Un referendum che riguarda l'umanita' intera. 20
Pupa Garribba: Si', un buon inizio
[Ringraziamo Pupa Garribba per questo intervento. Pupa Garribba, prestigiosa intellettuale di grande impegno civile, per molti anni redattrice della rivista "Confronti", e' corrispondente del mensile "Cahiers Bernard Lazare" di Parigi e intervistatrice della Shoah Foundation di Steven Spielberg; da molti anni testimonia, soprattutto nelle scuole, la necessita' di curare la memoria della persecuzione antiebraica, delle leggi razziali, della Shoah, fuori dalla ritualita' e dalla retorica, attingendo a quel patrimonio irripetibile che e' il racconto dell'esperienza vissuta, nella convinzione che "se valutiamo e studiamo bene il meccanismo di questo immane sterminio, forse possiamo essere pronti ad accorgerci degli altri". Tra le opere di Pupa Garribba: Ebrei sul confine; Donne ebree; Le feste ebraiche; I simboli ebraici; tutte pubblicate nelle edizioni di "Com - Nuovi tempi", Roma]
Nessuna mia considerazione originale sulla primaria necessita' di proibire
il commercio delle armi da fuoco avrebbe l'impatto delle parole di Isaia
2:4: "Spezzeranno le loro spade per farne vanghe e le loro lance per ridurle
a falci; nessun popolo levera' la spada contro l'altro e non impareranno
piu' la guerra".
Solo cosi' donne e uomini "di temperamento diverso e di diverse opinioni
potranno lavorare insieme per il bene comune", riprendendo quanto ha scritto
nel XV secolo il filosofo Joseph Albo nel suo "Sefer HaIkkarim".
Da ebrea quale sono, non posso che condividere una riflessioni di un grande
Maestro italiano, il Rabbino Dante Lattes il quale, poco piu' di mezzo
secolo fa ha scritto nel suo "Commento al Pirke' Avot": "... Se il paradosso
e' lecito, si potrebbe dire che il messia riuscira' ad arrivare e a dimorare
sulla terra quando ogni singolo individuo sara' diventato il messia di se
stesso".
La strada e' lunga, ma intanto sarebbe gia' un buon inizio proibire il
commercio delle armi, ovunque esso avvenga.
Angelo Cavagna: Si', proibire il commercio delle armi
[Ringraziamo padre Angelo Cavagna per questo intervento. Padre Angelo Cavagna e' religioso dehoniano, prete operaio, presidente del Gavci (gruppo di volontariato con obiettori di coscienza), obiettore alle spese militari, infaticabile promotore di inizative di pace e per la nonviolenza. Opere di Angelo Cavagna: Per una prassi di pace, Edb, Bologna 1985; (a cura di, con G. Mattai), Il disarmo e la pace, Edb, Bologna 1982; (a cura di), I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare, Edb, Bologna 1992; I malintesi della missione, Emi, Bologna; (a cura di), I cristiani e la pace, Edb, Bologna 1996]
L'immenso Brasile, in questo momento, e' un segno di barbarie e di civilta'.
La barbarie e' documentata dalle cifre impressionanti di morti uccisi con
armi da fuoco, legali e illegali, in mano ai cittadini: nel 1980 il 30%
delle morti di giovani sono state uccisioni; la percentuale e' salita al
54,5% nel 2002. E' un'assurdita'.
La civilta' e' invece testimoniata dalla lunga lotta sociale contro tale
flagello; lotta che ha gia' raggiunto risultati concreti non piccoli:
approvazione dello Statuto per il disarmo (anno 2003); una campagna per il
disarmo volontario (nel 2004 piu' di 400.000 armi sono gia' state
consegnate, con il risultato di un 7% di uccisi in meno nell'anno).
Ora l'approvazione del referendum per eliminare il commercio delle armi da
fuoco.
Non resta che incoraggiare in tutti i modi la campagna referendaria per il
si'.
