DOSSIER PEACELINK - AZIONI NONVIOLENTE CONTRO LA GUERRA
DOSSIER PEACELINK
AZIONI NONVIOLENTE CONTRO LA GUERRA
A cura di PeaceLink http://www.peacelink.it
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Versione 2 del
27/3/03
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CHE FARE OLTRE I
CORTEI?
Manifestazioni di
piazza, cortei, e poi? Che fare? Molti se lo stanno chiedendo. L’importante è
estendere e radicare nella società il movimento. Farlo diventare quotidianità,
vita civile ordinaria ed impegno costante di tante persone. A nostro parere è
perciò importante:
- boicottare la guerra con una capillare campagna di consumo critico che
“colpisca” la Esso (rifornisce le forze armate Usa) e le multinazionali che
hanno finanziato Bush o che sono connesse con il giro d’affari della guerra;
basta spostare i consumi di mille persone per provocare una perdita di un
miliardo (di vecchie lire) alle multinazionali che sostengono Bush e la guerra;
pertanto appoggiamo Greenpeace, il Centro Nuovo Modello di Sviluppo e Rete
Lilliput che promuovono il boicottaggio;
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- rendere sempre più “visibile” l’opposizione alla guerra sia aumentando
l’esposizione dei simboli e delle delle bandiere arcobaleno sia coinvolgendo
anche i commercianti (locandine “STOP ALLA GUERRA”) che vedono aggravarsi la
crisi economica di cui la guerra aggrava le conseguenze; pertanto appoggiamo la
campagna “Bandiere di Pace”;
- trasformare le scuole in laboratori di dibattito, di informazione e di
educazione alla pace; pertanto sosteniamo l’osservatorio sulle menzogne di
guerra (Mediawatch) e segnaleremo tutti i siti che promuovono l’educazione alla
pace;
- appoggiare le associazioni umanitarie per la difesa dei diritti umani e
il soccorso d’emergenza; pertanto sosteniamo Amnesty International ed
Emergency;
- sviluppare il dialogo con le istituzioni e le forze politiche affinché
la scelta di pace secondo il dettato
Costituzionale - si radichi ai più alti livelli; appoggiamo pertanto la Tavola
della Pace e gli Enti Locali per la Pace che promuovono in tutte le assemblee
elettive ordini del giorno di condanna alla guerra.
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SABATO 29 MARZO
Manifestazioni
decentrate nelle varie realtà locali. Non vi sarà una manifestazione
centralizzata.
Il Comitato Fermiamo
la guerra (http://www.fermiamolaguerra.it/)
invita tutto il movimento a rilanciare tutte le iniziative che permettono una
partecipazione diffusa e personale alla protesta contro la guerra.
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BANDIERE
ARCOBALENO: ESTENDERLE E NON LISTARLE A LUTTO
Il Comitato invita a
proseguire ed estendere l'iniziativa delle bandiere, come forma di protesta
contro la guerra e come dichiarazione di estraneità alla guerra, e a riempire
le città, le abitazioni, le scuole, i luoghi di
lavoro di segni di
pace. Clicca su http://www.bandieredipace.org
Il sito sta diffondendo questo avviso: “Sta girando tra le associazioni ed i
cittadini la proposta di listare a lutto le bandiere della pace a causa della
guerra. Come coordinamento della campagna "Pace da tutti i balconi!"
invitiamo a non compiere questo gesto”.
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AIUTI UMANITARI
ALLE VITTIME
Il Comitato invita a
sostenere le iniziative a sostegno delle vittime di guerra. In questo senso,
nelle prossime ore si terrà il richiesto incontro fra il Tavolo di Solidarietà
(che riunisce molte organizzazioni e ong
contro la guerra) ed
Emergency (che per ora non ha aderito al Tavolo). Il Comitato fa appello alla
realizzazione di iniziative unitarie, per favorire la partecipazione dei
cittadini e delle cittadine. Clicca su http://www.emergency.it
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BOICOTTAGGIO
Il Comitato invita a
dare vita a iniziative di boicottaggio mirato di aziende i cui interessi sono
legati al conflitto in Iraq, in particolare le compagnie petrolifere: ESSO,
particolarmente diffusa in Italia ma anche
TEXACO, AMOCO E
CHEVRON. Cliccare su: http://www.greenpeace.it/stopesso
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FUORI
LA GUERRA DALLA TUA SPESA
È partita
la campagna di boicottaggio delle aziende che hanno finanziato la campagna
elettorale di Bush e che sono collegate alla guerra. Cliccare su http://www.peacelink.it/campagne/boycott_bush.html
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AZIONI
NONVIOLENTE: DOVE TROVARLE
Le proposte di Rete
Lilliput sono sintetizzate qui: http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04466.html
e qui
http://www.retelilliput.org/nowar.htm (sono 15 proposte di azione diretta)
Un laboratorio di
proposte è su Tuttigiuperterra http://italy.peacelink.org/tuttigiuperterra/
Clicca e inserisci
la tua idea, oppure vota quelle già inserite.
