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L'ipocrisia e la xenofobia a cavallo tra politica e 'grande stampa'

Allarmismi, strumentalizzazioni e malafede

Quando si tacciono le notizie a seconda della convenienza, quando si afferma che bisogna arrestare le vittime e non i responsabili dei reati cosa pensare?
4 settembre 2007

Mostri enormi si aggirano per la Penisola, mettendo in pericolo i giorni e le notti degli italiani. Sono mostri giganteschi, orribili, violenti. Sono armati di armi potentissime: ampie gonne, spazzole lavavetri e baracche di lamiere. Sono uomini, donne, bambini. E soprattutto sono Rom, comunemente e dispregiativamente definiti dalla borghesia italidiota 'zingari' o 'nomadi', etichettando sotto questo nome culture e popoli totalmente diversi.

La campagna denigratoria della Padania

I primi a dar fuoco alla miccia, e non poteva essere altrimenti, sono stati i solerti redattori della Padania, il quotidiano politico della Lega Nord. Quotidiano, finanziato tramite dalla Lega da soldi pubblici, di cui Umberto Bossi si proclama 'direttore politico', assumendosene quindi la responsabilità editoriale. Ora il quotidiano del Senatur, lo stesso Senatur che non più tardi di qualche giorno fa ha esortato il Nord Italia a propositi eversivi di attentato alla costituzione(affermazione non smentibile minimamente in quanto Bossi ha parlato esplicitamente di fucili contro lo Stato per non pagar le tasse ...), a cavallo tra luglio e agosto si è lanciato in una crociata dai toni violenti e virulenti. Titoloni sparati a tutta pagina nei quali i Rom sono diventati il nemico della patria, la terribile minaccia della nazione. Fiumi di inchiostro per attaccarli pesantemente e accusarli di ogni nefandezza. Ma la campagna denigratoria della Padania è stata, per tutta l'estate in buona compagnia. La grande stampa italiana(dal Corriere della Sera di Paolo Mieli al Tg1 di Gianni Riotta, entrambi di comprovata fede centrosinistrorsa e questo da solo la dice lunga su tante situazioni, passando per tutti gli altri) è stata protagonista di silenzi e grida che rasentano, quando non oltrepassano, la malafede.

Il presunto rapimento di Palermo. La stampa tace sull'assoluzione

Il primo episodio a Palermo. Una signora Rom viene accusata, nella bolgia di un mercato rionale, di aver tentato di rapire un bambino. Psicosi collettiva e prima gogna mediatica. Tutta Italia torna ad essere convinta che migliaia di 'zingari' rapiscono i nostri figli per chissà quali turpi traffici. La signora dopo alcuni giorni viene rilasciata e assolta con formula piena. Il giudice afferma, testualmente, che le accuse alla signora sono causate da pregiudizi razziali privi di fondamento. Infatti sarebbe bastato un minimo di ricerca nella cronaca italiana per scoprire come non esistano un solo caso in Italia di bambini rapiti da Rom, non un solo tribunale ha mai emezzo una sola condanna in tal senso. Ogni volta che è stata sporta denuncia le accuse sono state smontate. Ma si sa, i valenti giornalisti italiani non brillano certo d'iniziativa e quindi, al posto di contestualizzare i fatti e dimostrarne l'infondatezza, hanno preferito tacere sull'assoluzione della signora lasciando lì tutto il fango gettato su di lei.

Il rogo di Livorno. I teoremi giornalistici e le rivendicazioni di estrema destra

