Una festa nazionale in Rwanda per l'attenzione all'ecosistema
In Rwanda spesso le feste nazionali mi sembrano un pò inprovvisate. Almeno dalla mia ottica "precisina" europea.
Il giorno prima nessuno ne sa nulla, poi alla radio annunciano "domani è la festa degli studenti, quindi congedo nazionale!".
E' scopriamo che a scuola non ci sono gli insegnanti, a casa gli operai non vengono. Alla parrocchia nessuno a lavorare.
Alcune di queste feste mi fanno un pò sorridere. Quella di ieri credo sia però interessante.
Mi piacerebbe farla notare a Padre Massimo in Brasile (che scrive spesso del problema qui: http://www.dettotranoi.it/brasil/grazie.php?pag=news ), e a quanti hanno a cuore la deforestazione. Il nostro mondo essendo sempre più piccolo e globale, non può chiudersi solo al problema della deforestazione in Amazonia, ma certo è da ampliarlo al globo.
Ieri il Rwanda (dall'altro capo del mondo rispetto all'Amazzonia e a Rio Branco di padre Massimo) si è fermato, perchè ogni abitante doveva piantare un albero. In teoria 8-9 milioni di alberi sono stati piantati. Questo era il succo della festa nazionale.
E' una festa che è stata ereditata dal passato governo rwandese: il vecchio presidente, il cui aereo fu tirato giù e dall'evento si scatenò il genocidio, era abbastanza attaccato all'ambiente e all'immagine di un Rwanda pieno d’alberi. Così ci hanno raccontato.
La cosa è restata ed ancora oggi, anzi ieri, ho visto qualche militare che invece di imbracciare il fucile, aveva in mano un alberello da piantare.
Anche Marco si è portato a casa dalla sua pepiniera di caffè di Kabare due piantine, per seguire l'usanza della festa.
Una piccola goccia in un mare, ma fa piacere che questa goccia sia "versata" dal Rwanda, opss anzi: "piantata".
Un saluto
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