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SOSTEGNO AD
AMNESTY INTERNATIONAL
E' importante
sostenere la richiesta di Amnesty International affinché venga protetta la
popolazione civile irakena e vengano rispettate le leggi di guerra che vietano
di colpire obiettivi civili. Cliccare su http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04499.html
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CONTRO LE BUGIE
DI GUERRA: MEDIAWATCH
L'osservatorio sulle
bugie di guerra sarà uno degli strumenti di rettifica dell'informazione
manipolata.
Consultare: http://www.peacelink.it/mediawatch
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INFORMAZIONE,
RISORSA STRATEGICA
Chi lo volesse potrà
entrare a far parte di un gruppo di monitoraggio delle menzogne di guerra può
farlo attraverso "Mediawatch". Infatti dalla societa' civile prende
vita una "commissione di vigilanza popolare", che
documentera' i casi
in cui l'informazione italiana si trasforma in propaganda. L'iniziativa parte
da un gruppo di siti e riviste di informazione indipendente: Altreconomia,
Azione Nonviolenta, Buone Nuove, Carta, Guerre & Pace, Information
Guerrilla, Informazione senza frontiere, PeaceLink, Terre di Mezzo, Unimondo,
Vita, Volontari per lo sviluppo. Il tutto all'indirizzo http://www.peacelink.it/mediawatch
Siti di informazione
pacifista sono:
http://www.fermiamolaguerra.it
Informazioni non
stop sulla mobilitazione antiguerra e sulla guerra sono qui:
http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html
http://www.peacelink.it/webgate/news/maillist.html
http://web.vita.it/sotto/index.php3?SOTTOCATID=128
http://web.vita.it/sotto/index.php3?SOTTOCATID=368
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E-MAIL DI
PRESSIONE SULL’ONU
Diversi messaggi
e-mail chiedono di fare pressione per invocare la risoluzione ONU 377
"Uniting For Peace" per fermare la guerra; si veda ad esempio http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04467.html Cliccare su http://www.waronfreedom.org/uniting4peacekit.html
e seguire le indicazioni (vi sono tutte le e-mail all’ONU dei corpi diplomatici
delle nazioni rappresentate).
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DOMANDE E RISPOSTE SULLA GUERRA
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Qual è il fine
della guerra di Bush?
“Non è un segreto
che l'amministrazione Bush sta portando un attacco contro la gente e le future
generazioni nell'interesse di ristretti settori ricchi e potenti che serve con
una lealtà che va persino oltre il normale. In queste circostanze è sicuramente
opportuno sviare l'attenzione dalla sanità, dalla sicurezza sociale, dai
debiti, dalla distruzione dell'ambiente”, ha affermato Noam Chomsky.
Fonte: http://www.namaste-ostiglia.it/lasthelp/show.asp?ID=454
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E’ stata inutile
la mobilitazione per la pace?
Cortei e bandiere
della pace sono state l’espressione di un’opinione pubblica che si è schierata
per i tre quarti contro la guerra togliendo legittimità ad ogni intervento
dell’Italia nel conflitto. Le mobilitazioni non avevamo come nemico Bush o
Saddam, ma l’indifferenza, che è stata sconfitta. Bush va alla guerra privo del
consenso internazionale e sorretto unicamente della forza bruta. Grazie alla
pressione dell’opinione pubblica Bush è
rimasto politicamente in minoranza nell’Onu. Quindi possiamo dire
che grazie al dipiegamento della
mobilitazione popolare i governi si sono spostati verso posizioni pacifiste e
ora possiamo dire che questa guerra
priva di autorizzazione esplicita del Consiglio di Sicurezza
dell’Onu è illegittima. Anche il
governo italiano ha dovuto barcamenarsi: si è impegnato, ma in maniera
marginale. A questo dobbiamo aggiungere lo schieramento esplicito e severo del
Papa e di molte Chiese contro la guerra. I media, un tempo schierati alla
grande su posizioni filointerventiste, hanno espresso giudizi critici. Il “no
alla guerra” ha attraversato tutti i settori dell’opinione pubblica, andando
dall’80% della sinistra al 45% del centro-destra. Il movimento pacifista ha
saputo opporsi alla guerra senza venir meno alla risoluta opposizione a Saddam
Hussein e a tutte le dittature. I partiti politici hanno dovuto rivedere
vecchie posizioni sulla “guerra giusta” e anche dentro la maggioranza
governativa non c’è stata uniformità di vedute, data l’esplicita presa di posizione
del Papa e dell’opinione pubblica. Infine lo sviluppo dell’apparato produttivo
non dà segni positivi e la guerra incombe come un’incognita, come ha
sottolineato il governatore della Banca d’Italia Fazio; al di là dei movimenti
di borsa (fino a pochi giorni fa in ribasso e oggi in rialzo per ragioni
speculative) non vi sono rosee previsioni per l’economia reale. In questo
quadro l’opposizione alla guerra ha raggiunto un obiettivo importantissimo:
opporre alla forza militare di Bush un imponente schieramento di opinione
pubblica mondiale che in
democrazia tutti i governi devono
tenere presente.
