Cpa e cpt, luci e ombre a Bari
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, quando due giorni fa ha incontrato i vertici della Commissione ministeriale di controllo sui cpt, ha subito ribadito: «Auspico la chiusura dei cpt, e non per motivi ideologici, ma costituzionali». E il presidente della commissione, Staffan De Mistura, ne ha preso atto: «Bari è stato l'unico posto in cui abbiamo sentito un'identità totale tra la società civile, il Comune, la Provincia e la Regione sulla necessità di superare la situazione dei cpt per motivi costituzionali». Poi ha invitato il sindaco a collaborare nell'innovazione della Bossi-Fini. «Constatiamo - ha replicato Emiliano - che il nuovo governo ha mantenuto la promessa: avevamo chiesto di inserire nel programma la ridefinizione delle politiche nazionali sull'immigrazione, individuando alternative credibili alla logica detentiva dei cpt. Oggi una Commissione è già al lavoro su questi temi».
Già. Al lavoro: stando al programma dell'Unione, s'inizia a percorrere il sentiero del «superamento» dei cpt, termine che può significare tutto. E anche niente. Ieri la Commissione ha oltrepassato un recinto sorvegliato, alte mura di cinta, e avrà notato che - almeno per i 42 immigrati detenuti (su 196 posti a disposizione) - dal centro è impossibile entrare e uscire liberamente. Tuttavia, se le parole hanno un significato, registriamo che - diversamente da Emiliano - per il cpt di Bari la commissione non ha mai usato il termine «detenzione».
Per De Mistura invece il cpt è «una struttura molto moderna. Di grande attenzione organizzativa. Farebbe senza dubbio invidia a molti paesi europei». Qualche rilievo sull'orientamento legale: «Non ci risulta che esista. Andrebbe decisamente iniziato». Comunque, conclude De Mistura, «c'è un buon coordinamento tra l'Ausl e i medici presenti». Insomma, tutto bene o quasi. Incluse le sbarre: anche se - per chiunque voglia superare un cpt - dovrebbero costituire un problema. Almeno di ordine logico.
Pessimo, invece, il giudizio della commissione sul centro di prima accoglienza di Bari-Palese: «Una struttura molto insoddisfacente. Non è a norma. E' incapace di sostenere qualunque tipo di verifica sulle roulotte del 1980, ormai inutilizzabili». Negli anni Novanta, per fronteggiare le emergenze degli arrivi in massa dall'Albania, le piazzarono sulla pista in disuso dell'aeroporto militare. «Ci auguriamo che nel 2007 questa situazione strutturale, non ci sia più», continua De Mistura, sottolineando che «esiste una questione di ambiguità, sullo status giuridico del cpa, che va chiarita». Anche qui, infatti, gli immigrati sono stati spesso trattenuti. Non ufficialmente. Ma di fatto non potevano uscire: a quale titolo, però, non s'è mai capito. Comunque la commissione annuncia che «il rapporto sarà pronto a dicembre, quando esprimeremo le nostre conclusioni e raccomandazioni», e ringrazia «il prefetto di Bari e tutte le autorità, che sono state totalmente trasparenti, ci hanno facilitato il lavoro, rendendoci possibile visitare qualsiasi luogo volessimo vedere». Ci mancherebbe: le prefetture sono sottoposte al ministero dell'Interno. Inoltre: visitare un cpt su appuntamento, più che a una attività di controllo effettiva, somiglia a una (beffarda) rappresentazione. E infatti il movimento pugliese che lotta contro i cpt parla senza mezzi termini di «commissione truffa».
In una lettera, firmata «per la libera circolazione delle persone», due giorni fa avevano scritto, quasi profeticamente: «Supponiamo che sarete alla ricerca di elementi che possano confermare i vostri dubbi: sull'esistenza di questi mostri giuridici, oppure su elementi che li legittimino. Tra voi ci sarà chi parlerà della pulizia di una struttura rispetto all'altra. O dell'adeguatezza agli scopi, o della loro inutilità. Chi del rispetto dei diritti, chi della loro violazione. Vi troverete a disagio nel constatare che la struttura di Bari-Palese si muove al di fuori di qualsiasi legge che permetta il trattenimento delle persone recluse. Vedrete che il cpt nel quartiere S. Paolo detiene molte meno persone di quelle che potrebbe contenere. E che la sua pulizia è eccellente. Forse vi rallegrerete di questo. Queste informazioni voi e il governo le avete da sempre: perché da sempre ci battiamo contro la detenzione amministrativa, contro la negazione della libertà di circolazione delle persone. Pubblicamente. Vi abbiamo fornito nomi di fornitori, cifre, fotografie, interviste, denunce, documenti scritti, video. Da quando la lotta, contro le politiche di detenzione e di esclusione, era condivisa dal governo attuale, che vi ha istituito, e finge di non sapere come si vive e si muore là dentro». E' andata esattamente così.
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