Caso Moro

I retroscena del più importante delitto politico della storia italiana

Caso Moro, "Pieczenik fu l'ispiratore dell'omicidio, gravi indizi sul superconsulente Usa"

"Nei fatti è dimostrata la presenza di altre persone durante il rapimento di Moro", ha aggiunto Otello Lupacchini, sostituto procuratore generale preso la Corte d'Appello di Roma.
Adnkronos

"Ho chiesto di approfondire le indagini nei confronti del consulente Usa Steve Pieczenik come 'possibile ispiratore' dell'omicidio di Aldo Moro". Il pg presso la corte d'appello di Roma, Luigi Ciampoli, lo ha detto durante l'audizione presso la commissione d'inchiesta sul caso Moro riunitasi oggi a Palazzo San Macuto. "Più volte - ha detto - il superconsulente americano ha fatto intendere che la fine del sequestro Moro con l'omicidio era la conclusione prevista per riuscire così a destabilizzare le Br".

Moro, sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1978

"L'uccisione di Aldo Moro non fu un omicidio legato solo alle Brigate Rosse, perché a via Fani c'erano i nostri servizi segreti e quelli di altri Paesi stranieri, interessati a creare caos in Italia", ha detto ancora, riferendosi al gruppo di fuoco in Via Fani e al colonnello dei servizi Guglielmi.

"Nei fatti è dimostrata la presenza di altre persone durante il rapimento di Moro", ha aggiunto Otello Lupacchini, sostituto procuratore generale preso la Corte d'Appello di Roma. "Lo possiamo affermare -ha detto- sulla base di un'induzione fondata su fatti. Resta che il silenzio delle Brigate Rosse, sia dei pentiti, degli irriducibili o dissociati, sulla presenza di altri a Via Fani fa sì che quella mattina possano aver partecipato all'agguato personaggi dei servizi o anche della malavita". 

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