Natalino, operaio infaticabile in attesa di contratto
Una cascina che è una meraviglia, immersa nel verde. Peccato che non abbia né acqua né luce e le stanze siano gelide. A Natalino toccherà rimanere qui per due mesi, ordine del prefetto, ma è contento perché il 15 settembre firmerà il primo contratto a tempo indeterminato della sua vita. Cinque figli, il più piccolo malato di cuore e in attesa di una delicata operazione quando compirà 7 anni, Natalino assicura che i giorni dello sgombero sono stati i peggiori della sua vita. Anche la sua famiglia è l'esempio di come gli assistenti sociali pavesi hanno gestito il problema dei rom: prima gli hanno assicurato una casa vera e propria dove far crescere il bambino malato, dopo 3 anni li hanno sloggiati e così si sono stabiliti alla ex Snia. Natalino ha continuato a lavorare: c'è del suo nelle autostrade lombarde, nelle ferrovie di Tortona, nelle case pavesi che ha ridipinto o ristrutturato. "A occhio e croce il 30% dei pavesi mi conosce e sa che sono una brava persona". Viveva in un piccolo paesino in provincia di Horezu Poenari, poi una esondazione del fiume gli ha distrutto la casa e non aveva soldi per ricostruirla. Mentre parla, gli altri 12 ospiti della cascina riposano al sole, i bambini giocano. La Caritas ha promesso gli allacciamenti al più presto, per il cibo non hanno bisogno di assistenza perché "abbiamo il nostro stipendio e ci arrangiamo". Quando gli dicono che il 17 settembre parteciperà alla puntata de "L'infedele" di Gad Lerner, riesce soltanto a dire: "Vuol dire che mi metterò il papillon".
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