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Tre premi Nobel, Chomsky e Lamrani contro l'occupazione di Guantanamo

I premi Nobel Nadine Gordimer, Rigoberta Menchù e Adolfo Pèrez Esquivel con gli intellettuali Noam Chomksy e Salim Lamrani chiedono che gli Stati Uniti abbandonino la regione cubana di Guantanamo, occupata illegalmente.
Pedro De La Hoz

Inviamo notizie sulla situazione a Guantámano e sulla protesta diffusa nel mondo dai Premi Nobel Nadine Gordimer, Rigoberta Menchú e Adolfo Pérez Esquivel .

La redazione di Latinoamerica

"La giusta soluzione è semplice: che abbandonino Guantánamo"
• Davanti alle violenze dei militari yankees • La protesta diffusa nel mondo dai Premi Nobel Nadine Gordimer, Rigoberta Menchú e Adolfo Pérez Esquivel con i noti intellettuali Noam Chomsky e Salim Lamrani

"La giusta soluzione è semplice: tutti gli Stati, le comunità e ogni persona di questo mondo responsabile e impegnata con la verità che la vera umanità tra le nazioni e i popoli può esistere solo se c’è giustizia, devono chiedere a proprio nome che gli Stati Uniti abbandonino Guantánamo senza condizioni e subito"!

Questo reclamo che si legge in un manfesto con la ferma denuncia delle violenze che le forze militari statunitensi commettono nella base navale che occupano illegalmente nella regione sud orientale di Cuba, è stato reso pubblico da cinque grandi personalità internazionali: i Premi Nobel della Pace, Rigoberta Menchú, del Guatemala, Adolfo Pérez Esquivel, dell’Argentina; dalla sudafricana Premio Nobel di Letteratura, Nadine Gordimer; dal politologo e linguista nordamericano Noam Chomsky come dall’ investigatore francese Salim Lamrani.

I firmatari sostengono che l’uso del territorio occupato "è motivo di vergogna e di disgrazia per gli Stati Uniti e anche per il mondo contemporaneo" e sostengono che le orrende condizioni d’isolamento, privazione e tortura esistenti in questo carcere medioevale sono mantenute per volontà del governo di una potenza straniera che non ha il diritto di stare lì.

Inoltre spiegano come gli USA si sono installati a Guantánao nel 1901 dopo lo sbarco delle loro truppe a Cuba per frustrare l’indipendenza dell’Isola dal giogo spagnolo, con il principio che una potenza ricca "ha il privilegio morale di comprare qualsiasi cosa, incluso una parte di un altro paese. Ricordano che per più di un secolo gli Stati Uniti sono intervenuti, hanno fatto la guerra, imposto trattati imperialisti contro il diritto del popolo cubano alla sua sovranità.

Decine di mezzi di comunicazione alternativi hanno fatto circolare questo manifesto, che si intitola "Gli Stati Uniti si devono ritirare da Guantánamo", e che si somma alle moltissime voci che esigono in tutto il mondo che Washington ponga fine alle troppe violazioni dei diritti umani che esercitano su prigionieri illegali, in un territorio usurpato.

http://www.granma.cu/italiano/2005/julio/mier20/medicamentos-it.html

L'Avana, 20 luglio 2005

Negati i medicinali ai detenuti del carcere nella base di Guantánamo

Washington – Gli avvocati di diversi prigionieri del campo nella Base di Guanatánamo hanno denunciato venerdì 15 un militare statunitense responsabile dell’ospedale della prigione, perchè nega i medicinali ai detenuti che "non cooperano" negli interrogatori, ha informato PL.

Gli avvocati hanno denunciato il Capitano di marina John Edmonson, responsabile del fatto che i medici della base negano i medicinali ai detenuti.

Il Tribunale Federale degli USA ha autorizzato lo svolgimento dei processi per alcuni prigionieri reclusi nella base, illegalmente occupata nella zona orientale di Cuba.

Un gruppo di tre giudici ha stabilito all’unanimità che Salim Ahmed Hamdan accusato di essere l’autista del capo di Al Qaeda, Osama bin Ladin, dovrà essere processato da un tribunale militare.

Più di 520 prigionieri delle guerre in Afganistan e in Iraq sono mantenuti in un questo limbo legale dal Pentagoni senza poeter vedere un avvocato e senza diritto a un processo, mentre sono sottoposti a un trattamento disumano e a torture.

Il quotidiano La Prensa, di New York, ha affermato che Guantánamo è un peso per gli Stati Uniti e la sua prigione è diventata un simbolo per il resto del mondo della loro arroganza e del loro disprezzo. "Devono chiudere la prigione!", sottolinea il giornale, che ha denunciato anche che il fatto ancora più inquietante è che la maggioranza dei prigionieri è stata arrestata più tre anni fa, e non conosce le accuse imputate.

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