Caso Moro

Il 9 maggio del 1978 fu eliminato uno statista inviso agli Stati Uniti e che aveva parlato troppo

Perché ricordare Aldo Moro

PeaceLink ha dedicato uno spazio ad Aldo Moro. Esplorate questo spazio di informazione e scoprirete che ciò che vi hanno detto per tanti anni non è tutta la verità e in certi casi non è la verità.

Moro, sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1978 Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, e Peppino Impastato, ucciso dalla mafia.

Li ricordiamo entrambi oggi, nove maggio.

Diversi.

Lontanissimi.

Ma accomunati da qualcosa che oggi può essere sintetizzato così: avevano valicato un limite. Erano andati oltre. Ognuno dal proprio versante.

Due storie con un grande problema: quello della verità.

Di Peppino Impastato sono noti i tentativi di depistaggio e di infangare la sua immagine. 

Di Aldo Moro la verità - ancora una volta la verità! - è stata tenuta per anni in un limbo. Una scomoda verità. E ancora oggi c'è una parte della verità che non emerge e che riguarda i segreti di Stato. Segreti e depistaggi per tanti anni sono stati un ostacolo all'accertamento dei fatti.

Moro stava rivelando segreti di Stato alle Brigate Rosse, a partire da Gladio. E a quel punto era preferibile che non ne uscisse vivo. Negli Stati Uniti Moro aveva ricevuto minacce per via della sua apertura ai comuniti. Egli sapeva che la sua linea gli poteva costare la vita. Sorprendente fu la manipolazione delle Brigate Rosse. Il Memoriale Moro rimase nascosto per anni in un'intercapedine, chissà perché, di una base delle Brigate Rosse a Milano, in via Montenevoso, e l'originale dei suoi scritti non si trova più. Perché? Candidamente i brigatisti dicono di aver bruciato le carte di quel "processo" di cui loro dicevano di voler pubblicizzare ogni atto: un vero controsenso. Quella versione non regge, dato che Moro non fu reticente negli interrogatori e aveva fatto emergere - nelle tantissime pagine scritte - cose che avrebbero fatto tremare il potere politico, con i suoi segreti. Appena vennero trovate le carte di Moro in via Montenevoso, 12 anni dopo il sequestro e l'uccisione, Andreotti fu costretto a rivelare l'esistenza di Gladio che Moro aveva rivelato ai suoi carcerieri. Perché le Brigate Rosse non rivelarono quel segreto di Stato tombandolo nell'intercapedine di un muro?

Vi fu una inconfessabile trattativa fra pezzi dello Stato e le Brigate Rosse perché la verità non emergesse.

I brigatisti che oggi si esibiscono in rituali di perdono non hanno fornito alcuna indicazione per chiarire i lati oscuri di quella vicenda, tanto che è stata necessaria un'altra commissione parlamentare su Moro.

Aldo Moro è ancora oggi un uomo scomodo, che è scomodo ricordare.

Per questo PeaceLink gli ha dedicato uno spazio.

Cliccate qui: www.peacelink.it/moro

Esplorate questo spazio di informazione e scoprirete che ciò che vi avevano detto per tanti anni non è tutta la verità e in certi casi non è la verità.

Vogliamo essere utili alla verità, e la verità è la grande assente, dopo tanti anni, in questa storia di sangue e di segreti.

E senza verità non c'è perdono.

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