APPELLO: Decreto Pisanu - Diritto di Stato o Stato di diritto? (Esempio: un imam di Torino)
DECRETO PISANU – DIRITTO DI STATO O STATO DI DIRITTO?
(esempio: un imam di Torino)
Vent’anni fa Bouriqi Bouchta arrivò a Torino, dal Marocco. Lasciò la sua famiglia paterna, fratelli e sorelle, laureati ed economicamente sistemati. Solo lui decise di tentare l’avventura in Italia. Così divenne extracomunitario. Come tutti gli altri fece la “regolare” gavetta. Poi riuscì a mettersi in proprio aprendo una macelleria. Si sposò. Ha 4 figli. Il maggiore tredicenne è cittadino italiano, perché nacque nell’anno in cui Martelli diede questo privilegio.Ottenne la carta di soggiorno – un permesso a tempo indeterminato a chi vive in Italia da anni e dimostra di essere inserito - Quando arrivò si rese conto che i suoi conterranei immigrati si sentivano spaesati. Come non capire uomini e donne di civiltà e culture diverse, in un’Italia del nord degli anni 80? Bouchta prese a cuore il disagio. Fu così che diede ai suoi “fratelli” ciò che a loro, in questa nuova terra ospitante, mancava: il “DNA spirituale”.Bouchta ci credeva. Molti si affidarono a lui e divenne un imam. Una guida spirituale. Nulla più. Ciò avviene per una sorta di “acclamazione” e deriva dall’affluenza di coloro che lo scelgono.Molti per questo devono un grazie a Bouchta. All’alba del 2000 i media cominciarono ad entrare nel merito.Per Torino, l’imam era Bouchta. La “fretta”e il “bisogno” di trovare un’analogia con una “religiosità” cristiana travisarono i fatti, portando la figura di Bouchta in una dimensione non corretta. Collaborò con le Forze dell’Ordine per debellare la delinquenza abituale di Porta Palazzo. Le sue idee sono sempre state veramente severe con chi violava le leggi. Il corano lo insegna. Nello stesso tempo cercava di rilevare, sempre nel rispetto delle italiane leggi, i diritti dei musulmani. L’11 settembre sconvolse, terrorizzò, mutò la “natura” delle anime e delle menti. Poiché Torino aveva il suo proclamato “mediatico” imam, fu facile entrare nel merito terroristico.Da allora, tra alti e bassi, Bouchta, volente (come condannare chi si sente “protagonista” di un effimero potere mediatico?) o nolente, fu usato come il deus ex machina dello scontro di civiltà. Tra i motivi della sua notorietà ricordiamo: con il placet di Berlusconi fece una marcia di pace in Iraq, partecipò per la liberazione dei primi ostaggi italiani, fu in prima fila per onorare i caduti di Nassirya.
Alle 4 del mattino del 6 settembre 2005, suonarono alla sua porta. In una manciata di minuti lo portarono via.Gli Agenti delle Forze dell’Ordine gli dissero che doveva seguirli per una notifica. Lasciò alla famiglia i 50 euro che aveva in tasca. Gli ultimi sguardi rivolti a una moglie, malata, e 3 figli terrorizzati. Solo in tarda serata la sua famiglia, fino ad allora ignara, capì che l’avevano espulso. Nei confronti di Bouchta era stato adottato dal Ministro Pisanu il decreto d’espulsione per “motivi di ordine pubblico e sicurezza nazionale”. Il decreto prevede che l’espulso sia immediatamente accompagnato coattivamente nel Paese d’origine, senza che il provvedimento sia convalidato dall’Autorità Giudiziaria.Ha solo il diritto di proporre opposizione, dal suo Paese, al T.A.R. Lazio, ma non può chiedere la sospensione del provvedimento (misura cautelare prevista in via generale dall’ordinamento).Per due anni il ricorso non può essere deciso. Il Governo Italiano può a tempo indefinito opporre il “segreto di Stato” non consentendo al T.A.R. di entrare nel merito dei motivi dell’espulsione. Nella motivazione del provvedimento si legge che Bouchta avrebbe “un consolidato circuito relazionale con elementi di primo piano di integralismo islamico presente in Italia”. Che avrebbe “svolto intensa attività di proselitismo su posizioni radicali”. In conclusione che avrebbe “tenuto condotta, che nell’attuale contesto del terrorismo di matrice islamica, è motivo di grave turbamento per l’Ordine Pubblico e per la sicurezza