E naturalmente se si vuole davvero costruire un mondo di pace e fraternita',
occorre percorrere, insieme a questa, tutte le molte vie alla pace; in
particolare quella istituzionale. Bisogna far crescere e sostenere un
movimento mondiale di riforma radicale dell'Onu e di abolizione pura e
semplice del sistema militare. Finche' ci sara' un esercito, ci saranno
scienziati che faranno a gara per inventare armi sempre piu' micidiali, che
poi bisognera' costruire e poi vendere; e per far questo occorreranno le
guerre, come spiegava il personaggio del trafficante d'armi interpretato da
Alberto Sordi nel film "Finche' c'e' guerra, c'e' speranza".
Invece e' possibile e doveroso abolire tutti gli eserciti, come e' avvenuto
storicamente che al formarsi degli stati nazionali furono abolite le milizie
di fazione al loro interno.
Oggi i problemi sono mondiali: occorrono un vero Parlamento e un vero
Governo essi pure mondiali, con un vero corpo di polizia internazionale
(cioe' uso non omicida della forza armata). Anzi, "la polizia dovrebbe
essere dotata di armi intrinsecamente non letali" (parole del generale Bruno
Loi).
Soprattutto occorre convincersi che l'alternativa agli eserciti esiste: e'
la Difesa popolare nonviolenta, che non e' passivita' ne' utopia, come hanno
dimostrato tante magnifiche lotte nonviolente.
Questo dovrebbe capirlo soprattutto chi si fregia del nome di cristiano, dal
momento che Gesu' ha detto: "Non uccidere... Amate i vostri nemici; pregate
per i vostri persecutori... Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi... Metti
via la spada... Amatevi come io vi ho amato e do' la vita per voi...
Perdonate non fino a sette volte, ma settanta volte sette... Padre perdona
loro (i suoi crocifissori) perche' non sanno quello che fanno". Piu' di
cosi'...
Ermanno Allegri: Due buone notizie
[Ringraziamo Ermanno Allegri per questo intervento. Ermanno Allegri e' direttore di "Adital", Agenzia d'informazione "Frei Tito" per l'America Latina, tel. 8532579804, fax: 8534725434, cellulare: 8599692314; "sacerdote bolzanino da trent'anni in Brasile, gia' segretario nazionale della Commissione Pastorale della Terra e ora direttore di un'agenzia continentale (Adital), nata come strumento per portare all'attenzone della grande informazione latinoamericana i temi delle comunita' di base e l'impegno contro la poverta'. Allegri e' stato chiamato a contribuire al coordinamento delle azioni di sensibilizzazione in vista del referendum che si terra' in Brasile alla fine di ottobre che ha come tema la messa al bando del commercio delle armi da fuoco che in tutta l'America Latina costituisce un rilevante fattore di violenza (omicidi, rapine, ecc.). E' una battaglia civile e di diritto importantissima per tutto il Brasile, ma anche per il movimento per la pace di tutto il mondo. La posta in gioco e' grande ma i poteri che contano (le multinazionali delle armi) sono gia' all'opera per vincere, mettendo in campo enormi fondi. Allegri chiede che questo tema venga messo nell'agenda anche del movimento per la pace italiano e chiede anche un aiuto finanziario per coordinare da qui a ottobre l'attivita' di sensibilizzazione di Adital" (Francesco Comina)]
Cari amici,
vi comunico due notizie sulle attivita' per il disarmo qui in Brasile.
Un incontro interreligioso con la consegna di armi da fuoco, e il documento
della Conferenza dei vescovi brasiliani sul referendum.
Stanno anche arrivando le adesioni alle lettere per i ministeri brasiliani a
sostegno della campagna per il disarmo: ottimo.
Un carissimo saluto,
Ermanno Allegri
Un incontro interreligioso per la pace a Fortaleza
[Da Ermanno Allegri riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato]
Circa venti strutture che fanno parte del Comitato cearense per il disarmo
si sono riunite in piazza Ferreira, a Fortaleza, Ceara', per celebrare la
pace il 21 settembre. La piazza e' tradizionalmente utilizzata per le
manifestazioni sociali di massa.
