Dopo i vacanzieri... ci vorrebbe Kubrick in Rwanda
Con le vacanze scolastiche di fine trimestre in Rwanda, la mia attività di insegnamento si è fermata per circa 3 settimane. Assieme al "compare" d’avventura Marco e ai due vacanzieri Stefano, detto il Giamba, ed Elisabetta, una ragazza di La Spezia, ho così fatto un giro per il paese dalla “mille colline”, passando per Gyseni sul lago Kivu, per Kigali, per Muhura.
La prima volta che venni in Rwanda due anni fa, per me fu più un viaggio “mentale” e non tanto un viaggio “territoriale” in Africa. Troppe cose qui sono diverse. E quando il Giamba ed Elisabetta facevano la scoperta di queste, mi è piaciuto molto essere osservatore in disparte.
Credo poi che siano nati per loro buoni confronti e riflessioni assieme a me o a Marco.
Ma dopo questo giro turistico, penso che non si debba comunque rammaricare chi verrà qui e non andrà a vedere i gorilla, il parco Akaghera, Butare con il suo museo, o altri interessanti, classici giri.
Don Giorgio in 9 anni, credo che non ci sia mai andato, come del resto Carla Frediani.
Penso che la sola Nyarurema, se ben osservata rallentando il nostro darsi da fare, possa già fornire moltissimi spunti e chiavi di lettura sull’uomo e la sua cultura.
A proposito di cultura, adesso per me è già ripreso l’insegnamento alla scuola ETP, un altro interessante osservatorio.
Ci sono diverse novità. Il direttore Lucien ha fatto ingrandire i dormitori degli alunni, portando le toilettes all’esterno. A questo proposito, spero che i diversi problemi di salute, che hanno avuto gli studenti nel passato trimetre, saranno mitigati. Poi Gregoire, il mio collega informatico svizzero, rientrerà tra poche settimane in patria, aimè lasciando gli alunni senza prof per l’ultimo trimestre.
Infine, con una punta di orgoglio annuncio anche il giornalino della scuola fatto dagli studenti: si chiama Open News.
E’ leggibile andando all’indirizzo: http://www.geocities.com/etpopennews .
Spero che qualche scolaresca italiana se lo scarichi e magari nasca una sorta di gemellaggio culturale alunni italiani-rwandesi.
Non vi descrivo le innumerevoli riunioni che ho fatto con i 9 ragazzi della redazione, per decidere il numero delle pagine, il titolo delle rubriche, la lingua del giornale (inglese, francese o ikiniarwanda ?), quali foto pubblicare, quali articoli in prima pagina, il nome, il logo, ect...
Ne è valsa la pena, comunque se mai vorrete un giorno far uscire un giornalino in Africa, armatevi di molto pragmatismo.
Ed ancor di più credo ce ne vorrà per fare il cortometraggio, che abbiamo programmato nel mese di settembre io e Marco. Oggi ho comunicato con quali attori desiderei realizzare il cortometraggio: 10 su una 30ina di studenti che sono venuti in tre sezioni di prove nei passati mesi.
Con i rwandesi, ho la sensazione che sia difficile sapere cosa gli passi per la testa e di solito non tendono a manifestarlo verso chi si trova in una posizione superiore. Avendo tutta la strumentazione (telecamera, computer, ecc...) ed essendo io un prof. , temo che le cose siano così. Per questo cerco di essere pragmatico, cerco di stimolare le loro proposte, evitando che nel bel mezzo delle riprese a metà settembre scoppi l'invidia tra attori scelti per una parte, piuttosto che per un altra.
Con questo costante pensiero, sono curioso di entrare nel vivo delle riprese, tra qualche settimana. Ogni regista sa quanto è cruciale la gestione degli attori. Kubrick ne era un maestro, ad esempio.
Sul set del Dottor Stranamore, Stanley Kubrick faceva sempre trovare una scacchiera, per giocare assieme ad un attore particolarmente difficile caratterialmente, che spesso non si rimetteva alla supervisione del regista. Stanley, battendolo regolarmente a scacchi, “domava” così il suo attore più difficile, prima del ciak. Ora, vista la mia altezza di 1,97 m....io potrei proporre delle partite a pallacanestro ai miei attori in erba ... ma sono convinto non basterebbe. Qui non c’è nessun Kubrik. Solo la gran voglia di narrare qualcosa di interessante con la telecamera. Speriamo basti. Assieme al pragmatismo...
Un saluto.
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