La pioggia nel Pigneto…
tollerarti
Taci/ Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane/ ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane/ Ove per tacere si deve intendere l'imperativo per tutti coloro, alemanni e no, che fanno piovere solo parole italiane, quelle disumane legate all'Italia del “lei non sa chi sono io” esplicitate con più o meno prepotente arroganza, accompagnate a più o meno violenze fisiche e per parole nuove delle foglie lontane si debbano intendere quelle di coloro che Italia non sono stati mai nonostante a lei portino ricchezza e che continuano a non essere, se non passatempi per sfogare su di loro miseri istinti italici, confondendo l'umiltà con radicati e deleteri complessi di inferiorità. Gli italiani, complessati più che mai, non sanno che umiltà è ascolto dell'altro, diverso dall'io, e non sanno neppure che questa è l'unica chiave che consente all'altro di parlare e di farsi comprendere.
Gli italiani parlano di tolleranza, ma che cavolo di termine è? La convivenza e la condivisione non sono subordinate a tolleranza, ci vuole ben di più. Si tollera lo schiavo, non il compagno di vita. Due sole sono le opzioni, ma se si decide per lo schiavo allora siamo razzisti e dunque taciamo con la pioggia dei bla bla!
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