La guantanamo italiana
Da Bari Palese a Via Corelli. Da Corso Brunelleschi a Ponte Galeria fino a Gradisca d’Isonzo. Sono giorni concitati nei centri di identificazione ed espulsione italiani. Sembra non sia così da ciò che si vede quotidianamente in televisione. Tutto tace, eppure i fatti denunciati dai migranti sono molti in questi mesi.
Le urla dei reclusi iniziano ad uscire e penetrano all’interno del tessuto della società attraverso un tam tam di telefonate ed interviste radiofoniche. Si fanno sentire. Vogliono farsi sentire. Le loro parole vengono raccolte e denunciate alla società civile. Ma non basta, qualcosa non funziona. A qualcuno non arrivano le notizie. Ad altri arrivano, ma macchiati di indifferenza preferiscono parlare di Gossip, delle vicende personali di Silvio Berlusconi, del confronto tra Bersani e Franceschini e di altre futili notizie.
I migranti chiedono rispetto. Vogliono essere rispettati come dovrebbe aver rispetto ogni essere umano. Ma, le notizie che escono non scavalcano il muro di indifferenza. Il grido dei migranti, “Ci tengono come cani, impareremo ad abbaiare”, attraverso Radio Black Out, resta ancora una volta inascoltato.
Non è la prima volta che i migranti del Cie di Gradisca d’Isonzo si fanno sentire. Questa volta, l’episodio che fa scatenare la protesta arriva quando Domenica, 35 persone tentano di scavalcare le mura del centro di detenzione. Ma l’operazione fallisce.
Molti reclusi, anche chi non aveva partecipato all’evasione fallita, iniziano a protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alla mattina successiva. La protesta ricomincia quando le forze dell’ordine irrompono all’interno dei dormitori per una perquisizione. “I poliziotti si lasciano andare ad offese pesanti, strappando in due un Corano, e pare che durante il loro passaggio siano spariti anche dei soldi e dei cellulari. Di lì a poco, scoppia la rivolta.” Racconta un migrante a Radio Black Out.
Durante lo scontro tra forze dell’ordine e reclusi, qualcuno era rimasto ferito e trasportato con urgenza all’ospedale di Gorizia. Nessuno sapeva cosa fosse successo ai migranti pestati, fino al momento in cui, sono apparse le foto che dimostravano la violenta risposta delle forze dell’ordine. Tra i feriti c’è chi ha avuto 60 punti di sutura
Attraverso youtube (http://www.youtube.com/watch?v=YxAi65bgheA) si può vedere il filmato del dopo pestaggio, quando i migranti sono stremati, gonfi, pieni di lividi e con il sangue che si vede da tutte le parti. Il video è stato montato dai reclusi con un cellulare. All’inizio si vede un tunisino con un occhio gonfio, le gambe e le braccia piene di ematomi. “Guarda il polizia” ripete il ragazzo indicando le parti del suo corpo colpite dalle manganellate. Alla fine del video si vede un uomo sdraiato a terra e pieno di sangue sul volto e sul pavimento. Nel cortile una squadra di poliziotti e militari si prepara per un’altra carica. Dalle camerate si alzano cori di protesta. Ma quando i militari entrano, i detenuti non sanno come difendersi e scappano gridando “No, no!” Ma cosa è successo veramente quel giorno? E’ doveroso far chiarezza.
I reclusi hanno denunciato anche la sparizione di denaro e di altri oggetti ( come mp3) durante la perquisizione che ha preceduto gli attimi di violenza. Veniamo a conoscenza che sei cellulari, la loro unica arma, sono stati sequestrati durante la perquisizione. Molto spesso, è proprio il cellulare il mezzo con cui poter dialogare con giornalisti e attivisti. Le loro grida di giustizia non vengono ascoltate nella società civile, ma loro continuano le telefonate per denunciare ciò che accade all’interno del centro
Onori Andrea
Articoli correlati
- Migranti, la sentenza della Cassazione
Sui paesi sicuri il giudice può disapplicare decreto ministeriale
La Suprema Corte dà ragione al tribunale di Roma. Sui Paesi sicuri per i migranti l'ultima parola spetta al giudice. Lo ha stabilito oggi, 19 dicembre, la Corte di Cassazione dando ragione al Tribunale di Roma.19 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert, il bollettino quotidiano pacifista
Minacce di morte a chi difende i diritti dei migranti
Il monitoraggio del Consiglio d'Europa il 22 ottobre ha segnalato il clima di odio verso i migranti. A conferma di ciò sono oggi giunte le minacce di morte alla giudice Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica, contraria al trattenimento dei migranti in Albania.24 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - PeaceLink accoglie con entusiasmo questa vittoria e continuerà a dare voce ai diritti dei migranti
Migranti, vittoria per la Ong tedesca Sos Humanity
La magistratura condanna il governo italiano per il fermo illegale della nave di soccorso della Ong. Il giudice stabilisce che la Humanity ha agito in conformità al diritto internazionale soccorrendo i migranti in mare e che la Libia non è un porto sicuro per i migranti.Redazione PeaceLink - Inchiesta della Bbc sulla guardia costiera greca accusata di aver gettato in mare nove migranti
Migranti, la strage senza fine mentre l'Europa guarda dall'altra parte
Mentre la Meloni invia i missili a lunga gittata a Kiev, i bambini affogano davanti alle coste italiane. Si palesa il cinismo della Fortezza Europa che non salva i migranti e fa morire oltre a donne e bambini anche la sua anima solidale omettendo di soccorrere chi fugge da povertà e guerre.18 giugno 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network