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La morte nera di “Dani” Mihalcea risucchiato nelle fogne di Torino

Clandestino, 24 anni, lavorava senza contratto per una ditta subappaltatrice
9 luglio 2006
Diego Novelli
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Ieri l'altro nella Torino olimpica, paraolimpica, dei mondiali di scacchi, capitale del libro, della musica, del cioccolato, dei grissini, dei festival del cinema, della birra, delle notti bianche a go-go, in questa splendida rinnovata e riscoperta Torino (come ci racconta entusiasticamente da mesi lo 'Specchio dei tempi' della stampa) è morto un giovane di 24 anni, nel modo più orripilante che si possa immaginare. Lavorava in un tombino: un improvviso acquazzone ha prodotto un'ondata che lo ha risucchiato nel cunicolo della fognatura che raccoglie le acque bianche e nere. E' scomparso nel fango, negli escrementi, nelle acque luride della regal Torino. Sì, aveva solo 24 anni. Si chiamava Bogdon 'Dani' Mihalcea, era venuto clandestino dalla Romania, e lavorava in nero, con un altro clandestino, dalla pelle nera, il marocchino Medhi Amman. L'aveva ingaggiato la ditta 'Geometra Siciliano', che aveva avuto in subappalto dall'impresa Fedet (specializzata nella manutenzione delle fognature) che aveva vinto a sua volta la gara indetta dalla Smat, ex municipalizzata che gestisce la rete fognaria della città. Proprio ieri il Presidente Napolitano aveva lanciato un severo monito a tutti 'gli uomini di governo' centrali e periferici, per le troppe 'morti bianche' sui luoghi di lavoro. L'occasione gli era stato offerta dalla grave sciagura avvenuta in una fabbrica del salernitano, dove sono morte due giovani donne: una delle vittime non aveva ancora 16 anni. Ne hanno parlato tutti i telegiornali con grande emozione. Della 'morte nera' di Bogdon 'Dani' Mihalcea, operaio rumeno di 24 anni clandestino a Torino, pagato in nero da una ditta che operava in subappalto, costretto a lavorare senza le dovute misure di sicurezza, non si è parlato molto. Anzi. I telegiornali nazionali non hanno nemmeno dato la notizia.
Solo nel 2004 a Torino sono stati 3.286 gli infortuni gravi sul lavoro, dodici i morti. Da un'indagine giornalistica molto empirica, ma altamente significativa, risulta che in questi giorni, nei numerosi cantieri aperti nella zona dove è morto 'Dani' otto operai su quindici intervistati lavorano in nero (e sono tutti extracomunitari); dieci su quindici non rispettano le più basilari norme antinfortunistiche (caschi, scarpe rinforzate, mascherine, guanti). Molti non hanno in dotazione il materiale necessario, altri vengono 'invitati' dai propri capi a non utilizzarlo perché 'rallenta il lavoro'.
Da una documentata inchiesta presentata nelle scorse settimane dall'Ires-Cgil Piemonte, risulta che gran parte delle opere per le recenti Olimpiadi sono state realizzate da operai extracomunitari, clandestini che hanno lavorato in nero, ingaggiati da ditte artigianali improvvisate, che hanno avuto in subappalto l'assegnazione dei lavori in totale violazione delle leggi che disciplinano la materia.
Domando: ma le cosiddette autorità pubbliche esistono ancora nella 'dorata' provincia subalpina' E le forze politiche e sociali non hanno niente da dire a questo proposito' Dimenticavo un particolare: 'Dani', il ragazzo rumeno morto a 24 anni in una fogna di Torino guadagnava 3 euro all'ora!

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