Migranti

Lista Diritti Globali

Archivio pubblico

Un epilogo paradossale, una umiliazione per la Corte Penale Internazionale

Il caso Almasri e l’ambiguità delle relazioni tra Italia e Libia

Almasri, accusato di torture, crimini di guerra e abusi sistematici sui migranti nei centri di detenzione libici, ha lasciato l’Italia nonostante fosse ricercato dalla CPI. Le autorità libiche hanno definito il suo arresto "arbitrario", ottenendo di fatto la sua liberazione.
22 gennaio 2025

È stato scarcerato Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato domenica su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra. Al momento del rilascio si trovava detenuto a Torino.

Un "errore procedurale"
L’arresto non è stato convalidato dall’autorità giudiziaria italiana a causa di un presunto errore procedurale. La mancata comunicazione preliminare con il Ministero della Giustizia, richiesta in casi così delicati, ha portato la Corte d’Appello di Roma a disporre la scarcerazione immediata di Almasri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva dichiarato di valutare l’invio degli atti alla Procura generale di Roma, ma la decisione è arrivata troppo tardi: Almasri è stato espulso su provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e ha fatto ritorno in Libia con un volo.

Un ritorno in libertà grottesco Le terribili condizioni dei migranti prigionieri dei centri libici


Almasri, accusato di torture, crimini di guerra e abusi sistematici sui migranti nei centri di detenzione libici, ha lasciato l’Italia nonostante fosse ricercato dalla CPI. Le autorità libiche hanno definito il suo arresto "arbitrario", ottenendo di fatto la sua liberazione. Questo epilogo paradossale mette in luce l’ambiguità delle relazioni tra Italia e Libia.

La questione migranti e le ombre del sistema
Almasri ha avuto un ruolo chiave nella gestione dei migranti, dirigendo la prigione di Mitiga, luogo di torture e detenzioni disumane. L'Italia, nel suo tentativo di frenare i flussi migratori, ha finanziato e supportato operazioni della Guardia costiera libica, collaborando con figure come Almasri. Questo ha consolidato un sistema di abusi nei centri di detenzione, dove migliaia di persone hanno subito violenze, torture e vessazioni.

La scarcerazione di Almasri non è solo un fallimento giudiziario, ma anche un simbolo grottesco di un sistema che, mentre cerca di frenare l'immigrazione, si compromette con figure accusate dei peggiori crimini contro l'umanità.

Articoli correlati

  • Per difendere Netanyahu la Camera USA sanziona la Corte penale internazionale
    Palestina
    La misura adottata dalla Camera USA rappresenta un pericoloso precedente

    Per difendere Netanyahu la Camera USA sanziona la Corte penale internazionale

    Questo atto è stato motivato dalla decisione della CPI di emettere un mandato d’arresto per i crimini a Gaza contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, evidenziando una frattura tra gli Stati Uniti e il sistema di giustizia internazionale.
    20 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Libertà per Leonard Peltier!
    Cittadinanza
    Un appello al Presidente Biden

    Libertà per Leonard Peltier!

    PeaceLink si unisce al coro mondiale. Lo stesso Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d’America, il partito di cui lo stesso Presidente Biden fa parte, ha richiesto all’unanimità la liberazione di Leonard Peltier.
    23 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Sui paesi sicuri il giudice può disapplicare decreto ministeriale
    Migranti
    Migranti, la sentenza della Cassazione

    Sui paesi sicuri il giudice può disapplicare decreto ministeriale

    La Suprema Corte dà ragione al tribunale di Roma. Sui Paesi sicuri per i migranti l'ultima parola spetta al giudice. Lo ha stabilito oggi, 19 dicembre, la Corte di Cassazione dando ragione al Tribunale di Roma.
    19 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Russia, in carcere il sociologo marxista Boris Kagarlitsky
    Pace
    E' in atto una campagna di solidarietà

    Russia, in carcere il sociologo marxista Boris Kagarlitsky

    Dopo la conferma della sua condanna a cinque anni di reclusione per "giustificazione del terrorismo", il sociologo è stato trasferito in una colonia penale, dove sta scontando la pena​. E' stato incarcerato per un'accusa di "giustificazione del terrorismo".
    21 novembre 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)