Come parte delle iniziative per il Giorno internazionale della pace indetto
dall'Onu per il 21 settembre, e' stato celebrato in piazza Ferreira un
incontro interreligioso per la pace, organizzato da entita' religiose che
partecipano del Comitato cearense per il disarmo.
Erano presenti all'evento rappresentanti della Sheicho-No-Ie, della Chiesa
di Cristo, del Buddismo Tibetano, del Santo Daime, del Centro di Raja Yoga
Brama Kumaris, della Chiesa Evangelica di Confessione Luterana in Brasile,
della Rosa Cruz-Amorc, del Centro Spirita Grao de Mostarda, del Movimento
dei Focolarini, dell'Istituzione religiosa Perfect Liberty, della Conferenza
dei Religiosi del Brasile, delle Comunita' Ecclesiali di Base (Cebs), dell'
Archidiocesi di Fortaleza, della Chiesa Messianica del Brasile, della Chiesa
Betesda, dell'Istituto di Yoga Vivekananda, della Diaconia, del Forum
Trasformacao e del Gruppo Geracao e Acao.
L'incontro ha avuto inizio con i bambini del gruppo di capoeira Arte e
Libertacao, della Pastorale del Minore del Quartiere Tancredo Neves,
dell'Associazione Santo Dias, e con i rappresentanti delle entita'
religiose, portando incenso e bandiere con la parola "pace" fino al Giardino
della pace; successivamente i ragazzi si sono esibiti in una
rappresentazione artistica.
Rappresentanti di ogni chiesa e religione hanno versato dell'acqua per
irrigare il Giardino della pace, per mettere in risalto l'importanza di
tutta la societa' nella costruzione di un mondo piu' giusto e umano, e sono
saliti sul palco per trasmettere alla societa' attraverso la musica, la
poesia, preghiere e versetti biblici, messaggi di amore e di vita. La
rappresentante della Chiesa di Cristo ha letto 1 Corinzi 13,13: "Rimangano
la fede, la speranza e l'amore", perche' solo il rispetto per l'altro potra'
portare al riscatto dell'umanita'.
Durante l'incontro e' stato letto un messaggio del Parlamento delle
Religioni che considera l'estrema poverta' nel mondo, la corsa agli
armamenti e la contaminazione dell'ambiente i maggiori ostacoli per una
societa' di pace. La rappresentante del buddismo tibetano ha letto un
messaggio del Dalai Lama che ricorda a tutti quanto sia indispensabile un
movimento mondiale per raggiungere la completa pace. Le Comunita' ecclesiali
di base hanno intonato il canto "Quando rinascera' il giorno della pace,
quando brllera' il sole della speranza...".
Tutti i presenti hanno potuto lasciare il segno della loro partecipazione
sulla bandiera della pace che, oltre al logotipo delle entita' partecipanti
all'evento, portava l'impronta delle mani delle persone.
La consegna delle armi nel Giorno internazionale per la pace.
Nella stessa giornata, durante circa sei ore, un posto della Polizia
Federale ha ricevuto armi da fuoco nella stessa piazza, nel centro di
Fortaleza. I cittadini interessati alla consegna di un'arma ricevevano una
guida per trasportarla dalla propria residenza fino alla piazza.
Oltre all'indennizzo in denaro, le persone che hanno consegnato le armi
hanno ricevuto anche delle piantine, distribuite dalle entita' religiose
presenti. Secondo Agilmario Menezes, agente della Polizia Federale, il buon
numero di armi consegnate (piu' di 50) e' un altro indizio che la campagna
ha ricevuto una grande approvazione anche dalla popolazione del Ceara'.
