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Appello pubblico: “No alla procedura hotspot – la città prenda parola”

L’hotspot non può essere una fabbrica di etichette, i movimenti prendano parola
18 maggio 2016
Campagna Welcome Taranto

Una manifestazione dei promotori di Campagna Welcome Taranto

Invio in allegato l'appello di Campagna Welcome Taranto finalizzato a costruire una rete di forze politiche, associative, sindacali e di movimento che prendano parola, contestando la pericolosità del metodo hotspot. L’hotspot non può essere una fabbrica di etichette che, una volta applicate arbitrariamente ai migranti che vi vengono condotti, segnano la qualità della vita, la soglia di ricattabilità e la rilevanza dello sfruttamento (sessuale, lavorativo, ecc) alla quale chi è in fuga viene esposto. Anche Taranto può e deve fare la sua parte. Ricordiamo inoltre l'assemblea pubblica che abbiamo convocato venerdì 20 maggio in Piazza M. Immacolata alle ore 19.00.

 

In caso di pioggia e maltempo (purtroppo probabile), l'assemblea pubblica prevista domani per le 19.00 in Piazza M. Immacolata sarà spostata presso l'aula studio di Officine Tarantine ... che ringraziamo per la disponibilità. Entro domani alle 13.00 ufficializzeremo la scelta.

 

Di seguito l'appello che viene rilasciato anche in allegato:

Con questo appello ribadiamo il nostro no al sistema hotspot. Abbiamo ascoltato storie

incredibili di donne ed uomini infrangersi contro le barriere fisiche, giuridiche e politiche

delineate nell’ambito della cosiddetta procedura hotspot. Vite diverse ricondotte

forzatamente all’interno di categorie giuridiche, per di più applicate in maniera arbitraria e

ingiusta. Abbiamo avuto direttamente a che fare con i problemi innescati dall’avvio del

dispositivo hotspot (anche) a Taranto, dove è attivo da 2 mesi. Abbiamo visto donne ed

uomini disorientati, vagare per le strade ad alto scorrimento immediatamente limitrofe

alla struttura, senza una meta precisa. Migranti respinti, lasciati in strada senza un posto

nel quale dormire e mangiare, senza alcun tipo di orientamento, assistenza, supporto,

esposti a tutti i rischi connessi alla precarietà giuridica e sociale. E poi, ancora, donne e

uomini rimpatriati, in base alla nazionalità di origine che, a fronte di percorsi migratori

lunghi e complessi, come messaggio di benvenuto in Europa vengono immediatamente

condotti nei C.i.e. e/o sugli aerei con destinazione il Paese dal quale fuggono. Solo grazie

all’intervento di molti attivisti, su cui non può reggersi la sorte di tanta gente, sono stati

garantiti accoglienza, pasti, orientamento.

Della procedura hotspot contestiamo:

1) L’idea complessiva che governa la procedura, secondo la quale i migranti possono essere

selezionati in base alla nazionalità di provenienza, in violazione del diritto di accesso alla

richiesta di protezione internazionale, che è invece soggettivo e individuale.

2) Le singole procedure (e violazioni) attraverso le quali avviene la selezione e la

differenziazione.

Dal racconto diretto dei migranti transitati abbiamo appreso che l’informativa legale – che

l’ente in gestione ha l’obbligo di attuare – è, anche quando effettuata, assolutamente

generica e inidonea a far comprendere realmente ciò che avviene al momento dello sbarco

e delle identificazioni. Ad esempio, nessuno dei migranti che ha ricevuto il provvedimento

di respingimento ne ha compreso la natura e le conseguenze, e nessuno ha compreso il

contenuto del questionario che viene somministrato immediatamente dopo lo sbarco, in

base al quale, di fatto, si viene respinti. A detta di chi lo somministra, infatti, i migranti

sceglierebbero (evidentemente senza che nessuno spieghi loro le conseguenze e le

alternative) di autodichiararsi “migranti economici”.

Inoltre in nessuna maniera l’hotspot di Taranto può essere configurato come un centro

chiuso: le persone condotte all’interno, in ogni fase della procedura, hanno il diritto di

spostarsi all’esterno della struttura. Ogni prassi contraria è, nei fatti, una detenzione

illegittima, non essendo prevista in nessuna legge, e una grave violazione del diritto alla

libera circolazione.

Inoltre la procedura hotspot è una prassi extralegale: non è regolamentata dalla

legislazione nazionale ma è frutto di accordi di indirizzo politico tra il governo italiano e le

istituzioni europee e poi le procedure seguite (anche con finalità detentive) in assenza di

apposita previsione normativa, sono una grave violazione della legge italiana e delle

normative comunitarie. Non è accettabile, inoltre, che venga impedito l’accesso alla

struttura agli enti di tutela che si occupano di orientamento legale. Non rivendichiamo la

possibilità di accedere all’interno della struttura al fine di democratizzare il

funzionamento dell’hotspot. Al contrario, chiediamo che sia garantito l’accesso a tutti i

soggetti che si occupano di tutela giuridica delle e dei migranti come strumento di

inchiesta/denuncia delle prassi illegittime/controllo sulle procedure in corso, al fine di

circostanziare e specificare gli elementi di critica nei confronti del funzionamento

dell’hotspot.

Non è più il tempo di esprimere generica indignazione e sdegno. Occorre costruire una rete

di forze politiche, associative, sindacali e di movimento che prendano parola, contestando

la pericolosità delle prassi in atto. L’hotspot non può essere una fabbrica di etichette che,

una volta applicate arbitrariamente ai migranti che vi vengono condotti, segnano la qualità

della vita, la soglia di ricattabilità e la rilevanza dello sfruttamento (sessuale, lavorativo,

ecc) alla quale chi è in fuga viene esposto.

Anche Taranto può e deve fare la sua parte.

Per adesioni inviate mail a: campagnawelcometa@gmail.com

 

Adesioni pervenute sino ad oggi:

Ammazza che piazza Off-Topic - sala studio Officine tarantine Palestra popolare Claudio Morabito Libera Open Borders - sguardi migranti Bottega del mondo Equociqui Arci Puglia Arci gay Chiesa Valdese Valentina Petrini - giornalista Gaetano De Monte - giornalista Alessandro Leogrande - giornalista/scrittore Marco Cardellicchio - giornalista Francesco Casula - giornalista Peacelink WWF ACT Puglia Possibile Verdi Taranto Rifondazione comunista e giovani comunisti Taranto Sinistra anticapitalista Taranto Gianni Liviano - consigliere regionale Dante Capriulo - Consigliere comunale Taranto Ass. politica Altra Puglia Ass. Arca Ass. LOA Associazione Babele Ass. OHANA Ass. Ammostro Comitato verità per Taranto Arci comitato territoriale Arci On the road Castellaneta Arci Paisà Maruggio Arci Calypso Sava Arci Grottaglie Hermes academy Tempo di cambiare Grottaglie Comitando "La strada della partecipazione continua" Ass. Pelagonia - Sava redazione Canale 189

Allegati

  • Appello pubblico Hotspot maggio 2016

    Campagna Welcome Taranto
    Fonte: Campagna Welcome Taranto
    13 Kb - Formato pdf
    Appello pubblico Hotspot maggio 2016

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