Interrogazione di Metz sull’illegittimità del CPT di Gradisca
Il Consigliere Metz, nel merito, chiede al Presidente Illy se non ritiene il caso di utilizzare tutti gli strumenti legali a propria disposizione per bloccare la costruzione del CPT, vista l’inadempienza da parte del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, delle procedure previste dalla legge.
In maniera particolare, non è stato in nessun modo tenuto conto di quanto prescrive l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3287 del 23 maggio 2003 (G.U. n.125/31 maggio 2003):
<< (Art.1, c.3) “Per lo svolgimento delle attività previste al c.2, il capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione si avvale di una commissione tecnico-consultiva, istituita con proprio provvedimento ed integrata, di volta in volta, da un rappresentante della regione interessata, […]” >>.
Visto che mai la Regione è stata interpellata da parte del Ministero dell’Interno - e quindi nessun suo rappresentante ha potuto partecipare a commissioni di qualsiasi tipo dove poter esporre la posizione della Regione stessa - e soprattutto non è stata messa in condizioni di controllare che l’iter si svolgesse correttamente, riteniamo doveroso un intervento di tutela delle prerogative della nostra Regione nelle sedi giuridiche opportune.
Allo stesso modo riteniamo altrettanto e forse maggiormente doverosa un’azione di questo tipo anche dal punto di vista politico. La Giunta Regionale, per voce del Presidente Illy e del suo Assessore Antonaz, competente per deleghe affidategli, hanno più volte manifestato la loro contrarietà alla costruzione del CPT a Gradisca d’Isonzo e in qualsiasi altro sito della nostra regione, e quindi ci sembra necessario un deciso e non più rinviabile intervento per essere conseguenti con le dichiarazioni fatte, soprattutto in virtù delle voci insistenti che danno per imminente l’apertura del CPT stesso addirittura nel mese di aprile 2005.
Vogliamo sottolineare, come in sede di discussione Consiliare sullo Statuto Regionale, più volte e trasversalmente si sia affermato il principio dell’Autonomia della nostra Regione e il senso che tale Autonomia riveste nel presente. Francamente ci sembra assurdo e vergognoso che tale principio possa tranquillamente essere messo in discussione con imposizioni di questo tipo, ovvero con la costruzione di un vero e proprio Centro di Deportazione che nulla ha a che vedere con quella cultura dell’accoglienza che sempre ha contraddistinto le nostre Comunità.
Esso è tanto più inaccettabile di fronte alle politiche di integrazione e di cittadinanza che questa maggioranza e questa Giunta esprimono nelle proprie competenze legislative nei confronti delle persone straniere che intendono investire il loro presente e il loro futuro sul nostro territorio.
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