Le persone di Haiti tentano di emigrare
Mentre l’attenzione mondiale si concentra sul conflitto in Ucraina, che potrebbe facilmente inasprirsi, le condizioni di vita dei lavoratori di Haiti rimangono disastrose.
I lavoratori che domandavano di triplicare il loro salario hanno abbandonato le strade per il momento. Due haitiani su cinque ancora non hanno “sicurezza alimentare”, ciò significa che non hanno sufficiente cibo. Abitazioni, lavori e sanità sono scarsi. Gli ospedali e le scuole stanno chiudendo. Le attività criminali si intensificano sulle strade, in particolare i rapimenti.
Decine di migliaia di haitiani educati e competenti, emigrati
per trovare lavoro in Argentina, Cile e Brasile, si trovano di fronte a un dilemma. Non hanno più lavoro, il che li ha portati a tentare di attraversare i confini del Messico per gli Stati Uniti.
Tra dicembre 2021 e marzo 2022, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha espulso 13.783 haitiani, scoperti ad attraversare i confini. È stato negato il loro diritto legale di chiedere asilo. Oltre 6.000 haitiani, trovati in altre parti degli Stati Uniti, sono stati immediatamente deportati. (wola.org, 17 Feb.)
Molti di questi 20.000 deportati sono famiglie, madri, padri, bambini, messi in catene per essere imbarcati su un aereo e spediti in una Haiti in preda ad un collasso economico, per niente pronta a riceverli.
Le Nouvelliste, un quotidiano di Haiti, ha riportato l’8 marzo che il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha stabilito un ufficio a Port-au-Prince, la capitale di Haiti.
Un altro flusso di migranti provenienti direttamente da Haiti è costituito prevalentemente da giovani, principalmente uomini che affrontano un futuro senza prospettive, persino quelli istruiti. La Repubblica Domenicana, che alcuni hanno cercato di raggiungere, sta rafforzando gli ostacoli sui confini. Gli Stati Uniti sono una fonte di lavoro più probabile.
Un’imbarcazione di legno si è rovesciata sulle coste della Florida il 6 marzo, con 356 haitiani a bordo. Alcuni sono riusciti a nuotare fino a riva, dove sono stati catturati dalla Guardia Costiera, che, prima dell’11 marzo, ha rimandato i sopravvissuti ad Haiti.
Questo è il quarto grande tentativo di raggiungere gli U.S. per nave negli ultimi quattro mesi.
Visita degli alti diplomatici americani
Anne Witkowsky, Assistente Segretaria di Stato per Conflitti e Operazioni di Stabilizzazione, era ad Haiti il 7 marzo, seguita dal Vice Segretario della Difesa Daniel Erikson, che ha invece visitato Haiti dal 9 all’11 marzo.
Nonostante Witkowsky abbia incontrato Ariel Henry, Primo Ministro di Haiti e la sua cricca, insieme al direttore della polizia nazionale di Haiti, è andata là per tenere la situazione sotto controllo, per assicurarsi che non ci sia un’esplosione sociale che disturberebbe gli interessi imperialistici. Erikson ha incontrato il capo della Guardia Costiera di Haiti per migliorare la coordinazione loro necessaria a fermare l’afflusso di barche di persone da Haiti.
Rapimento, colpisce al General Hospital
Le statistiche dei crimini sono inaccurate, molti non vengono riportati oppure sono riportati per difetto. Il rapimento è comune; a volte testimoni notano che uno o alcuni dei rapitori indossano un’uniforme della polizia. Press Lakay, un servizio di notizie online, riporta che una dozzina di rapimenti sono avvenuti venerdì 11 marzo.
Il rapimento del Dottor Martial Piard dal General Hospital a Port-au-Prince, il più grande ospedale del paese che serve principalmente aree svantaggiate, è esemplificativo. Il Dr. Piard è un chirurgo dentale e anestetista, conosciuto perché aiuta i poveri con la sua bicicletta. Dopo che i dipendenti dell’ospedale e gli attivisti del vicinato hanno bloccato le strade con pneumatici in fiamme, è stato rilasciato senza chiedere riscatto.
Il suo rapimento è avvenuto a pochi isolati di distanza dal Palazzo Presidenziale.
I dipendenti del General Hospital hanno scioperato, chiedendo alla direzione che i loro stipendi arretrati fossero pagati e di fornire adeguate risorse per i pazienti. Piard faceva parte della squadra che offriva servizi di emergenza durante lo sciopero.
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