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Le contraddizioni del Papa

Senza lasciare di riconoscere gli aspetti positivi del pontificato di Giovanni Paolo II, dei quali si è fatto leva a dismisura nelle celebrazioni ufficiali, mi piacerebbe concentrarmi sulle nove contraddizioni più eclatanti
10 aprile 2005
Hans Küng
Fonte: El Paìs

Apparentemente, Papa Giovanni Paolo II, che ha lottato attivamente per far finire la guerra e la repressione, è un simbolo di speranza per tutti quelli che desiderano la libertà. In realtà, il suo mandato antiriformista ha fatto piombare la Chiesa cattolica in una crisi di credibilità storica. La Chiesa cattolica è in una situazione disperata. Il Papa è morto e merita tutta la simpatia del modo.
Ma la Chiesa deve andare avanti e, di fronte alla prospettiva dell'elezione di un nuovo Papa, necessita di una diagnosi, di un'analisi senza fronzoli e dal di dentro. Della terapia si parlerà più avanti.

Molti si sono stupiti di fronte alla resistenza del capo della Chiesa cattolica, quest¹uomo così fragile, parzialmente invalido che, nonostante tutte le cure, quasi non riusciva a parlare. E' stato trattato con una venerazione che mai si avrebbe dedicata al presidente degli USA o ad un cancelliere tedesco in una simile situazione. Altri, invece, si sono sentiti ingannati da un uomo del quale hanno pensato che rimase aggrappato caparbiamente al suo posto e che, invece di accettare a via cristiana verso l'eternità, ha utilizzato tutti i mezzi a sua disposizione per mantenersi al potere in un sistema fondamentalmente antidemocratico. Perfino per molti cattolici, questo Papa che, al limite delle sue forze fisiche, si è rifiutato di abbandonare il potere, è il simbolo di una chiesa fraudolenta che si è calcificata e diventata senile dietro la sua splendente facciata.

Lo spirito gioioso che aveva predominato durante il Concilio Vaticano II (dal 1962 al 1965) è scomparso.
La sua prospettiva di rinnovamento, di comprensione ecumenica e apertura generale oggi sembra essersi annebbiata, e il futuro non è per niente lusinghiero.
Molti si sono rassegnati oppure allontanati a causa della frustrazione che gli provocava una gerarchia chiusa in se stessa.
Di conseguenza, molte persone si sono trovate di fronte ad una scelta impossibile: seguire le regole o abbandonare la Chiesa. Potrà soltanto iniziare ad avere nuove speranze quando le autorità ecclesiastiche di Roma e l'episcopato cambino direzione e si lascino guidare dalla bussola del vangelo.

Uno degli scarsi barlumi di speranza è stato l'atteggiamento del Papa contro la guerra in Iraq e contro la guerra in genere. Nello stesso modo è evidente il ruolo che il Papa polacco svolse nella caduta dell'impero sovietico.
E' vero anche che i propagandisti papali esagerano il suo contributo. Dopo tutto, il regime sovietico non crollò grazie a lui (fino all'arrivo di Gorvachov, il Papa non era riuscito ad ottenere molto come adesso in Cina), finché cadde a causa delle contraddizioni sociali ed economiche interne al sistema.
Secondo la mia opinione, Karol Wojtyla non è il miglior Papa del XX Secolo, ma sicuramente il più contraddittorio. Un Papa con molte qualità e che ha preso molte decisioni sbagliate. Per riassumere il suo mandato e concentrarlo in un denominatore comune: la sua "politica estera" chiede agli altri la conversione, la riforma e il dialogo, ma questo contrasta enormemente con la sua "politica interna", dedicata a restaurare la situazione precedente al concilio, ostruire le riforme, negare il dialogo dentro la Chiesa e stabilire il dominio assoluto di Roma. Questa stessa contraddizione si vede in molti settori. Senza lasciare di riconoscere gli aspetti positivi del suo pontificato, nei quali, a proposito, si è fatto leva a dismisura nelle celebrazioni ufficiali, mi piacerebbe concentrarmi sulle nove contraddizioni più eclatanti:

Diritti umani.
Esternamente, Giovanni Paolo II ha difeso i diritti umani ma, all'interno li nega ai vescovi, teologi e, soprattutto, alle donne.

