Caserta: Siamo tutti immigrati
La precarizzazione dei redditi da lavoro, attuata dai governi che si sono succeduti al potere nell’ultima dozzina di anni, ha peggiorato le condizioni di vita della gente.
Sempre più persone, immigrati e non, sono costrette a lavorare alle condizioni di chi detiene i mezzi di produzione con stipendi che, nel migliore dei casi arrivano a 600 euro.
Nella Provincia di Caserta sono molto diffusi: lavoro grigio (busta paga di 1200 ma nelle tasche del lavoratore finisce neanche la metà),lavoro nero e lavori precari in generale. Negli ultimi anni molti emigranti meridionali, per la maggior parte giovani, sono tornati dal Nord Italia diventando veri ‘clandestini’ a casa. La precarizzazione dei redditi ha reso il costo della vita insopportabile al Nord e molti emigranti meridionali di ritorno a casa restano volutamente senza residenza, per risparmiare sulle tariffe come i rifiuti, acqua…e lavorando con un salario che consente appena di mangiare. Sempre più persone vivono come gli immigrati con i loro stessi problemi e con pochi diritti.
Per questo non possiamo restare indifferenti all’ondata di repressione che negli ultimi tempi si sta verificando nella provincia di Caserta. Da una nota stampa del movimento dei migranti di Caserta si apprende che dal mese di agosto si sono registrate perquisizioni ripetute, soprattutto nelle case dei senegalesi di San Nicola La Strada; perquisizioni che vengono effettuate a tutte le ore del giorno dalla mattina alle 5 alla sera alle 10. Gli immigrati vengono portati in Questura, dove vengono trattenuti per ore talvolta dalla mattina fino alla sera o dalla sera fino al mattino successivo. Si tratta di controlli effettuati nelle case o nei Phone Center, senza che vi sia stato alcun episodio particolare, tale da richiamare l’intervento delle forze dell’ordine e probabilmente giustificati soltanto come misure di prevenzione anti-terrorismo.
Dal un documento del Movimento Migranti e rifugiati di Caserta: “L’ultimo episodio risale al 5 ottobre, era il primo giorno di Ramadan (il mese sacro dei musulmani) quando un ragazzo senegalese, già portato in Questura per controlli un mese fa in seguito ad un controllo mentre era in un Phone Center per telefonare la sua famiglia, è stato di nuovo portato nella tarda serata in Questura, trattenuto per l’intera notte e rilasciato solo in tarda mattinata.
Il motivo di questo controllo? “Nessuno in particolare”, dicono in Questura, “normale controllo di documenti!” Ci chiediamo “cosa sta succedendo in questa Provincia”? Cosa significa questo accanimento nei confronti di onesti lavoratori? Da dove arrivano queste decisioni? Non è possibile che le forze dell’ordine facciano incursioni indiscriminate nelle case, nelle campagne (in particolare tra Maddaloni e Cancello) o nei luoghi dove i migranti normalmente si ritrovano!” Il documento si conclude chiedendo in particolare se sono decisioni del Questore, del Prefetto o del Comitato Provinciale per l’ordine Pubblico e la sicurezza e rivolge un appello a tutti i componenti a partire dal Prefetto, al Questore, al Presidente della Provincia De Franciscis, a tutti i Sindaci democratici della Provincia di Caserta, per convocare il Comitato e rivalutare le decisioni eventualmente prese nel senso della repressione e dell’accanimento dei fratelli onesti lavoratori. Infine viene convocata una grande manifestazione a Caserta il giorno 29 ottobre dove tutto il movimento dei migranti si dice disposto a restare in piazza ad oltranza nel caso in cui le richieste non dovessero essere accolte. Le adesioni fin’ora registrate Movimento Migranti e rifugiati di Caserta, Centro Sociale Autogestito Ex-Canapificio, Padri Sacramentini di Caserta, Cidis Onlus, Ass.ne per il Commercio Equo e Solidale “Ingrid Nogueira”, Suore Orsoline di Casa Rut, Centro Pastorale Giovanile, Ta.Co.Ci.Su. (tavola per lo sviluppo umano e la convivenza civile), NEROENONSOLO!, AGESCI zona Caserta, Tenda per la Pace, C.S.A. “Spartaco”.
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