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Rapporto Ics: in Italia è utopia

24 giugno 2006
Stefano Milani
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

In Italia godere dello status di rifugiato è sempre più una chimera. O un'utopia come si legge sulla copertina del volume presentato ieri a Roma dall'Ics, il Consorzio italiano di solidarietà che da oltre dieci anni si occupa di questioni umanitarie a livello internazionale. Ad osservare attentamente le oltre 130 pagine del rapporto, intitolato appunto «L'Utopia dell'asilo», il nostro paese non ne esce affatto bene, specialmente nei confronti di quel diritto d'asilo garantito dall'art.10 della nostra Costituzione e che - finora - non è mai stato applicato con una norma di legge. Tant'è che in Italia lo status di rifugiato viene riconosciuto solo sulla base della Convenzione di Ginevra. Un dato su tutti: sulle 6.742 domande esaminate lo scorso anno, solo il 4,3% è andato a buon fine. Una cifra che per Gianfranco Schiavone, vice presidente del consorzio, ha nella legge Bossi-Fini la causa principale. «La legge sull'immigrazione voluta dal governo di centrodestra - spiega Schiavone - ha avuto gravi conseguenze sulla tutela del diritto di asilo in Italia e sulla vita delle persone». La norma avrebbe funzionato, infatti, da deterrente per la presentazione delle domande, che nel 2005 hanno subito un vero e proprio tracollo, passando dalle 19.704 del 2002 alle 9.346 dello scorso anno.
In altre parole, coloro che intendevano far richiesta di asilo in Italia, non hanno poi presentato la regolare domanda per paura di essere trattenuti nei centri di raccolta. Paura legittima, visto che puntualmente è accaduto. Sarebbero ben otto su dieci infatti, secondo i dati di Ics, gli immigrati che nel compilare la richiesta d'asilo sono stati fermati nei cpt in modo illegittimo, prima ancora di essere trasferiti nei centri di identificazione. Il fermo si sarebbe ripetuto costantemente in diversi centri di permanenza italiani, tra cui quelli di Salina Grande, di Crotone, di Borgo Mezzanone, di Caltanissetta e di Bari Palese.
Anche quest'anno il rapporto ha poi fornito il dato sulla presenza della popolazione rifugiata in Italia che, nel 2005, arriverebbe a quota 24.007 per quanto riguarda i richiedenti asilo, a 9.672 per i rifugiati e a 9.042 per i titolari della protezione umanitaria. «E' assurdo che questi dati vengano elaborati da una Ong e non dalle autorità centrali», sottolinea Maria Silvia Olivieri, una delle curatrici del rapporto. «Non tenere conto di questi numeri - prosegue - vuol dire rendersi indifferenti di fronte al bisogno di accoglienza». E così è accaduto: nel 2005 lo stato italiano ha risposto a meno del 26% delle reali necessità, limitando i fondi per i programmi di accoglienza.
L'Ics, che chiede a gran voce al governo italiano di dotarsi di una seria e credibile legge sull'asilo, ha provato a quantificare i costi e ha lanciato un allarme: servono altri 15 mila posti di accoglienza e più soldi da destinare al settore che altrimenti rischia il collasso. Il costo di un rifugiato si aggira mediamente sui 19 euro al giorno mentre per trattenere un cittadino straniero ne servono 71. Inoltre, vengono destinati ogni anno circa 800 mila euro per i servizi di assistenza alle frontiere mentre sono più di 17 milioni quelli inviati ai paesi africani per cercare di arginare l'immigrazione clandestina.

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