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Veltroni, gli antirazzisti chiedono indietro il voto

Macelleria romana

Una violenza inaudita ha contrassegnato un'azione repressiva nei confronti di migranti nel centro di Roma.
10 settembre 2007
Valeria Belli (Associazione Yakaar)

6 settembre, ore 15, come sempre a piazzale Flaminio qualche decina di immigrati, senegalesi, bengalesi e maghrebini, propongono ai passanti la loro merce: borse, zainetti, occhiali da sole, foulards, oggettini di artigianato, accessori per cellulari...
Ore 15,15, alcune decine di loschi figuri appaiono alle uscite della metropolitana, mentre una sessantina di agenti di polizia municipale scendono a passo di carica da Villa Borghese, accerchiando l'"osceno mercato", coadiuvati da oltre venti auto bianche. La "task-force" centrale istituita dal comune per combattere i migranti entra in azione. La razzia scatta. Tutta la merce, per quanche decina di migliaia di euro, viene distrutta nel parapiglia o sequestrata, senza il rilascio di alcun verbale; tutti i venditori (di cui molti aderenti all'associazione di solidarietà mutietnica Yakaar) sono costretti a scappare, alcuni infortunandosi, mentre dieci di loro vengono brutalmente ammanettati, gettati in malo modo nelle auto e portati al comando.
L'ordine regna a Roma, i pericolosi criminali sono assicurati alla giustizia e l'amministrazione comunale di centrosinistra può contendere alla destra le pulsioni razziste e perbeniste di buona parte dell'elettorato.
Complimenti, Veltroni. Questo è diventata Roma, "la città della tolleranza e dell'accoglienza" .
La tua elezione a leader del nuovo Partito Democratico (chissà perché democratico) si fa più vicina.
Le/gli antirazziste/ i ti chiedono indietro il voto che ti hanno dato un anno fa.

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