"Crociata del ministro dell’Interno nei confronti di rifugiati e migranti"
"L’Italia - annota Amensty - ha cooperato con la guardia costiera libica e altri attori nel paese per fermare i flussi di migranti. Negli accordi non sono state incluse garanzie fondamentali per i diritti umani a fronte di ripetute denunce di abusi commessi proprio dalle istituzioni libiche".
Il governo Conte, sostiene Amnesty International, “si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio”, in cui “le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo”. Parlando del Dl sicurezza, Amnesty afferma che contiene misure che “erodono gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti e avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia”. Amnesty International Italia segnala inoltre il “massiccio ricorso” da parte di alcuni candidati e partiti politici a “stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti, identitari nel corso della campagna elettorale” di quest’anno.
Amnesty parla di un "linguaggio istituzionale, che nel 2018 si è incattivito, in particolare attraverso la vera e propria crociata fatta sui social network del ministro dell’Interno nei confronti di
Amnesty parla oggi di una "diffusione d’odio" che "ha contribuito a creare condizioni propizie per la preoccupante serie di crimini d’odio contro persone di colore". rifugiati e migranti, delle associazioni che li assistono e financo di rappresentanti istituzionali che hanno cercato di suggerire forme per la loro migliore integrazione, come il sindaco di Riace".
Un articolo durissimo di Elisa De Pieri e Matteo De Bellis, ricercatori dell’Ufficio regionale per l’Europa di Amnesty International, ha connotato la giornata odierna dedicata ai settanta anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall'ONU il 10 dicembre 2018.
Il report mondiale di Amnesty si può consultare cliccando qui.
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