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In treno per Ventimiglia

"Vi dovrebbero cacciare via. Ora ci pensa Salvini"

Porto con me il controllore. "Ripeta quello che mi ha detto davanti a un pubblico ufficiale. Verbalizziamo le sue dichiarazioni". Volevo che provasse due secondi di paura. E cosi è stato. Rispondere, colpo su colpo.
16 luglio 2018
Dafne Anastasi
Fonte: Facebook

Sabato sul treno per Ventimiglia. Un perfetto sconosciuto nel corridoio del treno mi chiede: "Dove vai?"

"A Ventimiglia!", rispondo io con voce squillante.

"A far cosa?", insiste.

"Il corteo per il permesso di soggiorno europeo".

"Vi dovrebbero cacciare via. Ora ci pensa Salvini", mi dice.

Io: "Quindi lei sta dicendo che una libera cittadina deve essere espulsa per le sue opinioni politiche?"

"Certo", risponde.

Dopo due minuti torno da lui.

Porto con me il controllore.

"Ripeta quello che mi ha detto davanti a un pubblico ufficiale. Verbalizziamo le sue dichiarazioni".

Sta zitto.

Io insisto.

Lui dice che non mi ha detto niente.

Interviene la compagna che era con me e dice che lo ha detto eccome.

Continua a stare zitto. Inizia a sudare.

Il controllore mi chiede che fare. "Niente", gli rispondo. "Volevo che si vergognasse di quello che ha detto".

Volevo che provasse due secondi di paura. E cosi è stato.

Rispondere, colpo su colpo.

Prendiamo le distanze dal ministro Matteo Salvini: non rappresenta l'Italia della solidarietà. "Salvini, not in my name!"

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