Fortezza Europa con le falle
Armiamoci e partite. Italia, Spagna, Malta e Grecia chiedono di più dalla Ue per fronteggiare l'allarme immigrazione, i 25 danno loro ragione ma poi, alla resa dei conti, ci si rende conto che manca ancora una volontà comune, soldi e mezzi per farsi carico del problema. Anzi, emergono anche le gelosie tra paesi di arrivo, con il ministro Giuliano Amato che critica Madrid e Bruxelles per il lancio dell'operazione di pattugliamento intorno alle Isole Canarie, teatro da gennaio di 11.000 arrivi. «Sui 9.500 clandestini arrivati a Lampedusa dall'inizio dell'anno, 3.500 sono marocchini, si sono orientati verso l'Italia perché le altre vie sono state chiuse», riferendosi alla blindatura di Ceuta e Melilla ed ai controlli lungo le coste del Sahara occidentale. «Vuol dire - continua Amato - che non è diminuita l'immigrazione clandestina ma solo che sono cambiate le sue vie», e questo «è un errore perché ognuno vuole reagire pensando a sé stesso, quando invece esistiamo come Ue».
Intanto l'operazione tra le Canarie e le coste dell'Africa occidentale, inizialmente prevista per giugno, partirà forse a inizio agosto per durare sette settimane con i mezzi ed il personale di Francia, Italia, Portogallo e Finlandia (la Presidenza della Ue dovrà pur dare il buon'esempio), assicura Ilkka Laitinen, il direttore di Frontex, l'Agenzia per il controllo delle frontiere esterne che organizza la missione. Quattro paesi contro i 13 che a maggio si erano offerti per dare una mano a Zapatero, paesi direttamente interessati dal fenomeno ma non solo. Lisbona ha infatti dato il suo assenso a inviare una nave solo dopo aver convinto Frontex a estendere l'operazione dalle acque della Mauritania e del Senegal fino a quelle dell'ex colonia Capo Verde. Il Commissario agli interni Franco Frattini ha assicurato che alla fine saranno utilizzati «due aerei e quattro navi» contro i 7 elicotteri e le 10 imbarcazioni previste inzialmente. Intanto già alle Canarie sono attivi 9 esperti nell'identificazione degli immigrati provenienti da Italia, Francia, Portogallo e Germania. Frontex si è impegnata anche a creare una sua sede provvisoria alle Canarie, in modo da seguire con più attenzione questa operazione che vuole essere la prova generale di quelle squadre di intervento rapido lanciate la settimana scorsa da Frattini e costituite da esperti di diversi Stati membri in grado di intervenire in tempi brevi di fronte a situazioni di crisi. Già per le prossime settimane è previsto l'avvio di una missione simile a sud di Malta con l'intervento di Italia e Grecia. Già i 25 hanno destinato alle due operazioni in programma 2,1 milioni di euro (1,3 per le Canarie e 0,8 per Malta), ieri hanno deciso di mettere a bilancio altri 3 milioni da suddividere secondo le necessità. In realtà questi soldi rischiano di essere virtuali visto che manca ancora l'approvazione tramite procedimento scritto da parte dei 25 e del Parlamento e visto che così insegna l'esperienza: «Abbiamo chiesto dei fondi fin dal 2005 - si è lamentato ieri il maltese Borg - ma fino ad ora non abbiamo ricevuto nemmeno un centesimo». Da gennaio sono sbarcati a La Valletta e dintorni 1.200 immigrati, «il che equivale a 120.000 in Germania», insiste Borg, che ha chiesto la creazione di un meccanismo simile a quello varato per le «catastrofi naturali», con tanto di baracche di accoglienza. Per rendere efficace l'operazione manca oltretutto un tassello cruciale: la collaborazione della Libia, la terra di partenza. Che al momento fa orecchie da mercante.
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