Arriviamo quindi all'11 agosto. Un incendio devasta un campo alla periferia di Livorno, uccidendo tre bambini. E via, la grancassa mediatica riparte alla grande. In poche ore i genitori dei piccoli diventano i destinatari di accuse a dir poco assurde. I colpevoli sono loro. Hanno volutamente appiccato l'incendio e se anche non fosse così comunque hanno abbandonato i piccoli, quindi sono loro i colpevoli. Sarebbe come accusare i genitori italici di abbandono di minori ogni volta che lasciano i loro figli davanti la Tv, afferma in durissima nota padre Agostino Rota Martir. Come per Palermo fiumi d'inchiostro. Che improvvisamente si seccano: per i genitori arriva l'assoluzione dall'accusa di omicidio colposo mentre le redazioni di due quotidiani locali toscani ricevono rivendicazioni del Gape, gruppo di pulizia etnica. I terroristi di estrema destra rivendicano la paternalità del gesto, dichiarandosi pronti a roghi mensili finché tutti i Rom non avranno lasciato l'Italia. E' assurdo, incredibile, supera qualsiasi barriera il silenzio del circo mediatico. Esattamente come per Palermo i pasdran della libera stampa italica si impongono il bavaglio. Ci ossessionano con minacce terroristiche, attentati chimici, batteriologici, sangue e fuoco, una vera e propria 'industria della paura'. Poi davanti a episodi concreti, a pazzi dementi che minacciano di aumentare esponenzialmente il numero degli incendi del 2007(già ampiamente enorme) nessuno parla, scrive, nessuno informa gli italiani. Se non è malafede è peggio...

Firenze. Domenici lancia la crociata e Amato confonde vittime e carnefici

Nei giorni scorsi l'apoteosi. A Firenze il sindaco lancia una vera e propria crociata contro i lavavetri ai semafori accusandoli di essere il maggior pericolo dell'incolumità dei fiorentini. Tra le sue righe traspare però chiaramente il vero motivo del provvedimento: ripulire la vista dei benpensanti serbatoi elettorali della vista che turba le loro menti borghesi e perbeniste. I lavavetri ai semafori puzzano per i figli di Coco Chanel, non indossano magliette di Dolce e Gabbana ... Ma basterebbe farsi un giro per le strade delle nostre città per rendersi conto di quanto Domenici abbia voluto strumentalizzare la legalità e la sicurezza. Ad ogni incrocio dove c'è un lavavetro vediamo dita media alzarsi prima di sgommare via per non togliere dalle tasche anche solo pochi centesimi, insulti virulenti, minacce di ogni tipo da parte degli automobilisti ...
Appena la penna si è posata sulla carta intestata del Comune che fu di La Pira i pasdaran dell'embedded si sono lanciati lancia in resta. Da giorni tutti i telegiornali inondano lo spettatore di cifre sui miliardi di euro, migliaia al giorno, che i lavavetri introiterebbero giornalmente. Cifre da far impallidire il tronchetto dell'infelicità e il nano da giardino ... Corredati da minacce e bestialità di tutti i tipi. Avranno forse fotocopiato tutti la Padania ...
Ma il corollario di tutto viene da Amato, il ministro dell'Interno sempre più degno erede di Pisanu, l'uomo(ehm...) che è riuscito a scovare fondamentalisti islamici, brigatisti rossi e anarco-insurrezionalisti anche in conventi di clausura e case di riposo per anziani. L'ex delfino dell'emigrante di lusso Bettino Craxi(buonanima del nascente Partito Democratico, e anche qui ci sarebbe molto da dire ...) ha affermato che il racket è una piaga enorme del nostro Paese. E fin qua nulla da eccepire, anzi siamo perfettamente d'accordo. La perla viene adesso siori e siore: i lavavetri ambulanti sono tra la migliore manovalanza della criminalità organizzata, vittime di un sistema criminale e deliquenziale. Quindi bisogna reprimerli e arrestarli. Non sto schezando cari lettori, sono testuali parole di Amato. E' una sequenza, vittime quindi repressione, che chiunque può verificare. Basta rileggersi le dichiarazioni del gigio Giuliano per verificare.

Mi fermo qui. Ormai siamo arrivati a Settembre e altri episodi di cronaca, almeno per ora, catturano l'attenzione dei giornalisti dello Stivale. E' tornato Corona(ne sentivamo la mancanza) e qualcuno ha sentito anche sparuti echi della Lecciso. Siamo tornati alla normalità. Si torna a parlare di veline, calciatori, lustrini e paiettes. Vista la caccia all'uomo di quest'estate forse è meglio così ...

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