Il viaggio interrotto del viaggiatore leggero
Sono passati dieci anni da quel giorno. Da quel tragico giorno in cui a Pian dei Giullari Alex pose fine al suo viaggio terreno. Dall'amicizia giovanile con Giorgio La Pira fino alla martoriata Tùzla il pensiero di Alex è stato raro esempio di profondità, di purezza, di amore per l'umanità. In Alex viveva una profonda apertura verso l'altro. Credeva nel dialogo, nella convivenza e ad essa ha dedicato larga parte della sua vita. Scrisse una volta: “Sul mio ponte si transita in entrambe le direzioni e sono contento di poter contribuire a far circolare idee e persone”. Disse di lui Adriano Sofri, suo carissimo amico: “Se avessi di fronte a me un uditorio di ragazze e ragazzi, non esiterei a mostrar loro com’è stata bella, com’è stata invidiabilmente ricca di viaggi, di incontri, di conoscenze, di imprese, di lingue parlate e ascoltate, di amore la vita di Alexander. Che stampino pure il suo viso serio e gentile sulle loro magliette. Che vadano incontro agli altri con il suo passo leggero e voglia il cielo che non perdano la speranza.”
Le giornata scorrevano lente,
difficili ma fiduciose.
Fiduciose nel domani,
nell'avvenire che costruivamo con le nostre mani.
Quante volte stavano per cadere
perché tristi, sfiduciati.
Eri al nostro fianco,
a regalarci una parola
o solo un sorriso.
Andiamo avanti, c'indicavi la strada.
E noi arrancavamo dietro i tuoi passi leggeri.
Cosa accadde poi?
Perché la tua strada si fermò
dolce amico?
Gli anni passano
ma il peso del dolore resta.
Una lacrima solca i visi,
mentre alle porte del cuore bussa il tuo volto.
Ci sorridi come allora,
buono e puro Alex.
Non siate tristi,
furono le tue ultime parole.
E noi non lo saremo
perché tu sarai sempre con noi,
caro, dolce Alex.
Fondazione Alexander Langer
Editoriale di Azione Nonviolenta di Giugno 2005
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