Azione riuscita alla base navale di Faslane
5 luglio 2005
Daniele Luigi Biella
La giornata e' cominciata prima dell'alba per il
popolo noglobal, radunato in Scozia per opporsi
all'appuntamento annuale del G8 di questo fine
settimana.
Dopo l'intenso e partecipato Summit di ieri (piu' di
5.000 persone), oggi ha avuto luogo la prima delle
azioni nonviolente dirette contro luoghi considerati
"inaccettabili" dal movimento: obiettivo era la base
navale Clyde di Faslane, situata 30km a nord di
Glasgow.
Sede del programma nucleare Trident, la base ospita
quattro sommergibili pronti all'uso, ciascuno
caricato
con 48 testate nucleari.
La protesta, organizzata dal CND (Campaign for
Nuclear
Disarmament) e appoggiata da molte altre
organizzazioni scozzesi, consisteva nel bloccare
l'accesso alla base dei dipendenti, fermando di
coseguenza la produttivita' della stessa.
L'azione viene effettuata oramai da 8 anni: dal 1997
a
oggi piu' di 2.000 persone sono state arrestate,
inclusi alcuni esponenti del Parlamento scozzese,
ogni
volta per aver opposto resistenza alla richiesta di
evacuazione effettuata dalla polizia.
Da 23 anni, inoltre, e' presente nelle zone
limitrofe
un "Peace Camp", che conta una ventina di attivisti
permanenti.
Il governo britannico spende per il mantenimento
della
base un miliardo e mezzo di Sterline ogni anno (48
sterline al secondo!): secondo buona parte
dell'opinione pubblica scozzese tale spesa non
giustifica la legittima difesa e viola apertamente
il
Trattato Internazionale di Non Proliferazione
Nucleare
stipulato nel 1968.
L'edizione 2005 della protesta, la piu' risonante
vista la sua integrazione nelle azioni anti-G8, ha
visto la partecipazione, secondo i promotori, di
circa
2.000 persone.
Dalle 7 di questa mattina in avanti, gruppi di
diverse
nazionalita' provenienti da Edimburgo, Glasagow e
altri punti delle campagna scozzese hanno occupato
le
4 entrate alla base sedendosi davanti alle porte,
unendosi con catene e con tubi protettivi contro le
probabili percosse della polizia.
Percosse che, contrariamente alle attese, non sono
mai
arrivate: la protesta e' stata la piu' pacifica
della
sua storia.
Le forze di polizia, forse influenzate dai
riflettori
internazionali puntati sul proprio Paese, hanno
mantenuto l'atteggiamento di normale supervisione
mostrato durante la marcia "Make Poverty History" di
sabato a Edimburgo: nessuna evacuazione minacciata,
nessuna provocazione; solo un'intensa attivita' di
controllo e di mantenimento dell'ordine pubblico.
Nessuno e' entrato o uscito dalla base nelle 10 ore
dell'azione, si sono intravisti solo alcuni addetti
alla manutenzioni gia' presenti prima dell'arrivo
dei
protestanti. Sono girate voci, mai confermate
ufficialmente, secondo le quali la direzione della
base ha concesso un giorno di ferie ai lavoratori
della base.
Anche se cio' risultasse vero, resta il fatto che
l'azione nonviolenta ha raggiunto il suo obiettivo,
contribuendo nello stesso tempo a dare linfa vitale
a
un movimento, quello contro la globalizzazione, che
necessita costantemente di riscontri pratici da
affiancare al suo impegno sociale e politico.
In generale, l'attitudine della polizia (in assetto
ordinario) ha sorpreso i presenti per la cordialita'
e
la disponibilita' al dialogo.
Un solo ragazzo e' stato arrestato, fermato poco
dopo
essersi introdotto nella base scavalcando la
recinzione; altre due ragazze sono state bloccate
mentre tentavano di fare lo stesso.
Parole chiave:
pacifisti
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