Jose' Carneiro, uno dei presenti in piazza, ha detto che era venuto a
consegnare la sua arma perche' aveva preso coscienza del vero pericolo che
questa rappresentava. "L'arma in una casa non serve a niente. Qualcuno della
mia famiglia potrebbe ferirsi accidentalmente". Era in possesso di
quest'arma da piu' di dieci anni e ringraziava Dio per non averla mai usata.
La studentessa Andreia Campos, invece, ha portato le armi del padre persuasa
dalla Campagna per il disarmo, i cui argomenti l'hanno convinta che non c'e'
bisogno di tenerle in casa.
Le armi, che saranno raccolte dalla Campagna per il disarmo fino al prossimo
23 ottobre, per essere consegnate non e' necessario che siano in regola. La
Polizia Federale non investiga ne' la provenienza dell'arma ne' il cittadino
che la consegna. Non si chiede se l'arma e' legale o illegale, se e' stata
trovata, rubata o comprata. L'importante e' consegnare l'arma da fuoco.
Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile: Dite si' alla vita
[Da Ermanno Allegri riceviamo e diffondiamo la "Nota relativa al referendum sulla proibizione del commercio di armi da fuoco e munizioni" diffusa dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile in occasione dell'assemblea annuale]
Notizie di violenza e morte invadono tutti i giorni le nostre case
attraverso i mass media. Il porto e l'uso indiscriminato di armi da fuoco
trasformano, molte volte, conflitti banali in tragedie. Secondo i dati
disponibili, in un anno (2002), hanno perso la vita circa 38.000 persone, in
media 104 al giorno. Ogni 14 minuti viene tolta una vita. Il Brasile e' il
paese con l'indice piu' alto di persone uccise da armi da fuoco.
Molte persone pensano che il possesso di un'arma sia garanzia di sicurezza e
protezione. Le statistiche, pero', mostrano che, in un'aggressione, le
persone che usano armi da fuoco hanno una possibilita' maggiore di essere
assassinate.
Gesu' dice: "Felici tutti coloro che promuovono la pace, perche' saranno
chiamati filgi di Dio" (Matteo 5, 9). Lui non si difese quando fu catturato
e condannato a morte, ma disse a Pietro: "Metti la spada nel fodero. Chi usa
la spada, morira' di spada" (Matteo 26, 52). I cristiani, imitando il
Signore, cercano la pace disarmando la mente, il cuore e le mani.
La Campagna della fraternita' ecumenica del 2005, con il tema "Solidarieta'
e pace', ha incentivato le chiese del Brasile ad unirsi nella preghiera e
nella promozione della cultura di pace.
Un gesto concreto suggerito dalla campagna e' la partecipazione al prossimo
referendum del 23 ottobre, quando la popolazione sara' convocata ad
esprimere il proprio parere riguardo alla proibizione del commercio di armi
da fuoco e di munizioni in tutto il territorio nazionale.
Con questo referendum, siamo chiamati a contribuire attivamente al
consolidamento delle istituzioni democratiche. Sara' un'occasione storica
per l'esercizio della sovranita' popolare attraverso il voto.
Come vescovi della chiesa cattolica e come cittadini prendiamo posizione a
favore della proibizione del commercio di armi da fuoco e munizioni.
Facciamo un appello a tutti i cristiani e a tutte le persone di buona
volonta' a votare si' in questo referendum.
Proibire il commercio e l'uso di armi e' un passo decisivo, ma non
sufficente. Siamo contrari a qualunque tipo di violenza. Oltre a migliorare
la sicurezza pubblica, e' indispensabile educare alla pace e alla difesa
della vita, attraverso pratiche di nonviolenza attiva.
Itaici, Sao Paulo, 15 agosto 2005
Attivo dagli anni '70 (dapprima con la denominazione "Comitato democratico contro l'emarginazione - Centro di ricerca per la pace"), nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a "Primo Levi, testimone della dignità umana". Dal 1998 ha promosso una "campagna contro la schiavitù in Italia".
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