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Il 28 e 29 maggio 2005 in molte piazze d’Italia ci sarà una mobilitazione, Global March, contro lo sfruttamento del lavoro minorile che tuttora coinvolge 246 milioni di bambini in tutto il mondo.

Mani Tese chiede “Un milione di posti di lavoro in meno” per i bambini di tutto il mondo
24 maggio 2005
Tiziana Saracco

E’ passato poco più di un anno dall’esperienza positiva del I° Children’s World Congress on Child Labour, svoltosi a Firenze dal 10 al 13 maggio 2004 ed organizzato dalla Global March against Child Labour, il cui coordinatore europeo è Mani Tese.
Dopo la marcia del 1998, il Congresso è stata la prima iniziativa che ha permesso a ragazzi ex lavoratori ed attivisti per i diritti dell’infanzia di far sentire la loro voce, chiedendo ai governi non solo promesse, ma fatti concreti a favore dell’istruzione per tutti i bambini del mondo, per la pace e contro la povertà.
La Dichiarazione “Noi siamo il presente, la nostra voce è il futuro!”, concordata dai 134 ragazzi delegati, conclude così: “Promettiamo di continuare ad agire per l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e per un mondo migliore per i bambini. Ora, chiediamo a tutti voi di unirvi a noi, perché solo insieme possiamo veramente raggiungere la libertà per tutti. In questa alleanza, creeremo un mondo sano e pacifico per tutti”.
Per questo è importante aderire alla mobilitazione nazionale Global March per il 2005 lanciata da Mani Tese, come continuazione di un importante progetto iniziato a Firenze. Quest ’anno l’obiettivo principale della mobilitazione si incentra sulla raccolta di firme di una petizione indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, per chiedere un maggiore impegno da parte sua, contro lo sfruttamento minorile. Tale documento sarà fatto pervenire a Kofi Annan a settembre 2005, nel corso della LX Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (per maggiori informazioni e per la petizione consultare il sito www.manitese.org).
Il 2005 doveva essere l’anno della “scuola per tutte le bambine”, ma servirebbe un maggiore e più effettivo interesse da parte della Comunità Internazionale a questo problema per migliorare la situazione della popolazione femminile e non solo.
Il ruolo dell’educazione è fondamentale per combattere la piaga dello sfruttamento: la maggior parte dei bambini viene convinta a seguire i “datori” di lavoro con inganno. Non è difficile illudere i bimbi, facendo leva sulla loro voglia di viaggiare per sfuggire alla povertà, per trovare un lavoro ed aiutare la famiglia.
L’Unicef, a questo proposito, dal 2000 si è impegnata in Benin con più di 200 mila euro l’anno, in un progetto per l’istruzione (www.unicef.it). Inoltre è stata creata, con i contributo della polizia italiana, una Brigata per la protezione dei minori, la quale si occupa di rintracciare bambini venduti o rapiti e condurli nei centri di accoglienza, dove, in seguito, vengono riportati a casa.
In Gabon, invece, è stato fondato un centro di accoglienza per i bambini liberati dalla schiavitù dall’organizzazione non governativa Alisei (Giordano Segneri, coordinatore dei progetti alisei in Mozambico, collabora con PeaceLink documentando il suo impegno nella lotta all’AIDS (www.alisei.org).
Si iniziano a vedere alcuni segnali di successo della lotta contro lo sfruttamento minorile: dal 1996 ad oggi i bambini lavoratori sono 40 milioni in meno e la Convenzione n.182 dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), riguardante le più inumane forme di sfruttamento dei minori, dal 1999 è stata ratificata da ben 132 Stati.
…Continuiamo questo percorso positivo trovandoci in piazza il 28 e 29 maggio 2005, accogliendo l’invito di Mani Tese e partecipando alle manifestazioni organizzate a Roma e Milano a favore dell’Africa!

Note: Alcune informazioni sono state prese dall’inserto Donna di sabato 21 maggio 2005 de “La Repubblica”.
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