Il Vaticano
in altri tempi nemico deciso dei diritti umani ma, attualmente, molto disponibile ad intervenire nella politica europea - non ha ancora firmato la Dichiarazione dei Diritti Umani del Consiglio d'Europa. Prima dovrebbe emendare troppi canoni di diritto ecclesiastico, una legge assolutista e medievale. Il concetto della separazione dei poteri, la base di tutta la pratica legale moderna, non esiste nella Chiesa cattolica. Questo processo è un'entità sconosciuta. Nelle dispute, lo stesso organismo vaticano funge da avvocato, pubblico ministero e giudice.
La conseguenza
Un episcopato servile e delle condizioni legali intollerabili.
Il pastore, teologo o secolare che si vede coinvolto in una querela legale con gli alti tribunali ecclesiastici non ha in pratica nessuna possibilità di vincere.

Il ruolo delle donne
Il gran veneratore della Maria Vergine predica un nobile concetto di femminilità e, allo stesso tempo, proibisce alle donne di utilizzare metodi anticoncezionali e gli impedisce l'ordinazione.
La conseguenza
La differenza tra il conformismo esterno e l'autonomia della coscienza, che fa sì che i vescovi tendano verso la postura di Roma e si allontanino dalle donne, come successe nella discussione su tema dell'orientamento nei casi di aborto (nel 1999, il Papa ordinò ai vescovi tedeschi di chiudere i centri d¹orientamento nei quali si consegnava alle donne un certificato che dopo potevano utilizzare per abortire). A sua volta, questo provoca un esodo sempre maggiore delle donne che, finora, rimanevano fedeli alla Chiesa.

Morale sessuale
Questo Papa, che ha tanto predicato contro la povertà e la sofferenza nel mondo, è in parte responsabile di questa sofferenza a causa dei suoi atteggiamenti in relazione al controllo delle nascite e dell'esplosione demografica.Durante i suoi innumerevoli viaggi, Giovanni Paolo II ha proclamato sempre la sua opposizione alla pillola e ai preservativi, manifestato in un suo discorso pronunciato nel 1994 di fronte alla Conferenza sulla Popolazione e lo Sviluppo delle Nazioni Unite al Cairo.
Quindi, si può affermare che il Papa, più che nessun altro statista, ha una certa responsabilità nella crescita demografica senza controllo in alcuni paesi e la diffusione dell'aids in Africa.
La conseguenza
Perfino nei paesi tradizionalmente cattolici come Irlanda, Spagna e Portogallo, la severa morale sessuale del Papa e della Chiesa cattolica si trova con un rifiuto tacito o esplicito.

Celibato dei sacerdoti
Nel diffondere l'immagine tradizionale del prete maschio e celibe, Karol Woytyla è il principale responsabile della catastrofica scarsità di sacerdoti, il crollo del benessere spirituale in molti paesi e i numerosi scandali di pedofilia che la Chiesa non può più occultare.
Gli uomini che hanno deciso di dedicare la propria vita al sacerdozio continuano ad avere la proibizione a sposarsi. Questo non è altro che un esempio di questo Papa che, come altri che lo precedettero, ha ignorato gli insegnamenti della Bibbia e della vasta tradizione cattolica del primo millennio, che non esigeva il celibato ai sacerdoti Se qualcuno si vede obbligato a vivere senza moglie e senza figli a causa del suo lavoro, affronta l¹enorme rischio di non poter farsi carico in modo salutare della propria sessualità, che può, per esempio, sfociare in atti di pedofilia.
La conseguenza
Il numero delle vocazioni e calato e manca sangue nuovo nella Chiesa. Tra non molto, quasi due terzi delle parrocchie, sia nei paesi di lingua tedesca come in altri, non avranno parrochi ordinati né le abituali celebrazioni dell'eucaristia. E' un problema che non può risolvere né l'affluenza - sempre minore - di sacerdoti da altri paesi (in Germania ci sono 1.400 sacerdoti arrivati da Polonia, India e Africa), né il raggruppamento di parrocchie in "unità di benessere spirituale", una tendenza molto impopolare tra i fedeli. Il numero di sacerdoti ordinati in Germania è sceso da 366 nel 1990 a 161 nel 203 e, l'età media dei preti attualmente in attività è superiore ai 60 anni.

