Il caso Almasri e l’ambiguità delle relazioni tra Italia e Libia
È stato scarcerato Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato domenica su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra. Al momento del rilascio si trovava detenuto a Torino.
Un "errore procedurale"
L’arresto non è stato convalidato dall’autorità giudiziaria italiana a causa di un presunto errore procedurale. La mancata comunicazione preliminare con il Ministero della Giustizia, richiesta in casi così delicati, ha portato la Corte d’Appello di Roma a disporre la scarcerazione immediata di Almasri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva dichiarato di valutare l’invio degli atti alla Procura generale di Roma, ma la decisione è arrivata troppo tardi: Almasri è stato espulso su provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e ha fatto ritorno in Libia con un volo.
Un ritorno in libertà grottesco
Almasri, accusato di torture, crimini di guerra e abusi sistematici sui migranti nei centri di detenzione libici, ha lasciato l’Italia nonostante fosse ricercato dalla CPI. Le autorità libiche hanno definito il suo arresto "arbitrario", ottenendo di fatto la sua liberazione. Questo epilogo paradossale mette in luce l’ambiguità delle relazioni tra Italia e Libia.
La questione migranti e le ombre del sistema
Almasri ha avuto un ruolo chiave nella gestione dei migranti, dirigendo la prigione di Mitiga, luogo di torture e detenzioni disumane. L'Italia, nel suo tentativo di frenare i flussi migratori, ha finanziato e supportato operazioni della Guardia costiera libica, collaborando con figure come Almasri. Questo ha consolidato un sistema di abusi nei centri di detenzione, dove migliaia di persone hanno subito violenze, torture e vessazioni.
La scarcerazione di Almasri non è solo un fallimento giudiziario, ma anche un simbolo grottesco di un sistema che, mentre cerca di frenare l'immigrazione, si compromette con figure accusate dei peggiori crimini contro l'umanità.
Articoli correlati
- Albert - bollettino pacifista dal 3 al 9 febbraio 2025
Lo dicono i dati: l'aumento delle spese militari Nato è ingiustificato
Dal 2014 al 2024 la spesa della Nato è cresciuta di oltre 250 miliardi di dollari, mentre quella russa ha avuto un incremento di 40 miliardi di dollari. Il raffronto è impietoso. Mercoledì prossimo ragioneremo di questo in un webinar del coordinamento contro l’invio di armi in Ucraina.9 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink - Almasri è accusato di crimini gravissimi come torture, stupri e omicidi di migranti
La premier Giorgia Meloni indagata per il caso del libico Almasri
Almasri era ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI), ma invece di essere arrestato e consegnato alla giustizia internazionale, è stato espulso e rimpatriato in Libia con un volo di Stato italiano.28 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink - La Merkel rompe il silenzio: “Inaccettabile votare con l’estrema destra”
Germania: per contrastare i migranti la CDU sdogana i neonazisti tedeschi
Si tratta di un passaggio politico che segna una frattura nella CDU, un partito che sotto la guida della Merkel aveva mantenuto una chiara distanza dall’estremismo di destra. Ma oggi il panorama è cambiato: la pressione della destra anti-immigrati sta spingendo anche i moderati a scelte estreme.31 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink - L'attacco ai giudici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Quando la legge diventa un ostacolo
L'attacco diretto all’autonomia della magistratura, un pilastro dello Stato di diritto, rivela una concezione dello Stato sempre più sbilanciato verso l’accentramento sul potere esecutivo. Ma oggi non basta più dire che tutto ciò è inaccettabile. Bisogna opporsi, denunciare, mobilitarsi.31 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network