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La fortezza europa e le deportazioni aeree

Francesco Iannuzzelli9 novembre 2000

166.909 immigrati sono stati espulsi dall'unione europea nel 1999, secondo il rapporto del "Council of the European Union's Migration and Expulsion Working Party", che ha richiesto agli stati membri dell'unione (piu' Islanda e Norvegia) di rispondere a un questionario sulle deportazioni via aerea.
Occorre far notare che in queste statistiche non rientrano le espulsioni effettuate direttamente alla frontiera.
Il documento e' disponible in versione integrale presso il sito di Statewatch http://www.statewatch.org/news/sept00/12airexpel.htm
Nel rapporto viene sottolineato che i dati raccolti possono contenere errori o incompletezze e purtroppo dobbiamo notare che le incompletezze riguardano proprio gli aspetti piu' cruciali che potrebbero essere denunciati da parte delle associazioni che combattono le deportazioni degli immgirati.

Analizzando le risposte fornite dall'Italia emergono comunque aspetti interessanti e sintomatici di come queste deportazioni rappresentino una palese violazione dei diritti umani.

L'Italia nel 1999 ha deportato 12.036 immigrati i cui paesi di origine erano Albania, Algeria, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Tunisia, Romania, Ucraina e altri.
Non viene specificato nelle risposte del questionario se il rimpatrio e' stato effettuato nei paesi di origine degli immigrati; cio' lascia intuire che su questo non vi sia certezza e che spesso l'espulsione viene attuata in maniera affrettata, spedendo l'immigrato in una
terzo paese.
Allo stesso modo non viene fatta distinzione sullo stato dei deportati, cioe' se richiedenti asilo o meno; anche questo e' indicativo della considerazione in cui viene tenuta la richiesta di asilo da parte degli immigrati.

L'Italia, diversamente da altri stati che evidentemente cercano di risparmiare sui "costi" delle deportazioni, prevede sempre una scorta come accompagnamento dello straniero.
Non vengono segnalati da parte italiana problemi durante le deportazioni, mentre cio' avviene nei rapporti di altri stati, che fanno riferimento a varie forme di resistenza da parte degli immigrati o alla mancanza di cooperazione tra le autorita' competenti.

Proprio la necessita' di coordinare meglio le attivita' delle varie autorita' competenti in fatto di espulsioni sembra essere la preoccupazione principale dell'Unione Europea, come si intuisce anche dalle domande effettuate nel questionario.

La "Fortezza Europa" appare ancor piu' chiaramente come un sistema di difesa dei privilegi dei cosiddetti "cittadini europei" disposto a tutto, anche alla violazione dei fondamentali diritti umani, pur di respingere gli immigrati ai loro paesi di origine, nelle
condizioni di vita impossibili che lo stesso sistema europeo ha contribuito a creare e continua ad alimentare.

"Cittadini europei" che pero', come evidenzia il rapporto demografico delle Nazioni Unite, sono ormai in via di estinzione e hanno drammaticamente bisogno di immigrazione per mantenere viva la propria societa' e anche il proprio sistema produttivo ed economico.

La contraddizione e' intrinseca a questa politica dell'immigrazione, che fra l'altro persevera anche nell'applicare un metodo totalmente antieconomico; basta fare un po' di conti per capire quanti soldi potrebbero essere investiti in progetti _reali_ di accoglienza e di cooperazione invece che spenderli per deportare 170.000 immigrati l'anno piu' la scorta piu' i centri di detenzione piu' tutto il resto.

Viene quasi il sospetto che qualcuno ci stia guadagnando in tutto questo...

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