CAMBIARE SI PUO’ - Dieci idee per un paese diverso
In allegato il documento relativo alla campagna "Cambiare si può", promossa per iniziativa dell'Arci e sostenuta da un arco di associazioni, sindacati e movimenti sociali particolarmente significativo per la rappresentatività, l'ampiezza e la trasversalità rispetto alle tradizionali collocazioni nell'ambito del centrosinistra.
Il senso e l'obbiettivo della campagna: riprendere i temi e gli obbiettivi emersi dai percorsi unitari dei movimenti di questi anni, tradurli in dieci proposte concrete che possano rappresentare i passaggi indispensabili per una vera alternativa di governo, promuovere una massiccia raccolta di firme per chiedere che quelle scelte siano recepite nel programma dell'Unione.
La nostra campagna non intende interferire nella competizione delle primarie ma guarda oltre, a tutta l'Unione nel suo complesso e alle scelte programmatiche che dovrà operare nei prossimi mesi.
Un milione di firme entro dicembre dovrà essere il risultato di un grande sforzo per costruire su contenuti concreti mobilitazione civile dal basso, nella società, fuori dalla logica degli schieramenti. Un'iniziativa per contribuire ad allargare la partecipazione, la discussione e il confronto, alimentare ed animare uno spazio della mobilitazione sociale capace non solo di influire oggi sulla scadenza elettorale ma anche di restare vivo domani, per garantire nella futura legislatura la spinta dal basso e lo stimolo critico di cui un progetto riformatore ha tanto più bisogno.
Il Comitato Organizzatore della campagna ha sede presso la sede nazionale Arci.
I numeri telefonici sono 06 41609237 e 06 41609226.
E' stato realizzato un sito http://www.cambiaresipuo.it e sono state attivate 3 caselle di posta elettronica: una per la segretaria (egreteria@cambiaresipuo.it), una per l'ufficio stampa (
ARCI Nuova Associazione
Comitato Provinciale Grosseto
Via Ravel 15/17 - 58100 Grosseto
Tel. 0564/417751 - Fax 0564/417754
www.grosseto.arci.it
Siamo cittadini e cittadine, organizzazioni e reti sociali, movimenti. Non vogliamo rassegnarci alla fase difficile che il nostro paese e il mondo stanno attraversando. Sentiamo il diritto e il dovere di fare la nostra parte, mentre si avvicinano le elezioni politiche.
L’Italia ha bisogno di un reale e profondo cambiamento. Bisogna battere la destra e fermare la devastazione economica, sociale, culturale e morale che essa produce. Ma alla destra va opposto un disegno realmente alternativo nei valori, nelle pratiche e nelle scelte di governo.
Il nostro paese ha bisogno di un progetto non subalterno ai poteri e agli interessi forti, alle logiche di guerra, di sfruttamento e di ingiustizia che in questi anni hanno prevalso nel pianeta.
Ha bisogno di un disegno sociale ed economico radicalmente diverso, sottratto alle logiche del liberismo e del profitto, capace di produrre risorse e di distribuirle in modo equo, di imporre una dimensione sociale ed etica al consumo e alla produzione. Un disegno sganciato da obbiettivi meramente produttivistici e di crescita quantitativa, mirato alla creazione di “valore aggiunto” ecologico e sociale, di un’industria di qualità, pulita e di pace.
E’ necessario ripensare profondamente sedi e forme della politica, rimettere al centro la partecipazione popolare, rinnovare ed estendere la democrazia, ripartire da contenuti chiari ancorati solidamente ai diritti universali.
Ci riconosciamo nel movimento globale “per un altro mondo possibile” che in questi ultimi anni, in Italia e in tutto il mondo, ha suscitato grandi e importanti energie di cittadinanza sui grandi temi del cambiamento. Condividiamo il disegno di una Europa democratica e multietnica, che nasca dal basso, fondata sul rifiuto della guerra e sui diritti sociali e politici per tutti e tutte.
Crediamo in un welfare che allarghi e rinnovi la dimensione del pubblico, fondato sull’universalità dei diritti e sulla loro esigibilità, come prevede l’art. 3 della nostra Costituzione.
Dalla movimentazione sociale democratica emergono obiettivi concreti e praticabili, che indicano con chiarezza i primi essenziali passi da fare per costruire un’Italia diversa. Su questi obiettivi vogliamo aprire una grande vertenza democratica, perché siano assunti dalle forze che si candidano a battere il governo Berlusconi ed a sostituirlo nella guida del paese.
