"E´rumeno ma diventerà europeo; quel clandestino resti in Italia"
Qualcosa è cambiato per i cittadini romeni che vivono in Italia. La storia di Constantin Eleodor Nechifor, che vive in un campo nomadi di Torino e lavora come operaio specializzato in un´azienda della città, regalerà loro una nuova speranza. A cambiare le regole la decisione di un giudice di pace ha respinto il decreto di espulsione che lo obbligava a lasciare l´Italia, non avendo il permesso di soggiorno e una regolare situazione contributiva nel nostro Paese. Innovative le motivazioni della sentenza: "Il provvedimento dell´espulsione non si dovrebbe applicare ai cittadini candidati dell´Unione europea così come non si applica a quelli già membri". In altre parole: i romeni possono restare sul nostro territorio anche se non hanno il permesso di soggiorno visto che la Romania entrerà a far parte dell´Unione europea a partire dal 2007.
«Questa storia apre le porte alla speranza di poterci integrare davvero in questo Paese - spiega Aurelia Mirita, presidente di Fratia, la più grande associazione in Italia che si occupa di assistenza sociale, psicologica e culturale agli immigrati romeni - stiamo lavorando per avere una possibilità e ritengo che questo possa essere un enorme passo in avanti». Nato a Botosani 39 anni fa, Constantin è arrivato a Torino da qualche anno. In attesa di una sanatoria o di riuscire a mettersi in regola, ha trovato casa in un campo nomadi e un lavoro come operaio. Fino a quando non si è imbattuto in un controllo della polizia. Gli agenti gli hanno chiesto i documenti e l´hanno scoperto senza permesso. Portato in questura e "fotosegnalato", il suo destino sembrava ormai deciso: per lui era già pronto un biglietto di sola andata per tornare nel suo Paese entro cinque giorni. Gli avvocati Davide De Bartolo e Geo Dal Fiume, a cui il romeno si è rivolto per un aiuto, gli hanno consigliato di fare ricorso poiché già alcuni altri casi in Italia avevano visto giudici ritirare il decreto di espulsione.
È così è stato anche per lui. Il giudice Francesco Sibilla ha accolto il ricorso e Constantin è rimasto a Torino. A convincere il giudice di pace anche la giurisprudenza su casi analoghi di altri cittadini stranieri appartenenti a paesi poi entrati a pieno titolo nell´Unione Europea. Soddisfatta la comunità romena torinese, la più numerosa in città con 50mila persone. A Torino esistono tre associazioni religiose che fanno riferimento alle comunità ortodossa e cattolica. I ragazzi romeni sono quelli che più integrati nelle scuole di primo grado e sono già centinaia, secondo gli ultimi dati del Provveditorato, gli adolescenti che frequentano le superiori. «Il suo caso – ha detto l´avvocato De Bartolo – e costituisce un precedente al quale potranno appellarsi tutti i romeni nella sua situazione».
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