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La lunga marcia per la giustizia a Gleneagles

7 luglio 2005
Daniele Biella

Era il giorno piu' temuto, quello dell'inizio del G8 e
del raduno di migliaia di persone che avrebbero
marciato fino al portone principale dell'albergo dove
gli 8 grandi erano ospitati.
Era il giorno delle tante "azioni di disturbo"
organizzate da vari gruppi noglobal, per impedire
l'arrivo delle delegazioni all'albergo e quindi
bloccare il regolare svolgimento del controverso
summit.
Dalle prime ore dell'alba, centinaia di persone si
muovevano da Stirling, cittadina situata nelle
vicinanze di gleneagles e sede del "campeggio
ecologico anti-G8", e lo facevano sia con
atteggiamenti decisi ma nonviolenti (un blocco
stradale che avrebbe ritardato la circolazione per
ore) sia con l'uso della violenza: prime auto
danneggiate, primi confronti con la polizia, primi
arresti.
Poco piu' a sud, Edimburgo, risvegliata dopo una notte
di pioggia incessante, vedeva la partenza del grosso
dei manifestasti, scaglionati in piu' punti: chi dal
campeggio ufficiale del "G8 Alternatives", chi dalla
stazione di Waterloo.
Mentre circa 50 pullman raggiungevano a singhiozzo il
villaggio di Auchterarder, punto di partenza della
manifestazione prima soppressa per motivi di ordine
pubblico poi autorizzata per le ore 14, altre decine
venivano bloccati ancor prima della partenza,
scatenando l'ira di migliaia di persone accorse da
tutta Europa per far sentire il proprio dissenso.
Ira sfociata in una manifestazione improvvisata per le
vie di Edimburgo, terminata con una ventina di arresti
e qualche ferito lieve.
Rispettando i tempi assegnati e il numero massimo
indicato dalla polizia (5.000 partecipanti, ma correva
voce che fossero almeno il doppio), la marcia verso
l'albergo veniva introdotta da un breve discorso del
parlamentare socialista George Galloway, vero e
proprio "conduttore" del movimento con i suoi discorsi
infuocati contro l'ipocrisia dei capi di stato
partecipanti al G8.
Dopo un lungo rettilineo di circa un paio di miglia, i
manifestanti si scontravano col blocco della polizia,
a 500 metri dalla hall dell'albergo, all'inizio della
"zona rossa". Da questo punto, dopo aver osservato un
minuto di silenzio in onore dei poveri del mondo, il
grosso della marcia defluiva lentamente verso una
stretta strada laterale mentre avvenivano i primi
confronti tra manifestanti e forze dell'ordine.
Confronti che, da verbali,col passare dei minuti
diventavano sempre piu' fisici, soprattutto quando
diverse centinaia di manifestanti scavalcavano una
prima
recinzione e, passando attraverso i campi,
raggiungevano una parte meno custodita dalla polizia.
Seguivano attimi di forte tensione, mai sfociati in
guerriglia urbana, in particolar modo per
l'atteggiamento fermo ma assolutamente corretto delle
centinaia di poliziotti presenti sul luogo. Siamo in
Scozia, e si vede.
Qualche carica, pochi feriti, molte provocazioni e una
decina di arresti: tutto sommato, un bilancio
accettabile per un pomeriggio che si presentava in
tutt'altro modo.

Il summit del G8 ha inizio, ma l'impressione e' che il
dissenso, manifestato da decine di migliaia di persone
in questi giorni di forte impegno sociale, lascia una
grossa impronta.
Impronta che "il ristretto club di Gleneagles" fara'
bene a tenere in considerazione, per il bene di questo
mondo malato dove il solco tra Paesi ricchi e Paesi
poveri va ampliandosi anziche' diminuire, lasciandosi
alle spalle una lunga scia di pesante ingiustizia
sociale.

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