Un commento politico: della vittoria e del nostro lavoro futuro.
In questo giorno di risultati dopo le elezioni regionali, da più parti arrivano le grida di vittoria...e sento anch'io l'ebbrezza del pieno "sorpasso", nella politica italiana, ripagando finalmente il mio spirito della disperazione e degli incubi vissuti dopo i risultati delle Politiche del 2001.
Adesso urgono due grossi impegni: primo, "tampinare" gli eletti, sui temi specifici del loro programma, in modo che siano coerenti e realizzino per quanto possibile ciò che hanno promesso. E' stata una vittoria dovuta anche alla contingenza, alla situazione grave che la nostra Nazione vive, ma dev'essere alimentata dalla concretezza delle azioni che la nuova classe politica nelle regioni saprà realizzare. Solo così questa vittoria - per chi la vive come tale - potrà essere un valido trampolino di lancio per il 2006.
E, secondo, iniziare subito a lavorare. Mantenere i contatti con la base. Ascoltare la gente. Non sognarsi nemmeno che "politica uguale privilegi", la gente è stufa dei teatrini e vuole essere governata per davvero. E cercare persone adatte a governare, nei campi specifici della ricostruzione di tutto ciò che nel nostro Paese è stato divelto o danneggiato: nel welfare, nella sanità, nell'istruzione, nell'economia, nelle tecnologie e nella difesa del diritto e della pace.
Come uomo di pace, proprio su questo tema vorrei soffermarmi; anche perché una cultura della pace porta ad essere vincente in tanti altri settori: non è un mistero che tanti capitoli di spesa nel sociale, siano stati erosi dalle necessità belliche dei nostri anni infuocati di terrore. Come pure la mentalità stessa della "guerra preventiva" e del facile calpestare del diritto, sia diventata prassi comune nella gestione degli interessi di pochi e nell'asservimento a poteri che col popolo italiano non hanno nulla da spartire.
Mi rendo conto che son temi "forti", ideali di lungo respiro, attività che vanno oltre il navigare a vista e che abbracciano non solo la contingenza italiana ma tutto l'insieme dell'umano su questo pianeta... e allora oltre che ai bravi "tecnici", occorre lasciare governare anche i poeti... in senso lato, coloro cioé che sanno guardare nel profondo, analizzare aldilà delle apparenze, "sentire" dentro di sé la gravità dei problemi in modo da dare proprio sé stessi nel tentativo di mitigarne le conseguenze sul mondo dell'umano.
Buon lavoro a tutti.
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