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LIBERTA' PER Majidi!

L'attivista kurda fuggita dall'Iran e tre volte vittima: dal regime occupante il Kurdistan Rojahlt, dal regime islamico dell'Iran, dai tribunali della giustizia italiana.
27 luglio 2024
UDIK - Unione Donne Italiane e Kurde

LIBERTA’ PER MAJIDI!

Donna-Vita-Libertà

Maysoon Majidi

Come associazione che si riconosce nei princìpi costituzionali e quindi nei valori della libertà, dell’uguaglianza, della giustizia, della solidarietà e della pace, e che conseguentemente pone in essere iniziative e progetti di solidarietà a favore delle donne, in particolare delle donne kurde, intendiamo esprimere la massima condanna alla decisione del processo che si è tenuto a Crotone il 24 luglio: i giudici hanno irragionevolmente rigettato per la terza volta, la richiesta dell’ avvocato di Majidi Maysoon, attivista kurdo-iraniana, reporter e sceneggiatrice, di revocare la custodia cautelare sostituendola con quella degli arresti domiciliari o di ottenere la liberazione, dopo sei mesi di reclusione.

Giunta dall’Iran con il fratello sulle coste della Calabria a fine 2023 (grazie alla raccolta di contributi e ai prestiti attivati dal padre), come persona migrante e richiedente asilo, fuggendo da “situazioni di acuta sofferenza” (come lei stessa scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), è accusata ingiustamente di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si trova nel carcere di Reggio Calabria, con l’accusa, tanto assurda quanto infamante, di essere addirittura una scafista.

“Dopo anni di lotta per i diritti umani e per la libertà delle donne e di tutto il mio popolo in Iran (…) fuggita da un regime oppressivo per cercare protezione, mi trovo ora privata della libertà in un paese che speravo potesse essere il mio rifugio sicuro”. La sua attività in Iran, iniziata molto prima della rivolta conosciuta in occidente dopo l’uccisione di Mahsa Jina Amini, si è espressa attraverso un vivo impegno sociale, culturale e politico, orientata alla difesa dei diritti umani, delle donne, del popolo Kurdo e del Kurdistan, alla promozione della pace e della libertà, lottando contro le ingiustizie e le violenze. Per questo era stata licenziata dall’Università ed era dovuta fuggire dalla sua terra, per non essere uccisa.

Sulla base di alcune dichiarazioni “forse mal interpretate”, si trova in condizioni fisiche molto preoccupanti, specie dopo uno sciopero della fame e, cosa gravissima, dopo il responso negativo dei giudici alla richiesta di liberazione “per pericolo di fuga”.

Diversi Parlamentari (tra cui Laura Boldrini) e molte associazioni, alle quali Udik si unisce convintamente, chiedono che “si ponga fine a questo assurdo caso di alterazione del diritto penale”.

Luigi Manconi ha affermato che ci troviamo di fronte a un’applicazione brutale dell’impegno preso dalla Presidente del Consiglio Meloni quando dichiarò: “Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”.

Oggi Maysoon è tre volte vittima:

- per essere kurda, perseguitata dal regime occupante del Kurdistan Rojahalt

- per essere donna che, come tutte le donne iraniane, vive la crudeltà del regime islamico

– per essere vittima dell’ingiustizia che sta subendo in carcere e della decisione del Tribunale italiano.

Il processo dovrebbe concludersi a novembre. L’impegno di Udik continuerà contro questa crudele forma di martirio di tante persone che cercano la libertà!

Note: Unione Donne Italiane e Kurde – O.DV.

https://udikitalia.wordpress.com/
E-Mail: udik.unionedonne@gmail.com
Pec. udik.unionedonne@pec.it

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