Migranti

Lista Diritti Globali

Archivio pubblico

Migranti, strage alle frontiere spagnole

Naufraga un barcone al largo delle isole Canarie: 18 morti e 12 dispersi. Altri due immigrati morti mentre tentavano di scavalcare il muro di Melilla. Tragico bilancio nella giornata più nera per il governo Zapatero
4 luglio 2006
Stefano Milani
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Diciotto cadaveri galleggianti sull'oceano atlantico. Questo il raccapricciante spettacolo agli occhi dei soccorritori in perlustrazione sulla costa di Foum El Oued, nel Sahara occidentale. I clandestini, tutti di origine subsahariana, facevano parte di un gruppo più ampio di 37 persone che erano salpate poche ore prima da Laayoune, capitale dell'omonima provincia marocchina, sopra un'imbarcazione di fortuna e diretti sulle coste spagnole delle isole Canarie. Sul barcone immigrati provenienti da diverse zone dell'Africa: Guinea, Mauritania, Ghana, Mali e Senegal. Sette di loro sono riusciti a salvarsi, nuotando per ore prima di raggiungere la terra ferma. Dodici, invece, mancherebbero ancora all'appello, ma le probabilità di trovarli in vita - fanno sapere le autorità locali - sono limitate. Una tragedia che si somma a numerose altre che quasi quotidianamente si consumano in questa fetta d'oceano, che è la via di collegamento più breve tra il continente africano e l'Europa. Una rotta battuta da migliaia di clandestini che sognano di lasciarsi alle spalle le miserie della loro terra nel tentativo di rifarsi una nuova vita ma che molto spesso vanno incontro a una morte atroce. In tutto sarebbero 2.000 - secondo gli ultimi dati della Guardia civil spagnola - gli immigrati africani che solo nell'ultimo anno sono annegati nelle acque atlantiche nel tentativo di raggiungere l'arcipelago della Canarie. Cifre impressionanti a cui da tempo al governo spagnolo è stato chiesto di porre un freno.
Spagna che ieri è stata teatro anche di un altro drammatico episodio che ha visto la morte di due immigrati. E' accaduto a Melilla, l'enclave spagnola in terra marocchina. I due sono deceduti mentre cercavano di scavalcare la recinzione innalzata come frontiera tra il Maghreb e l'Europa. Il tentativo di oltrepassare il muro, un doppio sbarramento metallico alto sei metri, è avvenuto nelle prime ore del mattino da parte di una settantina di clandestini subsahariani. La maggior parte sono stati dispersi dall'intervento dell'esercito locale, mentre cinque sono riusciti a passare l'ostacolo. Tre i fermati dalla guardia civil che in serata ha fatto sapere dell'apertura di un'inchiesta su quanto accaduto. Quello di ieri è il primo assalto dopo quelli in massa dello scorso anno. Nell'ottobre del 2005 sei migranti furono uccisi dalle forze dell'ordine magrebine mentre avevano tentato di superare il muro delle due enclave spagnole, Ceuta e Melilla. Anche in quell'occasione ci furono alcune vittime. Poi i tentativi di passare attraverso lo sbarramento terrestre erano rapidamente diminuiti in seguito all'invio, da parte del governo Zapatero, di maggiori forze militari sul posto e grazie anche al rafforzamento degli accordi di rimpatrio fra Madrid e Rabat. L'ultimo tentativo era avvenuto a fine dicembre, ma si era trattato di un gruppo di una decina di immigrati di cui sette sono riusciti a passare.
Anche l'Italia ieri è stata meta di sbarchi. Nessun morto fortunatamente ma tanta paura per i 204 clandestini, tra cui sei donne, intercettati su un barcone di legno lungo 12 metri al largo di Lampedusa, dopo la segnalazione di un peschereccio. Gli immigrati, soccorsi da due motovedette della guardia costiera, sono già stati trasferiti nel cpt dell'isola siciliana ed identificati.

Articoli correlati

  • Va a fuoco la cokeria di Arcelor Mittal in Spagna
    Ecologia
    Grave incendio oggi nello stabilimento siderurgico delle Asturie

    Va a fuoco la cokeria di Arcelor Mittal in Spagna

    La multinazionale dell'acciaio aveva dichiarato: "Implementiamo le migliori tecniche disponibili"
    16 ottobre 2018 - Redazione di PeaceLink
  • Naufragio
    Cultura

    Naufragio

    "Terraferma". Quegli sguardi fissi e tenaci, soprattutto delle donne, rimarranno negli occhi a lungo
    12 febbraio 2012 - Lidia Giannotti
  • A meno che non fermiamo... "La schiavitù del debito"
    Sociale
    Ecco come fece crollare l’Impero Romano e perché ci distruggerà.

    A meno che non fermiamo... "La schiavitù del debito"

    Il debito sempre è stato la causa principale che ha prodotto forti cambiamenti sociali, anche se con forme sempre diverse e con scenari differenti.
    25 dicembre 2011
  • Sociale
    Un dato statistico, probabilmente casuale, fa sorgere qualche dubbio sulla effettiva utilità del tempo dedicato dagli strateghi economici mondiali per uscire dalla crisi finanziaria.

    Il vantaggio di non avere un governo

    Da cinquecento giorni il Belgio è governato da un gabinetto di ministri che gestisce solo l’ordinaria amministrazione senza poter prendere decisioni, né ricevere istruzioni dalla UE.
    Ignacio Escolar
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)