, parola di ministro ...
Ma il ministro si è "dimenticato" per strada anche un'altra spiegazione: quali reati? Parlare di reati può significare tantissimo. Perché quando si parla di crimine la nostra mente va sempre a omicidi e reati della stessa gravità. E ci sbagliamo. Perché la parola reato abbraccia anche tantissime altre categorie: dalla vendita di cd copiati(e sappiamo benissimo quanti migranti lo fanno) alla rissa, dai reati amministrativi a piccoli furti. Quindi anche qui la genericità delle affermazioni riesce a mostrare una realtà molto diversa da quella che è. In pratica quei 171811 reati sono composti persino delle multe per divieto di sosta! Il ministro poi dimentica la realtà dei centri di permanenza temporanea. Ormai acclarati come lager per migranti da tantissime organizzazioni, dal Parlamento Europeo ad Amnesty International. E qui è facilissimo che un migrante recluso possa tentare di fuggire o di protestare contro le disumane condizioni. Viene preso, picchiato e denunciato. E' un reato!
"è commesso da extra-comunitari clandestini". Qua chiunque abbia avuto a che fare con l'efficiente macchina burocratica italiana non può che avere un sorriso amaro. Sappiamo tutti quale sia il grado di caos che regna nella pubblica amministrazione italiana. Eppure l'affermazione è perentoria, puntuale. Espressa con una sicurezza proverbiale. Sembra proprio che in questo caso l'elefantiaca burocrazia italiana abbia acquisito una efficienza pazzesca. Peccato che, come ricordava Salvatore Palidda, sociologo esperto di polizie che da anni lavora sui temi della sicurezza urbana, sul Manifesto di ieri "Innanzitutto devono dimostrare che delinquono soprattutto gli immigrati cosiddetti clandestini. Io dico che non è vero, semplicemente perché nessuno ha ancora dimostrato se le persone transitate in carcere abbiano mai avuto o meno il permesso di soggiorno. Dati incrociati oggettivi non ce ne sono, semplicemente perché da noi gli uffici statistici non funzionano." Smontando quindi definitivamente l'uguaglianza extra-comunitario=clandestino.
Con poche parole generiche quando imprecise si è riusciti ancora una volta a criminalizzare migliaia di persone. Persone che vivono in condizioni di emarginazione, reclusi e ghettizzati, a cui vengono negati i più elementari diritti umani. Nel silenzio più totale.
Ma tanto chi vuoi che controlli?? A chi vuoi che interessi la sorte dei clandestini?? A noi danno fastidio ( mentre chissà perché non ci danno fastidio i bei vestiti costosi e di marca che vengono prodotti nei loro Paesi in condizioni disumane! ) e "li vogliamo fuori dalle palle"( anche queste dichiarazioni di un illustrissimo eurodeputato italiano ... ). Questo è l'importante ...
Invece qua si sbagliano lor signori. Perché invece a qualcuno interessa, eccome. Qualcuno che non si è dimenticato che i migranti sono persone, uomini e donne come noi, c'è. Ci sono eccome, e non stanno in silenzio. Stefano Mencherini, giornalista free-lance ( il cui sito è http://www.stefanomencherini.org ), è uno di questi. Qualche anno fa Stefano realizzò un documentario sulla condizione dei migranti nel centro di permanenza temporanea "Regina Pacis". Questo documentario è da anni vittima di una censura totale da parte dei media. Nessuna televisione l'ha mai trasmesso, nessun quotidiano nazionale lo ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica.
Ma lì dove si fermano i grandi media tradizionali, si attivano i circuiti informali di solidarietà e attivismo sociale. In questi anni tantissime associazioni, circoli hanno trasmesso il documentario di Stefano. Facendolo conoscere e cercando di attivare la coscienza civile sui diritti negati e violati dei migranti. Ma tutto questo non poteva che dare fastidio.
Come ha denunciato lui stesso, ieri sera "Mare Nostrum" doveva essere proiettato in un cinema di Malo, in provincia di Vicenza. Ma la proiezione ''e' stata annullata e spostata in data e luogo da destinarsi perchè l'associazione che la organizzava ha avuto dei problemi con l'amministrazione leghista''( notizia ANSA di ieri ). Ennesimo atto di censura da parte di chi vuole zittire la voce delle denunce dell'indegnità della Bossi-Fini e dei Centri di Permanenza Temporanea.
Sempre più la situazione appare nella sua gravità. Come auspica Stefano Mencherini, il servizio pubblico deve togliere "la camicia di forza a Mare nostrum, lo trasmetta integralmente e dibatta con i politici di ogni colore su ciò che sta accadendo". Tutto questo ovviamente fermerebbe anche la campagna di criminalizzazione e repressione nei confronti dei migranti in atto nel nostro Paese da diversi anni. Occorre quindi che le coscienze democratiche, civili e civiche, sociali e solidali si attivino e facciano pressione perché la censura su "Mare Nostrum" possa presto cessare. E continuare la denuncia contro i diritti negati e violati.
Il lavoro di Stefano di questi anni è raccolto sul suo sito, http://www.stefanomencherini.org , dove è possibile contattarlo e avere maggiori informazioni su "Mare Nostrum" e sulle sue coraggiose denunce.
http://www.stefanomencherini.org/it/cine/in/01.1.htm
L'ultimo episodio di censura del film: http://www.articolo21.info/notizia.php?id=2003
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