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Appello: l'on. Realacci cancella la difesa alternativa, un regalo ai militari?

20 luglio 2005

Una polemica.I primi di maggio '05 l'on. Realacci ha rilanciato il suo progetto di legge sul servizio civile (del 5/3/03): obbligatorio, ma ridotto a sei mesi di durata e a 300 euro di paga mensile. Il Min. Giovanardi l'ha dichiarato fuori della realtà giovanile italiana («Assurdo proprio nell'anno della fine della leva obbligatoria voler costringere i ragazzi a fare un servizio civile. E poi con quali soldi? Con quali strutture addestrarli? E cosa facciamo fare a mezzo milione di giovani? Già era difficile trovare un'occupazione agli 80 mila obiettori di coscienza, molti di loro venivano impiegati a far fotocopie»). L'on. Realacci ha replicato che il Ministro non aveva capito...
A suo sostegno sono intervenuti Prodi (da anni dice che se andrà al governo, attuerà quel progetto), il pres. Acli Luigi Bobba (L'eco del Chisone, 26/6/05), che ha contribuito con Legambiente e Compagnia delle Opere (CL) alla stesura del testo di legge (si distanzia Licio Palazzini, pres. del SC dell'Arci e anche pres. della Consulta; ma negli anni scorsi aveva sostenuto la stessa tesi).

Ma guardiamo il progetto di legge.
Lo hanno sottoscritto gli Onn. Bianchi, Lusetti, Cento, Pistelli, ecc.; più Rutelli e Maccanico. Un gruppo solido; che si è accordato, dopo "un ampio dibattito con le... associazioni quali Acli, Arci, Ass. Naz. Alpini, Focsiv, Compagnia delle Opere, Legambiente, ecc." (manca la Caritas).
Colpisce l'art. 1 del progetto (formato da sei articoli):


"1. Al fine di realizzare i principi di solidarietà e di collaborazione tra i cittadini è istituito il servizio civile obbligatorio, quale modalità non armata di difesa della Patria ai sensi dell'articolo 52 della Costituzione..."

Invece la legge istitutiva dell'attuale SC ed ancora in vigore (n. 64/01), recita all'art. 1:

"1. E' istituito il servizio civile nazionale finalizzato a:
a) concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi e attività non militari;
b) favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale;..."

La cancellazione dell'alternativa. Nella vigente legge 64/01 la prima finalità è la difesa alternativa con mezzi e azioni non militari; invece nel pdl Realacci la difesa della collettività è ridotta alla sola solidarietà della cittadinanza; cioè alla finalità che nella legge 64/01 era la seconda, la b). Anche gli "interventi esteri di pacificazione" (art. 9) della 64/01 non ci sono più nel pdl Realacci, che ha solo la cooperazione; della Costituzione, l'art. 11 ("L'Italia ripudia la guerra...") non viene nominato; e l'art. 52 viene utilizzato solo per giustificare la obbligatorietà del SC.
Anche la presentazione del pdl conferma ciò: non solo non nomina mai la "nonviolenza", che pure c'era nella legge 230/98 sulla obiezione; né la "pace" (salvo una occasionale apparizione); ma neanche "la difesa con mezzi e azioni non militari" della 64/01; si dice: "questo mondo [militare] è nel bene nel male alle nostre spalle" (p. 4), non c'è nemmeno bisogno di negarlo. Piuttosto (p. 2) "...la presente proposta di legge per l'istituzione del servizio civile obbligatorio ... ha come obiettivo ultimo lo sviluppo del senso civico delle nuove generazioni alla luce del principio costituzionale di solidarietà. Esso trova nell'articolo 2 della Costituzione... il proprio radicamento costituzionale." In definitiva, il pdl vuole un SC senza più l'impegno alla difesa e alla ricerca della Pace, ma solo alla difesa di una Patria "leggera", che non richiede più il sacrificio per gli altri, ma solo disponibilità a servire il progetto di un Ente del Terzo settore. In un mondo che monetizza tutto, allora è giusto che, di fronte alle migliaia di euro al mese che riceve un militare volontario, al SC.ista l'on. Realacci voglia dare solo 300 euro.