Movimento ecumenico
Al Papa piaceva che lo considerassero il rappresentante del movimento ecumenico, Ciò nonostante, è intervenuto spesso nelle relazioni del Vaticano con le chiese ortodosse e riformate, e si è rifiutato di riconoscere i loro incarichi ecclesiastici e i loro servizi.
Il Papa avrebbe potuto seguire il consiglio delle varie commissioni ecumeniche di studio, ed avere continuato l'abitudine di molti parrochi locali, che riconoscono gli incarichi ed i servizi delle chiese non cattoliche e che permettono l'ospitalità eucaristica. Avrebbe anche potuto moderare l'impegno del Vaticano nel conservare un potere eccessivo e medievale sulle chiese orientali e riformate, sia in relazione alla questione della dottrina come nell'indirizzo della Chiesa, e avrebbe potuto finire con la politica vaticana dell'invio di vescovi cattolici nelle regioni dove predomina la Chiesa russa ortodossa.Il Papa avrebbe potuto fare tutto questo, ma Giovanni Paolo II non ha voluto. Al contrario, ha voluto conservare e allargare l'apparato di potere di Roma. Per questo è ricorso ad una duplicità piena d'ipocrisia: la politica di potere e prestigio di Roma, si occulta dietro a discorsi presuppostamente ecumenici e ad alcuni gesti vuoti
La conseguenza
L'intenzione ecumenica urtò con una barriera dopo il concilio, e i rapporti con la Chiesa ortodossa e le chiese protestanti hanno sofferto un¹asfissia spaventosa. Il papato, come nei secoli XI e XVI, ha dimostrato di essere il maggior ostacolo per l'unità tra le chiese cristiane all'interno della libertà e della diversità.

Politica del personale
Quando era vescovo suffraganeo, e dopo come arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla partecipò al Concilio Vaticano II. Malgrado ciò, una volta diventato Papa, ha disprezzato il carattere collegiale dell'istituzione che allora si era concordato e ha messo in risalto il suo papato a costo dei vescovi.
Con le sue "politiche interne", questo Papa ha tradito frequentemente in concilio. Invece di utilizzare parole pragmatiche e conciliatrici come aggiornamento, dialogo, carattere collegiale, ecumenico, quello che ora interessa nella dottrina e nella pratica sono termini come restaurazione, insegnamento magistrale, ubbidienza e ritorno a Roma. Il criterio per designare i vescovi non è lo spirito del vangelo né l'atteggiamento d¹apertura sui temi pastorali, ma l'assoluta lealtà alla linea ufficiale di Roma. Prima di essere nominato, la sua fedeltà deve superare la prova di una serie di domande della curia, quindi rimane siglata attraverso un impegno personale e illimitato d¹ubbidienza al Papa che è una sorta di giuramento di fedeltà al fuhrer.Tra i vescovi tedeschi parlanti amici del Papa c'è il cardinale di Colonia, Joachim Meisner, il vescovo di Fulda, Johannes Dyba, che morì nel 2000; Hans Hermann Groer, dimesso dal suo incarico come cardinale di Vienna nel 1995 - in seguito ad accuse varie in cui, anni prima, aveva abusato sessualmente di alcuni allievi -, e il vescovo di St. Poeltin, Kurt Krenn, che ha appena perso il suo incarico dopo lo scatenarsi di uno scandalo sessuale nel suo seminario. Questi sono soltanto gli errori più spettacolari di una politica del personale desolante, che ha permesso che il livello morale, intellettuale e pastorale dell¹episcopato cadesse pericolosamente.
La conseguenza
Un episcopato in generale mediocre, ultraconservatore e servile che costituisce sicuramente il carico maggiore di questo pontificato così lungo. Le masse infervorate di cattolici nei grandi montaggi scenici del Papa non ci devono ingannare: durante il suo mandato, milioni di persone hanno abbandonato la Chiesa o si sono allontanati dalla vita religiosa in segno di rifiuto.