nazionale” Paradossalmente sono proprio questi termini che escludono che Bouchta sia un terrorista. Se così fosse sarebbe stato sottoposto a procedimento penale, ciò che non è avvenuto. Bouchta è solo un individuo che conosce –conoscerebbe- degli integralisti islamici (si badi bene: integralisti, non terroristi) che ha –avrebbe- propagandato la sua fede con posizioni radicali (come la Fallaci, non espulsa, né confinata, ma anzi pubblicata sul sito del Ministero della Giustizia). Dunque i motivi di espulsione di Bouchta farebbero supporre che ciò che gli viene contestato è soprattutto un’idea e la propaganda di tale idea –anche ammesso che egli abbia idee integraliste o abbia propagandato tali idee- E’ lecito dubitarne. I motivi di espulsione appaiono addirittura meno gravi di quelli a suo tempo contestati a Falla Mamoure (imam di Carmagnola). A questi, infatti, venne imputata “un’intensa attività di proselitismo” e “la gestione di ingenti flussi di denaro”. Ciò nonostante l’espulsione fu annullata, poiché il Giudice ha –giustamente- affermato, sulla base dei documenti prodotti dal Ministero (ma allora non c’era il decreto Pisanu!) che Mamoure era stato espulso solo per aver manifestato il suo pensiero, corretto o meno che fosse, in un Paese ove la Costituzione tutela la libera manifestazione del pensiero. Dunque il “preoccupante” decreto Pisanu, per sua natura, impedisce: 1° di conoscere i capi d’accusa oggetto di espulsione dell’espulso. Impedirà al Giudice di poter scientemente giudicare se il soggetto ha semplicemente espresso delle opinioni, oppure se è realmente un potenziale pericolo. 2° priva l’espulso (Bouchta è solo uno dei tanti che abbiamo e che avremo) che in Italia gode con la sua famiglia dei diritti civili ancorché umani, il diritto di difesa (consentito al peggior delinquente) avanti a un Giudice che decida se sia o meno legittima l’espulsione (così come sancito dall’art. 13 della Costituzione, ribadito, solo un anno fa, dalla Corte Costituzionale dichiarando che prima di eseguire un’espulsione deve esserci una convalida giurisdizionale alla presenza dello straniero e del suo difensore)
Il decreto Pisanu viola la garanzia di difesa, i principi fondamentali della nostra civiltà, sacrificati in onore di una “presunta” sicurezza nazionale. Presunta perché demandata unicamente a organi politici, privi di qualsiasi controllo, senza che vengano esplicitati i motivi delle loro decisioni. Ciò è sintomo assai preoccupante, potrebbe condurre a una pericolosissima deriva autoritaria, allo stravolgimento delle regole di un Paese democratico, a un uso propagandistico e politico di potere privato di qualsiasi controllo!
Questa premessa è doverosa per coloro che credono in un’informazione etica e corretta, priva di dietrologie, qualunquismo, strumentalizzazioni, dunque consapevoli che il diritto alla sicurezza è sacrosanto. Il terrorismo deve essere sconfitto, ciascuno, per quanto sta a lui, deve combatterlo. Perciò non è etico, non è giusto, ricorrere a metodologie di tempi ”bui” ove bastava eliminare il “sospetto” per eliminare la “causa”. L’intelligenza, la storia, la civiltà, il progresso degli ultimi 50anni devono essere monito per non ricadere negli stessi errori. Per questi motivi occorre contestare con forza tali provvedimenti, nei confronti dei quali ci auguriamo agisca la Magistratura.Domani potrebbe colpire chiunque di noi, solo perché portatore d’idee scomode.Per questi motivi, dunque, Vi chiediamo di aderire al seguente appello.
Avv.Lorenzo Trucco
( presidente A.S.G.I. associazione studi giuridici sull’immigrazione)
Davide Mattiello
(presidente associazione ACMOS)
Avv. Alessandra Ballerini Avv. Marco Vano
(studio legale - Genova )
APPELLO
L'espulsione di Bouriqi Bouchta viola la nostra Costituzione e i diritti fondamentali di ogni persona. Bouchta è stato espulso unicamente per avere espresso delle opinioni che, secondo il "nostro" Ministro dell'Interno, metterebbero in pericolo l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale.