Il blocco del Comitato sulla difesa alternativa. Nel maggio 2004 il Ministro Giovanardi ha istituito un Comitato che deve proporre alll'Ufficio Naz. SC iniziative di Difesa civile non armata e nonviolenta (DCNANV), voluta dalle leggi 320/98 (riforma obiezione) e 64/01 sul SC, e da numerose sentenze della Corte Costituzionale. Ma l'on. Realacci ha riproposto il suo pdl senza alcun riferimento ad esso; evidentemente il Comitato non rientra nel suo 'nuovo' SC. D'altra parte, appena (6 ottobre) il Comitato DCNANV ha ricevuto dall'UNSC l'approvazione di un primo pacchetto di iniziative qualificanti la DCNANV, queste hanno trovato la dura opposizione dei rappresentanti di alcuni Enti del SC; l'ostruzionismo (con argomentazioni pretestuose, che depongono male per il livello sia della vita politica italiana sia di chi invoca il civismo nei giovani) ha portato alle dimissioni del Presidente e di vari componenti del Comitato. Dopo, l'unica iniziativa è stata quella di un seminario chiuso su (naturalmente) la evoluzione del concetto di Patria.

Conseguenze


  1. poiché 5800 mila giovani ambosessi da far riciclare ogni sei mesi costituiscono un impegno organizzativo che supera ogni previsione di efficienza della nostra società civile; perciò è pretestuoso porre avanti l'obiettivo della obbligatorietà rispetto all'obiettivo effettivo: abbandonare la politica della costruzione della difesa alternativa.
  2. Si è voluto bloccare il Comitato DCNANV per fare spazio alla "nuova" politica sul SC.
  3. Con questo pdl gli interventi dell'ONU e l'interposizione nonviolenta (Time for Peace 1989, 500 a Sarajevo 1992, Mir Sada 1993, ecc.) verrebbero staccati dal SC.
  4. La solidarietà fino al sacrificio è lasciata alla tradizionale istituzione difensiva, le FF.AA.
  5. Le FF.AA. non avrebbero che ringraziare per il servizio: ridare loro quel monopolio sulla difesa nazionale e sulla Pace che le leggi 230/98 e 64/01, per aprire la porta ad una difesa alternativa, avevano abolito.

Gli 800.000 obiettori che nel passato, nonostante le inadempienze dello Stato, hanno costruito il SC realizzando in concreto la "cittadinanza attiva", hanno fatto tutto ciò non per generico spirito giovanile; ma per istituire una difesa alternativa, sulla quale le associazioni nonviolente, la Caritas, la Fond. Zancan, docenti universitari hanno organizzato convegni ed elaborato progetti; ed anche per contribuire all'azione dell'ONU per istituire forze non armate di pace (peacekepers e peacebuilders civili). Evento raro nella democrazia italiana, la loro azione solo dal basso aveva fatto riconoscere il loro obiettivo come valido dalla Corte Costituzionale e poi dal Parlamento (nonostante il veto di Cossiga nel 1993). Ma i militari prima hanno cancellato gli obiettori sospendendo la leva. Ora il pdl Realacci annullerebbe tutto il loro programma politico, con grave danno soprattutto per la democrazia italiana, oltre che per il movimento per la pace.

Difendiamo allora questa conquista democratica, che non ha d'uguali nella storia del movimentismo italiano, che è la conquista politica maggiore del movimento per la pace italiano, e che è la prima istituzione nel mondo che per legge deve iniziare una difesa alternativa a quella militare.
Chiediamo al Parlamento:
di vigilare affinché non venga abolita la difesa alternativa, richiesta da 800.000 obiettori e da un'ampia fetta della società italiana e poi sancita da chiare leggi parlamentari.
Chiediam
o all'on. Realacci: di dar prova che non vuole cancellare la difesa alternativa, inserendo nel suo pdl l'art. 7 seguente: "In aggiunta e maggiorazione del SC basato sulla solidarietà (art. 2 della Costituzione) chiunque maggiorenne, e in particolare un SC.ista, voglia dichiararsi obiettore alle armi, secondo l'impianto della l. 230/98, lo può fare scrivendo una lettera (da considerare tacitamente rinnovata salvo disdetta) all'UNSC, il quale ha il compito di organizzare questo personale ai fini di una difesa sia interna (contro la mafia, per la protezione civile) sia internazionale (iniziative di interposizione nonviolenta, autonome o sotto egida ONU)"
Chiediam
o al Ministro Giovanardi con delega al SC, di provvedere al vuoto creato dalla sospensione della leva e dal non avvio di altre forme di difesa, indicendo, ai sensi delle leggi 230/98 e 64/01, una Conferenza Nazionale sulla difesa alternativa (DCNANV, difesa dal terrorismo, Protezione civile) in Italia.

Primi firmatari: Francesco de Notaris ex senatore, Maria G. Di Rienzo formatrice alla nonviol, Drago Antonino prof. univ., Domenico Gallo magistr., Giuliana Martirani prof. univ., Enrico Peyretti saggista, P. Alex Zanotelli comboniano

Per adesioni, inviare un messaggio a “pdpace@interfree.it”con oggetto: “Adesione appello DPN” indicando nome, cognome, e indirizzo postale.

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