Campo Rom di Secondigliano
L'esposizione si compone di una selezione d’immagini in bianco e nero, che costituiscono il nucleo pulsante di un ampio reportage, in cui lo sguardo indagatore dell'artista si avvicina alla cultura Rom senza pregiudizi, ma con la curiosità di chi vuole conoscere un mondo che ogni giorno incontriamo ed incrociamo frettolosamente. Gli scatti di Cimino ritraggono Vesna, una bambina Rom che ha vissuto nel campo nomadi di Secondigliano, alla periferia di Napoli, e il suo mondo fatto di persone dall'aspetto intelligentemente furbesco e di luoghi desolanti; un mondo popolato da bambini dal volto angelico e da donne e uomini dall'aria vissuta, che ti scrutano dentro con i loro sguardi ammiccanti e profondi. Le foto di Cimino attraggono lo sguardo dell'osservatore in maniera semplice e diretta ed hanno il merito di introdurci in punta di piedi in un mondo poco conosciuto, "altro", diverso. Gli scatti dell'artista, infatti, senza indugiare su immagini irrispettose della dignità umana, raccolgono frammenti di una vita di strada, in cui si alternano gesti semplici, come la preparazione della crema per il caffè, si sottendono relazioni e tradizioni sociali ataviche cementatesi nei secoli (il discendente, cugini, sociogrammi, incongruenze), si intuisce il ruolo centrale della musica (in treno) e si percepisce la gioia di vivere (vieni a vedere) e la disperazione rabbiosa (rabbia) del mondo nomade. Alla fine del viaggio l'obbiettivo di Cimino, dopo aver ruotato senza posa intorno al mondo dei Rom, si ferma ed immortala la dolcezza di Vesna, che al pari di una piccola Venere reclina il volto.
Enrica Amaturo
Preside della Facoltà di Sociologia
Università di Napoli Federico II
Il Campo di Secondigliano - "La selvaggia comunità della politica"
di Maurizio Braucci
Quel campo rom dietro il carcere di Secondigliano è un'offesa al cuore, spacciato per risultato di politiche di integrazione, a ben guardare è oggi un monumento alla scarsa intelligenza delle istituzioni, sta lì, basta andare a guardarlo. Fu fatto da persone che erano informate del fatto che nel resto d'Italia ormai ci si orientasse contro la costituzione di megacampi, persone che avevano il compito di affrontare la questione casa-lavorodiritti per i Rom. Non si può fare a meno di un immaginario, pare, nell'elaborazione di qualsivoglia relazione, eppure esistono immaginari limitati o ampi, un campo recintato appartiene alla prima categoria. Malgrado non richiedessero ciò, quanti avevano stabilito con i baraccati rom della periferia nord rapporti di reciproco arricchimento, si trovarono a subire la stessa umiliazione dei loro amici immigrati: una soluzione insoddisfacente, stupida, brutta……
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