Fonte: http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04516.html
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Qual è
l’orientamento dell’opinione pubblica italiana circa la guerra?
I favorevoli
all’attacco senza il consenso dell’ONU risultano essere il 26% il 20 marzo
2003, giorno in cui è iniziata la guerra. Il sondaggio aggiornato lo puoi
trovare qui: http://sondaggio.ilsole24ore.com/poll/sond1start.html
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Qual è la
posizione delle Chiese?
Il S.A.E. (Segretariato
Attività Ecumeniche), parlando delle prossime vittime della guerra, ha
specificato: “Le sue vittime, insomma, non sarebbero solo le tante -
troppe che segnaleranno i bollettini, o
che saranno coperte da un calcolato silenzio. Ad essere drammaticamente
compromesse, infatti, sarebbero anche le
possibilità di
convivenza su questo fragile pianeta. Ad essere strozzati sarebbero tutti quei
laboratori di dialogo che, in tante parti del globo, cercano di elaborare
ipotesi di pace, al di là dei conflitti. Come associazione che proprio nel
dialogo - tra le chiese, tra le religioni, tra le culture - ha il centro del
suo impegno, vogliamo dunque unire anche le nostre parole al grido di pace.
Vogliamo riaffermare che
questa guerra è
inaccettabile, nelle sue motivazioni - quelle ideali dichiarate e quelle reali,
assai meno nobili - come nelle modalità e nelle conseguenze che si prospettano.
Vogliamo dire - e dirlo insieme, come
credenti di diverse
appartenenze - che essa è del tutto incompatibile con la fede in un Dio della
pace, al cui cospetto è impossibile dichiararla giusta”.
Fonte: http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04517.html
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E’ vero che un
possibile uso (mai smentito dalla Casa Bianca) delle armi nucleari penetranti
“di precisione” colpirebbe i bunker di Saddam Hussein causando una limitata
dispersione radioattiva?
No. L'
Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW)
ammonisce che l'uso di bruciatori nucleari di bunker ("bunker
busters") causerebbe migliaia di vittime da radiazioni. L'uso a Baghdad di
armi nucleari penetranti il terreno (EPW), anche note come Bruciatori di Bunker
(Bunker Busters), disperderebbe inevitabilmente detriti e polveri radioattive
su diversi chilometri quadrati e produrrebbe dosi fatali di radiazioni su
decine di migliaia di vittime.
Fonte: http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg04528.html
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Chi ha fornito a
Saddam Hussein le armi di distruzione di massa?
Ha scritto Noam
Chomsky: “I reaganiani e Bush I hanno continuato ad accogliere il mostro come
un alleato e l'hanno ritenuto un partner commerciale proprio mentre si
macchiava delle peggiori atrocità e anche oltre. Bush ha autorizzato l'avallo
di prestiti e la vendita di alta tecnologia con le sue evidenti applicazioni
per la fabbricazione di ordigni di distruzione di massa (WMD) fino al giorno
dell'invasione del Kuwait, talvolta ignorando gli sforzi del Congresso di
impedire quello che stava facendo. La Gran Bretagna ha autorizzato
l'esportazione di equipaggiamento militare e di materiali radioattivi anche
pochi giorni dopo l'invasione. Quando l'allora corrispondente dell'ABC, oggi
commentatore di Znet, Charles Glass scoprì (per mezzo dei satelliti commerciali
e la testimonianza dei disertori) gli impianti per la fabbricazione di ordigni
biologici, le sue rivelazioni furono immediatamente smentite dal Pentagono e
sulla storia cadde il sipario. Quando nel dicembre del 1989 Bush I annunciò
nuovi regali al suo amico (che peraltro erano regali anche per l'agrobusiness e
l'industria USA), la cosa fu ritenuta troppo poco significativa persino per
darne notizia, benché si possa leggere di questo su "Z magazine"
dell'epoca e, forse, non altrove. Pochi mesi dopo, poco prima che invadesse il
Kuwait, una delegazione di altissimo livello del senato, condotta da quello che
sarebbe stato più tardi il candidato alla Presidenza, Bob Dole, ha fatto visita
a Saddam, trasmettendogli i saluti del Presidente e assicurando il brutale
assassino di massa che non avrebbe dovuto preoccuparsi delle critiche da parte
dei giornalisti alternativi di qui di cui aveva avuto notizia.”
Fonte: http://www.namaste-ostiglia.it/lasthelp/show.asp?ID=454
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E’ vero che
l’Irak stava acquistando uranio dal Niger?
No, la
documentazione fornita da Washington e Londra sui legami Iraq-Niger era falsa.
La conferma è sul sito di Vita: http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=29768
Ciò fa seguito allo scandalo del rapporto Blair sulle “armi proibite” di
Baghdad copiato da una tesi di laurea, tesi scritta nei primi anni Novanta e
copiata con tutti gli errori ortografici dell’autore.
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