Germania: per contrastare i migranti la CDU sdogana i neonazisti tedeschi
Angela Merkel è tornata a parlare, e lo ha fatto con parole nette: è “inaccettabile” che il suo partito, la CDU, abbia votato insieme all’estrema destra in parlamento. L’ex cancelliera ha criticato duramente la decisione dei cristiano-democratici di allinearsi con Alternative für Deutschland (AfD) e la destra radicale su una mozione riguardante le politiche migratorie.
Si tratta di un passaggio politico che segna una frattura nella CDU, un partito che sotto la guida di Merkel aveva mantenuto una chiara distanza dall’estremismo di destra. Ma oggi il panorama è cambiato: la pressione della destra anti-immigrati sta spingendo anche i moderati a scelte sempre più estreme.
La questione migranti e l'ombra dell'AfD
Il voto incriminato riguarda misure più restrittive sull’accoglienza e l’espulsione dei migranti, un tema su cui la CDU sta cercando di riconquistare l’elettorato che negli ultimi anni ha virato a destra. Ma la decisione di votare insieme all’AfD ha scatenato un’ondata di critiche, interne ed esterne al partito.
La Merkel, che nel 2015 aveva aperto le porte a oltre un milione di rifugiati, ha ribadito che la CDU non può tradire i suoi principi per inseguire il consenso. Un messaggio chiaro all’attuale leadership, che sembra sempre più incline a rincorrere la retorica anti-immigrazione.
Una deriva pericolosa
L’alleanza, anche solo occasionale, con la destra estrema è un segnale preoccupante per la Germania e per l’Europa.
L’AfD è un partito sotto sorveglianza per i suoi legami con movimenti neonazisti, e il suo successo sta spostando l’asse politico tedesco verso una radicalizzazione sempre più evidente.
Il voto della CDU con l’estrema destra non è solo un "errore tattico". È il sintomo di una normalizzazione pericolosa dell’ideologia dell’AfD, che rischia di contaminare anche i partiti tradizionali. La storia tedesca insegna che, quando la destra moderata apre la porta all’estremismo di destra, il prezzo da pagare è altissimo.
Merkel lo sa. E il suo monito dovrebbe far riflettere non solo la CDU, ma tutta l’Europa.
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