Vogliamo incidere nelle scelte guardando ai contenuti e senza cedere alla logica degli schieramenti, dando efficacia e continuità ad uno spazio di autonoma iniziativa dei movimenti sociali che viva prima, durante e dopo la scadenza elettorale, capace di interagire con essa ma anche di guardare oltre. L’impegno dei movimenti sociali per conseguire questi obbiettivi sarà quello di far vivere questa vertenzialità diffusa anche dopo le elezioni.
DIFENDERE LA COSTITUZIONE, DEMOCRATIZZARE LA DEMOCRAZIA
La nostra Costituzione nata dalla Resistenza è la base di una democrazia solida e ricca. La controriforma del Centrodestra la stravolge minacciando l’identità e l’unità della comunità nazionale, indebolendo le istituzioni di garanzia e realizzando un vero e proprio premierato assoluto: va bloccata senza compromessi, anche col ricorso al referendum popolare. Ma non si difende la democrazia senza tener viva la partecipazione. Il nostro paese ha bisogno del protagonismo dei cittadini e delle comunità locali, deve allargare e rendere stabili gli spazi pubblici di partecipazione, costruire nuove relazioni fra istituzioni, territorio e società, arricchire le istituzioni democratiche e rappresentative con la valorizzazione delle nuove forme di partecipazione e il riconoscimento del loro imprescindibile contributo nella determinazione delle politiche pubbliche.
COMBATTERE LA PRECARIETÀ, DARE CENTRALITÀ AL LAVORO E AL REDDITO
Da anni il sistema dei diritti del lavoro è minacciato dalle politiche liberiste. Il processo di precarizzazione già avviato dal pacchetto Treu trova nella Legge 30 un ulteriore gravissimo provvedimento atto ad indebolire la forza collettiva dei lavoratori, dividendoli e rendendoli più soli, poveri e ricattabili. Noi vogliamo abolire la Legge 30, difendere e ampliare i diritti dei lavoratori e la democrazia sindacale, con il loro diritto al voto su piattaforme rivendicative e accordi, salvaguardare il contratto nazionale di lavoro. Vogliamo immaginare forme di garanzia che assicurino sostegno e continuità di reddito a fronte della crescente discontinuità lavorativa, anche con l’istituzione di un reddito sociale diretto e indiretto (soldi, casa, servizi) che fermi la corsa al ribasso del costo del lavoro e innalzi i salari. Vogliamo salvaguardare e innovare le garanzie della previdenza pubblica, anche con nuovi provvedimenti legislativi.
UN WELFARE PER TUTTI E TUTTE. CHI PIÙ HA PIÙ PAGHI
Una società giusta ha bisogno di un fisco equo che distribuisca le risorse della comunità per sostenere con la spesa pubblica un welfare capace di garantire i diritti e l’uguaglianza dei cittadini,. La destra ha negato questo principio favorendo speculazione, concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi e peggioramento delle condizioni di vita per i più. Bisogna spostare risorse da chi in questi anni si è arricchito verso chi si è impoverito, con una vera lotta all’evasione, un prelievo fiscale progressivo, la tassazione di rendite, patrimoni, transazioni finanziarie (Tobin Tax) e dei consumi socialmente ed ecologicamente dannosi, promuovendo l’aumento dei salari più bassi, con politiche sociali che garantiscano il diritto alla casa, al lavoro e al reddito.
DIFENDERE I BENI COMUNI E L’AMBIENTE
Ci sono beni essenziali come l’aria, l’acqua, l’ambiente, la cultura, i saperi, l’informazione; ci sono servizi di interesse generale decisivi per l’uguaglianza fra i cittadini. Tutto ciò è patrimonio della comunità e non può essere sottomesso all’interesse privato. Bisogna fermare la privatizzazione dei servizi pubblici e bloccare la direttiva Bolkestein. Serve una legge che tuteli i beni comuni e preveda la loro gestione in forma partecipata, a partire dalla ripubblicizzazione dell’acqua. Serve una seria politica per l’ambiente e le energie alternative che superi l’impostazione industrialista dei precedenti governi. Partendo dalla rigorosa applicazione degli accordi di Kyoto, chiediamo una seria politica basata sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili, sul riuso delle materie seconde, che escluda il ricorso al nucleare, al carbone e agli inceneritori. Vogliamo che si abbandoni la realizzazione di grandi opere inutili, costose e di impatto ambientale devastante come il ponte sullo Stretto. Vogliamo un paese libero dagli OGM.