La sindrome dello scontro di civiltà cancella i principi fondamentali dello stato di diritto: il "decreto Pisanu" (la reazione italiana agli attentati di Londra), che ha consentito quest’espulsione, in chiaro contrasto con la Costituzione (come risulta anche dai più¹ recenti interventi della Corte costituzionale), istituisce una disciplina eccezionale - un diritto speciale per stranieri "scomodi" -, eliminando il necessario intervento dell'autorità giudiziaria per ogni provvedimento restrittivo della libertà personale, rendendo vano ogni diritto di difesa (l'eventuale ricorso, dall'estero, non potrà essere deciso prima di due anni), e rivelando come, in sostanza, sia negata agli stranieri la libertà di manifestazione del pensiero.
Un organo dell'esecutivo, senza alcun controllo, impunemente può disporre della vita di una persona: un passo in avanti verso uno stato autoritario ed un passo indietro della civiltà giuridica.
Contestiamo l'espulsione di Bouchta, in difesa dello stato di diritto e delle libertà fondamentali di ogni persona. Tollerare oggi l'espulsione di "un" Bouchta significa legittimare la pratica sempre più diffusa della restrizione dei diritti in nome della sicurezza: le garanzie dell'habeas corpus vengono sostituite dalla decisione arbitraria di un ministro, un prefetto, un podestà?
Giulietto Chiesa, giornalista, scrittore
Rita Borsellino
Alessandra Algostino, (università di Torino, diritto costituzionale comparato)
Avv. Lorenzo Trucco
Associazione ACMOS (referente associazione LIBERA per il Piemonte)
Associazione TERRADELFUOCO
Gianluca Vitale, Avvocato Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione)
Avv. Alessandra Ballerini
Marilde Provera (parlamentare Prc)
Avv. Marco Vano
Gianni Favaro (segretario provinciale Prc Torino)
Juri Bossutto (consigliere regionale Prc)
Luca Robotti (capogruppo consiglio regionale Comunisti Italiani)
Franco Turigliatto (segreteria regionale Prc)
Bruno Alemanno (vice-sindaco di Collegno)
Stefano Alberione (Prc Torino)
Sergio Vallero (Prc Torino)
Cesare Allara (Prc Torino - centro culturale Italo-Arabo)
Enrica Mendo (Prc Torino - centro culturale Italo-Arabo)
Kutaiba Younis (Udap)
Sami Hallac (Udap)
Giovanni Amedura (Tavolo Migranti- Torino Social Forum)
Comitato Chiapas (Torino)
Network Antagonista Torinese (csoa Askatasuna, csa Murazzi, collettivo univ.autonomo)
Danilo Zolo professore ordinario di filosofia Università di Firenze
Nadia Redoglia giornalista
Avv. Matteo Nicoli
Avv. Luca Schera
Hamza Roberto Piccardo-editore segretario U.C.O.I.I. (unione comunità e organizzazione islamica in Italia)
Tariq Ramadan (filosofo,docente di islamologia Oxford /European Office-Parigi Londra)
Enrico Galoppini (Storia dei Paesi Islamici – Università di Torino)
Andrea Lazzaro ( Studente giurisprudenza Genova)
Davide Santoro
Articoli correlati
- Esigenze militari e gestionali stanno dando forma alle nostre istituzioni scolastiche
La scuola pubblica italiana, oggi, sta istruendo alla guerra o alla pace?
Online il 2° Dossier dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Spaventa il numero delle attività svolte insieme tra militari e scuole in un solo anno. Non è una esagerazione, è in atto una deriva aziendalista e autoritaria nella scuola pubblica italiana14 maggio 2024 - Maria Pastore - Il movimento contro la guerra regione per regione
I comitati per la pace in Italia
Stiamo provando a delineare un quadro complessivo dei comitati che sono scesi in piazza contro la guerra in Ucraina. Qui trovate un elenco provvisorio con diversi link. Aiutateci a completare la mappa e segnalateci tutto ciò che può servire a delineare il nuovo movimento pacifista.Redazione PeaceLink - Istruzioni per l'uso
Come si costituisce un Comitato per la Pace
L'atto costitutivo può essere adattato alle esigenze locali. Non è indispensabile registrarlo ma è bene inviarlo con posta elettronica certificata al Sindaco e al Prefetto per darne ufficialità, inviando al contempo un comunicato stampa e creando un evento pubblico di presentazione.Redazione PeaceLink - Intervista a Gabriella Grasso
Perché occuparsi di Palestina? Intervista a Gabriella Grasso
Sta per uscire “Embargo Militare contro Israele”, dossier a cura di BDS Italia con il sostegno di PeaceLink e la collaborazione del Collettivo A Foras20 ottobre 2020 - Laura Tussi
Sociale.network