Colonia: ecco tutti i colori della pace
Terminata la lunga veglia di preghiera e la messa di chiusura di questa Giornata mondiale della gioventù, la spianata di Marienfeld a Ovest di Colonia, fino a ieri illuminata come un presepe da dodicimila candele, è ormai deserta. Eppure in quella distesa a cielo aperto, che ha accolto questo straordinario movimento di giovani, ci sono ancora i segni della loro presenza e forse, ad un attento ascolto, anche l’eco delle loro preghiere.
Ognuno, nel silenzio del cuore, avrà rivolto a Dio la sua richiesta: qualcuno avrà pregato per la famiglia, qualcun altro avrà chiesto certezze per il proprio futuro, molti avranno chiesto l’amore, ma sicuramente tutti, in sintonia con il Papa, hanno pregato per la pace nel mondo. Quella pace, che è stata al centro dei temi trattati dal pontefice negli incontri con i politici e i rappresentati delle altre Chiese, non è, e non può essere, soprattutto per i giovani, solo una irraggiungibile chimera. La pace sulla terra e la pace del cuore, quella che solo Dio sa donare, non resteranno pure illusioni se tutti gli uomini di buona volontà permetteranno alle nuove generazioni di conservare nel profondo dell’anima non solo il ricordo, ma il segno, di quella grande croce di legno che dalle mani dei giovani canadesi è passata quest’anno nelle mani dei ragazzi tedeschi, consegnata ora ai ragazzi di Sydney. È una croce pesante, alta più di tre metri, tuttavia il peso della croce, quella che l’uomo di Cirene portò sulle spalle per aiutare Gesù, è un peso che non schiaccia se si riesce a cogliere in essa la via della luce. La croce può essere un giogo soave, come lo è stato per i santi di ogni epoca che il Papa ha ricordato durante la veglia. È un giogo fatto di quella mitezza e di quella umiltà troppo spesso spazzate via dall’arroganza, dall’astio, dalla diffidenza, dal voler avere sempre l’ultima parola, senza mai pronunciare la parola pace. Non saranno il progresso, né gli accordi internazionali, né tanto meno la globalizzazione dei mercati a unire il mondo, ma la via della santità. L’unica speranza di costruire la pace è nelle nuove generazioni, in quei giovani che, non ancora contaminati dalla tentazione del potere, sapranno dare vita, come più volte ha ribadito il Papa, a un nuovo umanesimo capace nel dialogo tra fede e ragione di ripristinare la giustizia sulla terra e restituire all’uomo la sua dignità. La speranza, allora, è che i ragazzi, tornati da Colonia alla vita di sempre, non lascino sbiadire i colori dell’arcobaleno stampati sulle tante bandiere che più volte in questi ultimi anni sono state sventolate come augurio di pace. Forse non tutti i giovani sanno che l’arcobaleno nella Bibbia è il segno dell’alleanza che unisce cielo e terra. E come colori diversi attratti dalla luce si uniscono per formare quel magico arco che Dio volle porre sopra le nubi, così i giovani del mondo, che in questi giorni hanno colorato la Gmg, diversi per razza, per fede, per cultura, se attratti dalla luce del Bene, potranno restare uniti per dipingere insieme l’arcobaleno della pace. Vorrei tanto che i ragazzi tornati da Colonia facessero memoria dell’esperienza vissuta e delle promesse che ognuno di loro ha affidato al cielo, aprendo una scatola di colori per disegnare un arco con il viola dell’impegno e dell’attesa, con il blu della notte, con l’azzurro del cielo, con il verde della speranza, con il giallo dell’allegria, con l’arancione del sole accesso, con il rosso dell’amore. E vorrei ancora che imparassero a leggere nei colori dell’arcobaleno le vie che conducono alla pace, perché il viola dell’attesa è la via della pazienza, il blu della notte è la via della compassione, l’azzurro del cielo è la via della verità che rende liberi, il verde della speranza è la via dell’ottimismo cristiano, il giallo dell’allegria è la via della gioia del Risorto, l’arancione del sole accesso è la via della testimonianza, il rosso dell’amore è la via del martirio, della passione, di chi sa rimanere fedele, ad ogni costo, alla parola di Cristo. Il rosso dell’amore è la via più importante, è la via dei santi, gli unici capaci di riformare il mondo.
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