Contro l'emergenza sicurezza, città aperte
Da sabato prossimo, per una settimana centinaia di persone si incontreranno anche quest'anno a Cecina per discutere di antirazzismo e immigrazione, partendo dalle questioni concrete, dai problemi reali e dalle esperienze maturate in questi anni sul territorio.
Città Aperte è il titolo scelto per questa edizione del Meeting internazionale antirazzista. Vogliamo infatti sollecitare una riflessione su come le nostre città possano diventare luoghi inclusivi, da cui non si espellano le persone, i diversi, gli emarginati in nome di una falsa idea di sicurezza. Luoghi in cui, comunità frammentate, non costruiscano la propria identità sulla negazione dell'altro, del diverso.
Siamo convinti che la convivenza si realizzi condividendo regole comuni e costruendo reciproca fiducia, promuovendo comunità solidali e aperte.
Per questo abbiamo deciso di promuovere, a partire dal Meeting di Cecina, centinaia di incontri, seminari di approfondimento e percorsi didattici intorno ai principi riportati nella nostra Carta Costituzionale. Più della retorica sull'equilibrio tra diritti e doveri, è indispensabile promuovere una discussione pubblica su come si costruiscono le condizioni materiali di una convivenza pacifica e positiva nelle città.
Il nostro Paese in questi anni ha scelto una politica concretamente discriminatoria (di cui la legge Bossi-Fini rappresenta la sistematizzazione legislativa), che ha prodotto esclusione e razzismo. Questo modello non si è radicato nelle comunità locali in maniera irreversibile grazie al lavoro di tante amministrazioni democratiche e soprattutto per le mille esperienze della società civile, che hanno promosso azioni concrete di convivenza.
Noi vogliamo partire da quelle esperienze e dal protagonismo dei migranti per impedire che le nostre città diventino lo spazio pubblico per i conflitti tra gruppi.
I prossimi mesi saranno decisivi per attuare quel cambiamento nelle politiche sull'immigrazione, il diritto d'asilo e la lotta al razzismo su cui il governo si è impegnato nel programma e che ancora non si è tradotto in atti concreti. In quest'ultimo anno le condizioni di vita degli immigrati non sono migliorate e il bacino dell'irregolarità si è allargato.
Il Meeting internazionale di Cecina può rappresentare un passaggio importante per dare slancio al cambiamento non più rinviabile.
Sappiamo che la forza del movimento antirazzista non è paragonabile a quella di chi in questi anni ha condotto campagne razziste, o di chi, magari appellandosi ai valori della solidarietà e della convivenza, ha sostenuto il ricorso ad azioni e provvedimenti legislativi sbagliati e inefficaci (ne è un esempio quello dei «patti per la sicurezza» siglati dal governo con i sindaci di Roma e Milano, con le relative espulsioni e «delocalizzazioni» dei rom e dei rumeni dalle città).
La nostra democrazia sta attraversando un momento difficile e sul tema immigrazione rischiano di saltare alcuni capisaldi della nostra Costituzione.
È necessario unire le forze, costruire una grande mobilitazione sia a livello territoriale che nazionale, facendo emergere l'Italia democratica e antirazzista che esiste ed è radicata, anche se poco visibile e frammentata.
Una parte importante del movimento che si batte per i diritti dei migranti si incontrerà a Cecina per dire basta ai morti da frontiera, al nuovo schiavismo, ad una politica che costringe alla clandestinità. Un'alternativa è possibile. Il tempo è adesso.
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