Se la censura si stringe, la protesta si allarga. Storia di una battaglia quasi vinta
Con l’unico mezzo di comunicazione e d’espressione che mi rimane rivendico quei diritti-doveri che ogni cittadino dovrebbe difendere, e chiedo un incontro urgente con il presidente Ciampi, custode della nostra Costituzione.
http://www.stefanomencherini.org - 25 giugno 2005
Alle 02,10 circa della notte di venerdì 24 giugno 2005 si è consumata una infamia, oltre che una grave omissione in termini di libertà di stampa. Mi è stata persino rifiutata dall’Ansa, la più grande e “autorevole” agenzia di stampa del Paese, emanazione e/o consorzio di tutti gli editori italiani, una nota battuta ai dimafoni durante il mio diciottesimo giorno di digiuno e secondo di sciopero della sete per la libertà di informazione e la tutela dei diritti umani e civili degli immigrati.
Così in queste settimane nessuna testata di carta stampata o televisiva, ha dato notizia dei contenuti della mia protesta, tranne alcune rarissime eccezioni. Cosa che trovo inaccettabile in ogni senso.
Approfitto allora così, con l’unico mezzo di comunicazione e d’espressione che mi rimane, per ringraziare tutti coloro che hanno aderito allo sciopero della fame a oltranza e a staffetta per rivendicare quei diritti-doveri che ogni cittadino dovrebbe difendere, e per chiedere un incontro urgente con il presidente Ciampi, custode della nostra Costituzione.
s.m.
sabato 25 giugno 2005
Alla luce di ciò che leggete, sarebbe stato inutile continuare con una protesta portata avanti individualmente, in apparenza, almeno secondo i più disattenti. Il muro di gomma delle censure preventive (come le guerre di Bush e le nuove leggi razziali di Berlusconi), la valanga di ipocrisie dei “colleghi”, gli imbarazzi, i telefoni sbattuti in faccia, gli scherni e le volgarità, anche da persone a me vicine, mi rammaricano ma non smuovono di un centimetro gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Ecco che allora nasce per la prima volta in Italia (questa campagna totalmente oscurata dai media di casa nostra, ha paradossalmente molti primati) una “catena” di solidarietà larga e senza doppi fini se non quello di tenere sulla graticola il più possibile i nostri politicanti, sostenere la battaglia del Presidente della Puglia Nichi Vendola e gli altri “Governatori dei diritti umani” contro i Cpt, le Guantanamo italiane, e forzare con la determinazione della nonviolenza i pit-bull e i lacchè dell’informazione nazionale, insistendo come abbonati al servizio pubblico televisivo della Rai per la messa in onda di “Mare Nostrum” che nelle prossime settimane sarà in edicola con un grande settimanale. Non ultimo, anzi, direi in testa alle priorità della protesta, l’incontro richiesto a più voci con il presidente Ciampi e l’appello al pontefice Ratzinger ad esprimersi come fece il suo grande predecessore polacco sulla disumanità dei Cpt.
Nel frattempo, se i media italiani fanno scudo, quelli esteri dimostrano, se ce ne fosse stato bisogno, di essere più liberi, e si apprestano a scrivere ciò che hanno oscurato i colleghi italiani. In questi giorni ho avuto contatti con Le Monde, El Mundo, Tiempo semanal, Philadelphia Inquirer e Cbs news. E continuano le proiezioni del film-inchiesta in tutta Italia. Questa sera a Campi Salentina, alle 21 (organizzazione di Rifondazione provincia di Lecce); il 30 giugno a Milano (org. Ya Basta); il 2 luglio a Lecce; il 4 luglio all’Università di Pisa; il 14 luglio all’Universita La Sapienza (Scienze della comunicazione).
Un ringraziamento particolare per il lavoro svolto e per la solidarietà umana e professionale, va a Alessio di PeaceLink e Milena di MeltingPot, invitando chiunque a sottoscrivere l’appello per la Rai e Mare Nostrum che continua sui due siti internet.
http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_11787.html
Per aderire all'appello:
http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_11214.html
Per info su Mare Nostrum e sulle censure subite: http://www.stefanomencherini.org
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