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COMUNICATO STAMPA

L'Italia condannata per la segregazione abitativa di rom e sinti

Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali identifica tre distinte violazioni della Carta Sociale Europea Revisionata. La politica dei «campi nomadi» condannata dal principale soggetto europeo a tutela dei diritti sociali.
22 maggio 2006
Lara Alisio

24 Aprile 2006, Roma, Strasburgo, Budapest: In una decisione resa pubblica oggi, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS) ha deciso che l'Italia sistematicamente viola, con politiche e prassi, il diritto di rom e sinti ad un alloggio adeguato. La decisione è basata su un Reclamo Collettivo presentato contro l'Italia dallo European Roma Rights Centre (ERRC), in collaborazione con osservAzione, secondo la modalità prevista dalla Carta Sociale Europea Revisionata.

Le politiche abitative per rom e sinti puntano a separare questi gruppi dal resto della società italiana e a tenerli artificialmente esclusi.
Bloccano qualsiasi possibilità di integrazione e condannano i rom a subire il peso della segregazione su base razziale. In numerosi insediamenti di rom e sinti si riscontrano condizioni abitative estremamente inadeguate, che sono una minaccia per la salute e per la stessa vita dei residenti nei campi.

Inoltre, le autorità italiane sistematicamente e con regolarità sottopongono rom e sinti a sgomberi forzati dalle loro dimore. Durante gli sgomberi, le autorità spesso distruggono arbitrariamente i beni di rom e sinti, adoperano un linguaggio denigratorio e offensivo e umiliano gli sfrattati in vari modi. In molti casi, le persone cacciate dalle loro residenze come risultato delle azioni della polizia e delle autorità locali sono rese senza casa. In alcune circostanze, nel corso di tali sgomberi, i rom stranieri sono stati espulsi collettivamente dall'Italia. Molti rom e sinti in Italia vivono sotto la continua minaccia di sgomberi forzati.

Il Reclamo Collettivo dell'ERRC paventava presunte violazioni dell'articolo 31 della Carta Sociale Europea, indipendentemente o letto congiuntamente al principio di non discriminazione previsto dall'articolo E.

L'articolo 31 della Carta stabilisce che:

«Per garantire l'effettivo esercizio del diritto all'abitazione, le Parti s'impegnano a prendere misure destinate:

1. a favorire l'accesso ad un'abitazione di livello sufficiente;
2. a prevenire e ridurre lo status di"senza tetto"in vista di eliminarlo gradualmente;
3. a rendere il costo dell'abitazione accessibile alle persone che non
dispongono di risorse sufficienti"

Chiamata a rispondere sul Reclamo Collettivo presentato dall'ERRC, il CEDS ha deciso:

· unanimemente che l'inadeguatezza dei campi sosta per rom e sinti nomadi costituisce una violazione dell'articolo 31(1) della Carta, letto congiuntamente all'articolo E
· unanimamente che gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati costituiscono una violazione dell'articolo 31(2) letto congiuntamente all'articolo E

· unanimamente che la mancanza di soluzioni abitative stabili per rom e sinti costituisce una violazione dell'articolo 31(1) e dell'articolo 31(3) della Carta, letti congiuntamente all'articolo E.

Secondo Piero Colacicchi, presidente di osservAzione, "con questa decisione vediamo finalmente premiato il nostro lavoro di anni contro la segregazione abitativa di Rom e Sinti in Italia".

Per Claude Cahn, Programmes Director dell'ERRC, "Ora tocca al governo italiano rendere pubblico quali misure intende intraprendere per porre fine ai danni causati da anni di politiche razziste". Il Reclamo Collettivo, presentato nel giugno 2004 dall'ERRC insieme ad alcuni partner italiani, è il risultato di sei anni di documentazione raccolta dall'ERRC sul rispetto dei diritti umani di rom e sinti in Italia.

La decisione del Comitato è disponibile contattando gli uffici dell'ERRC.

Note: Il Reclamo Collettivo dell'ERRC e altri materiali collegati sono
disponibili all'indirizzo: http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2117


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