GARANTIRE LIBERTÀ E DIRITTI CIVILI
Tentazioni autoritarie e oscurantiste rischiano di esasperare le contraddizioni del nostro tempo, minacciano la serenità e la coesione della comunità sociale. C’è bisogno di un nuovo patto di cittadinanza che tenga insieme le libertà personali con le responsabilità collettive, i diritti di tutti e tutte con i doveri civili e di solidarietà. Le istituzioni pubbliche devono garantire ad ogni cittadino pari opportunità, libertà di scelta e di coscienza, di religione, di orientamento sessuale. Vogliamo garantito il diritto all’autodeterminazione delle donne. Vogliamo una società libera e uno stato laico che tuteli le minoranze e riconosca le unioni civili.
DARE NUOVA DIGNITA’ ALLA SCUOLA PUBBLICA
L’accesso ai diritti culturali per tutti è condizione per essere cittadini liberi e non sudditi. La scuola proposta dalla destra tende invece a dividere il sapere delle classi dirigenti dalla formazione dei lavoratori. Noi vogliamo garantire a tutti e tutte il diritto all’istruzione e all’educazione permanente, rilanciare il valore pubblico di un sapere che sia patrimonio diffuso della comunità. Vogliamo l’abolizione della riforma Moratti ed una nuova politica che restituisca dignità alla scuola pubblica e rilanci il ruolo dell’Università e della ricerca.
BASTA COI CPT, CITTADINANZA PER TUTTI E PER TUTTE
La politica sull’immigrazione si è mostrata inefficace, persecutoria, lesiva dei diritti e della dignità delle persone. Noi pensiamo che chiunque vive e lavora nella nostra comunità civile debba avere uguali diritti e doveri. Va definitivamente chiusa la stagione del diritto speciale per i migranti. Per questo chiediamo una legge per il diritto di asilo, l’abolizione della legge Bossi Fini, la chiusura dei Centri di permanenza Temporanea, il permesso di ingresso per ricerca di lavoro, la cittadinanza europea di residenza e il diritto di voto per gli immigrati nelle elezioni amministrative.
INFORMATI E LIBERI DI INFORMARE
La comunicazione, il diritto di informare e di essere informati, la libera manifestazione del pensiero sono condizioni di civiltà e democrazia. In Italia sono minacciate dalla concentrazione dei media nelle mani del potere economico e da un sistema pubblico delegittimato dal conflitto di interessi. Vogliamo difendere e innovare il servizio pubblico, il pluralismo dell’informazione e l’accesso dei cittadini agli strumenti della comunicazione.
PER UNA GIUSTIZIA EQUA
La destra fa leva sull’insicurezza sociale per giustificare repressione delle marginalità sociali e proibizionismo degli stili di vita non conformi, e per restringere gli spazi del confronto e del dissenso. Ma non c’è sicurezza senza libertà. Legalità non è imposizione di leggi a tutela dei più forti, ma sistema di regole a garanzia dell’uguaglianza e dei diritti di tutti. Deve cessare la repressione e la criminalizzazione dei consumatori di sostanze, dei migranti, del dissenso politico e del conflitto sociale, anche con provvedimenti di amnistia e depenalizzazione. Il governo ha perseguito il tentativo di controllare l’amministrazione della giustizia ed asservire la magistratura al potere politico. Questo disegno va bloccato, con l’abolizione della riforma Castelli e con il rinnovamento di una giustizia al servizio dei cittadini, indipendente, imparziale, accessibile, rapida.
MAI PIÙ KOSOVO, MAI PIÙ IRAQ
Il mondo è sempre più sconvolto dalla violenza della guerra e del terrorismo. Il governo ci ha trascinato nella guerra globale, combattuta fra potenti contro l’umanità intera, che miete vittime civili in tutto il pianeta. La guerra ha alimentato gli attacchi terroristici. E’ aumentata l’insicurezza in tutto il pianeta. Bisogna cambiare strada. L’unica sicurezza è la pace. Chiediamo che l’Italia ritiri subito i suoi militari dall’Iraq. Vogliamo un paese che non faccia più guerre né guerre umanitarie, che disarmi, riduca le spese militari e ci liberi dalle basi straniere e dalle armi di distruzione di massa. Serve un’altra politica estera basata sulla prevenzione dei conflitti, sullo sviluppo delle relazioni fra i popoli e sull’impegno per la giustizia globale, che si opponga alle politiche liberiste e alle regole inique imposte dal WTO, dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario, che si batta per istituzioni di effettiva democrazia globale, che sottragga risorse al riarmo e al profitto per investirle nella promozione dei diritti e della dignità umana.
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