Clericalismo
Il Papa polacco è stato un rappresentante profondamente religioso dell'Europa cristiana, ma le sue comparse trionfanti e le sue politiche reazionarie fomentano, senza volerlo, l'ostilità verso la Chiesa compresa l'avversione verso il cristianesimo. Nella campagna d'evangelizzazione del Papa, centrata su una morale sessuale totalmente lontana dal nostro tempo, si disprezzano in particolare le donne, che non condividono l'atteggiamento del Vaticano sui temi polemici come il controllo delle nascite, l'aborto, il divorzio e l'inseminazione artificiale, e vengono considerate come promotrici di una "cultura della morte". Con i suoi interventi - come per esempio in Germania, dove cercò di influire su politici e vescovi in relazione all'orientamento sull'aborto -, la curia romana da l¹impressione di avere poco rispetto della separazione legale tra Chiesa e Stato. Inoltre, il Vaticano, attraverso il Partito Popolare Europeo, sta cercando di far pressione sul Parlamento Europeo perché designino degli esperti - per esempio, in tutto quello relativo alla legislazione sull'aborto - che siano particolarmente fedeli a Roma. Invece di unirsi alla maggior parte della società e appoggiare soluzioni ragionevoli, la curia romana, con i suoi proclami e le sue azioni indirette (attraverso le nunziature, le conferenze episcopali e gli "amici"), sta alimentando la polarizzazione tra i movimenti a favore della vita e quelli in difesa della libertà di abortire, tra moralisti e libertini.
La conseguenza
La politica clericale di Roma serve per fortificare la posizione degli anticlericali dogmatici e degli atei fondamentalisti. Inoltre fa sorgere tra i credenti il sospetto che si stia utilizzando la religione per fini politici.

Sangue nuovo nella Chiesa.
Come comunicatore carismatico e stella mediatica, questo Papa ha trionfato in particolar modo tra i giovani, perfino man mano che invecchiava. Ma lo ottiene, nella maggioranza dei casi, rivolgendosi ai "nuovi movimenti" conservatori d¹origine italiano, l'Opus Dei, nato in Spagna, e ad un pubblico poco esigente e leale al Papa. Tutto questo è sintomatico del suo modo di trattare ai laici e alla sua incapacità di dialogare con i suoi detrattori.
Le grandi concentrazioni giovanili in ambito regionale e internazionale patrocinate dai nuovi movimenti (Focolari, Comunione e Liberazione, St. Egidio, Regnum Christi) con la supervisione della gerarchia ecclesiastica attraggono centinaia di migliaia di giovani, molti pieni di buone intenzioni ma, in troppi casi, senza alcun senso critico. In un'epoca nella quale mancano figure convincenti che servano da guida, questi giovani si arrendono all'emozione di un "atto" condiviso. Il magnetismo personale di "Giovanni Paolo Superstar" è solitamente più importante che il contenuto dei suoi discorsi, e la ripercussione nella vita quotidiana delle parrocchie è minima.
Così come corrisponde al suo ideale di una Chiesa uniforme ed ubbidiente, il Papa considera che il futuro della Chiesa risiede in modo quasi esclusivo in questi movimenti laici, conservatori e facili da controllare. Questo è accompagnato dall'allontanamento tra il Vaticano e l'ordine dei gesuiti, più vicina ai principi del concilio. I gesuiti, favoriti da altri precedenti Papi per le doti intellettuali, la loro teologia critica e il loro liberalismo teologico, sono diventati scomodi all'interno dei meccanismi della politica papale di restaurazione.
Invece, Karol Woytyla, da quando era arcivescovo di Cracovia, depositò tutta la sua fiducia nell'Opus Dei, un movimento economicamente potente e influente ma antidemocratico ed ermetico, collegato nel passato ai regimi fascisti e oggi esercita la sua influenza, sopratutto, nel sistema finanziario, la politica e il giornalismo. Il Papa arrivò a concedere all'Opus Dei uno statuto speciale e, con questo, liberò l'organizzazione della supervisione dei vescovi.
La conseguenza
I giovani dei gruppi parrocchiali e delle congregazioni (con eccezione dei chierichetti) e, sopratutto, i "cattolici comuni" non organizzati, rimangono al margine delle grandi concentrazioni. Le organizzazioni giovanili cattoliche che dissentono con il Vaticano soffrono punizioni e mancanze quando i vescovi locali, su richiesta di Roma, le ritirano i finanziamenti. Il ruolo sempre maggiore di un movimento ultraconservatore e per nulla trasparente come l'Opus Dei, ha creato in molte istituzioni un clima d'incertezza e sospetti. Vescovi che prima criticavano l'Opus Dei adesso si sforzano in mantenere buone relazioni con loro, intanto che molti laici che prima partecipavano attivamente nella Chiesa si sono ritirati rassegnati.

