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intervista

«Ho passato un periodo di depressione. Pensavo: ti sei impegnata a vuoto»

Jing Jing Huang è arrivata in Italia quando aveva tredici anni. Si è diplomata con 110 e lode e poi ha deciso di iscriversi alla Bocconi. Oggi studia a Forlì: «Non so se potrò tornare a Milano, dipende da quanti esami mi verranno riconosciuti»
24 marzo 2007
Cinzia Gubbini
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Oggi ha 22 anni e frequenta il corso di Economia all'università di Forlì. Paga poco più di mille euro di tasse e studia con profitto: nove esami in un anno e mezzo con la media del 28. Ne mancano due per essere in pari, ma va detto che nel frattempo ha frequentato anche un corso di formazione (gratuito) per «tecniche commerciali e di marketing nel mercato cinese». E'una scheggia Jing Jing Huang, arrivata in Italia quando aveva tredici anni per ricongiungersi con la sua famiglia che ha una piccola ditta tessile a Bologna. Frequentare l'università commerciale Luigi Bocconi di Milano per lei era un sogno, e che delusione quando le hanno presentato un conto di più di 8 mila euro.

Quando hai scelto la Bocconi?Stavo preparando la maturità all'Istituto commerciale Rosa Luxemburg. Non è stato facile prendere quella decisione. Le tasse sono alte: con la mia fascia di reddito, la più bassa, avrei dovuto pagare comunque più di 3 mila euro l'anno. E poi c'era il test di ingresso. Appena dato l'esame di Stato, che è andato bene, mi sono diplomata con 100 e lode, ho iniziato a studiare come una pazza.

E' stata dura?
Più che altro bisogna essere veloci.

Insomma, una passeggiata
No, è solo che avevo studiato.

I tuoi genitori sono stati subito d'accordo con la tua scelta?
All'inizio preferivano che dopo il diploma iniziassi subito a lavorare. Ma io ho spiegato che volevo andare all'università. Poi li ho convinti anche sulla Bocconi. Gli ho spiegato che si tratta di un'università famosa in tutto il mondo, e che se ti laurei lì è molto facile trovare lavoro.

E quando è uscita fuori la storia dell'iscrizione?Ci sono rimasti male quanto me.

Ma non ti eri accorta di nulla?
Avevo visto questa clausola per gli studenti stranieri. Ma ero sicura si riferisse a chi arriva dall'estero per studiare alla Bocconi. Mi hanno sempre detto che chi si diploma in Italia è uguale agli italiani.

Quale corso avevi scelto?
Economia aziendale. Per due settimane ho frequentato le lezioni, perché le tasse andavano versate dopo l'inizio dei corsi. Ero molto emozionata e mi era piaciuto tutto: ci sono strutture fantastiche, i professori sono molto bravi, gli studenti tranquilli, mi sembrava davvero il posto ideale dove studiare.

Poi la doccia fredda
E' stato uno choc. Ci è voluto un po' di tempo per uscire dalla depressione: non mi andava di fare niente, mi sembrava di essermi impegnata a vuoto. E' brutto dopo tutti questi anni essere discriminata, dopo tutti gli sforzi che hai fatto per imparare la lingua, per studiare. Per fortuna c'erano le mie amiche, la nostra associazione «Crossing».

Hai subito pensato di fare ricorso?No, per niente.

Avevi paura di metterti conto un colosso come la Bocconi?No, è che non avevo i soldi per pagare caso mai avessi perso. Poi ho conosciuto per caso l'avvocato Roberto Faure. Ha ascoltato la mia storia, e mi ha detto: «Facciamo causa, se perdiamo non paghi nulla». Così ho deciso di provare.

L'università ha fatto presente al giudice che ci sono delle borse di studio. Perché non ne hai usufruito?
Perché le borse di studio sono soltanto per chi dichiara meno di 17 mila euro. E il reddito annuo della mia famiglia è di 20 mila.

Il giudice ha stabilito che l'università deve darti il diritto di frequentare i corsi e riconoscere gli esami che hai sostenuto presso l'università pubblica. Quando torni a Milano?
Veramente devo ancora decidere. L'ordinanza dice che devono riconoscere gli esami, ma secondo le procedure dell'università. Se riconosceranno solo pochi esami, rischio di perdere troppo tempo. E non me lo posso permettere.

Note: Alta formazione
Tutti i numeri dell'università più prestigiosa del Belpaese
Su 11 mila studenti iscritti, sono circa 400 gli studenti extracomunitari che frequentano l'università Bocconi di Milano. Considerando anche le persone con cittadinanza di un paese europeo, gli stranieri sono il 9% del totale. Una quota che nelle intenzioni dell'istituto, dovrebbe salire fino al 15% nei prossimi dieci anni. Sono invece 1.800 gli studenti che godono di borse di studio o varie forme di esenzione. 1000 i posti letto messi a disposizione il 40% dei quali occupati da studenti stranieri, europei o extracomunitari. 5 i corsi di laurea triennali, 11 per il biennio, più il corso in giurisprudenza. 23 i corsi tenuti interamente in inglese.
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