I peccati del passato Malgrado che, nel 2000, Giovanni Paolo II si vide obbligato a confessare pubblicamente le trasgressioni storiche della Chiesa, questa confessione non ha avuto nessuna conseguenza pratica.
L'elaborata e magniloquente ammissione dei peccati della Chiesa, fatto assieme ai cardinali nella basilica di San Pietro, fu vaga, imprecisa e ambigua. Il Papa soltanto chiese perdono per le trasgressioni "dei figli e delle figlie" della Chiesa, ma non per quelle "dei Santi Padri", quelle della propria Chiesa, né di quelle appartenenti alle gerarchie presenti all'atto.
Il Papa non ha mai parlato sul rapporto della curia con la Mafia, di fatto, ha aiutato di più a coprire che a scoprire scandali e atti criminali. Il Vaticano ha anche reagito con molta lentezza nel momento di perseguitare gli scandali di pedofilia nei quali si trovano coinvolti membri del clero cattolico.
La conseguenza. La confessione papale, fatta con scarso entusiasmo, non ha avuto ripercussioni, non ha servito per correggere né per fare niente, sono state solo delle parole

Per la Chiesa cattolica, questo pontificato, nonostante i suoi aspetti positivi, è stata una gran delusione e, infine, un disastro. Con le sue contraddizioni, il Papa è riuscito a polarizzare la Chiesa, allontanarla da moltissime persone ed a farla sprofondare in una crisi storica, una crisi strutturale che adesso, dopo un quarto di secolo, sta rivelando delle mancanze funeste in materia di sviluppo e un enorme bisogno di riforma.
Contrariamente alle intenzioni del Concilio Vaticano II, a Roma si è instaurato il sistema medievale, una struttura di potere con tratti totalitari, grazie a politiche intellettuali e del personale astute ed implacabili.
Si mise in saccoccia i vescovi, si caricò a dismisura i parrochi, si fece tacere i teologi, si tolsero ai laici i propri diritti, si discriminarono le donne, s'ignorarono le richieste dei sinodi nazionali e dei fedeli, e a questo bisogna aggiungere gli scandali sessuali, il divieto del dibattito, la spiegazione semplificata della liturgia, il divieto ai sermoni dei teologi laici, l'incitamento alla denuncia, il diniego della Santa Comunione ...
Non si può incolpare il "mondo" di tutto questo!
Il risultato di tutto questo è che la Chiesa cattolica ha perso completamente l'enorme credibilità della quale aveva beneficiato durante il papato di Giovanni XXIII e dopo il Concilio Vaticano II.
Se il prossimo Papa continua la politica di questo pontificato, non farà altro che rinforzare un'enorme accumulo di problemi e trasformare la crisi strutturale della Chiesa cattolica in una situazione senza uscita. Il nuovo Papa deve scegliere un cambiamento nell'orientamento e ispirare la Chiesa perché intraprenda delle nuove strade, nello stesso spirito di Giovanni XXIII e in armonia con lo slancio di rinnovamento nato dal Concilio Vaticano II.

Note: Hans Küng è uno dei principali teologi cattolici. Küng è svizzero, vive nella città tedesca di Tubinga e da diversi decenni è in disputa con le autorità ecclesiastiche. A causa delle sue critiche, nel 1979 il Vaticano le ritirò l'autorizzazione della Chiesa per l'insegnamento. Ciò nonostante, Küng, che ha 75 anni, continua ad essere sacerdote e, fino al suo pensionamento nel 1995, insegnava Teologia nell'Università di Tubinga.

Tradotta per El Paìs da María Luisa Rodríguez Tapia.



Tradotto da Alejandra Bariviera per www.peacelink.it

Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte, l'autore e il traduttore.

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