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Lettera al Corriere del Giorno di Taranto

Hiroshima fu una "bomba umanitaria"?

Alcune informazioni storiche per smontare un luogo comune
14 settembre 2003

Leggo sul "Corriere del Giorno" del 18 marzo 2000 un articolo che trae spunto
dalla recente morte di Thomas W.Farebee, il pilota americano che sgancio'
l'atomica su Hiroshima. In esso Giovanni Nardi scrive: "E' opinione diffusa
tra gli storici che l'impiego della bomba atomica abbia alla fine fatto
risparmiare vite umane non solo agli americani e ai loro alleati, ma anche
agli stessi giapponesi".

Questa tesi ricalca in sostanza quella di Churchill secondo il quale l'uso
delle bombe atomiche e i conseguenti 200 mila morti fu giustificato
dall'esigenza di risparmiare almeno un milione di vite umane fra le truppe
angloamericane e molte vite umane fra gli stessi giapponesi. Scrisse
infatti Churchill nelle sue memorie: "Il popolo giapponese poteva trovare
nell'apparizione di quest'arma quasi soprannaturale una scusa tale da
salvare il proprio onore e liberarlo dall'obbligo di farsi uccidere fino
all'ultimo uomo".

Quindi la bomba atomica avrebbe reso un utile servizio sia agli
angloamericani sia ai giapponesi, risparmiando (paradossalmente) vite umane
fra i giapponesi e abbreviando le sofferenze per tutti.

Quelle di Hiroshima e Nagasaki furono quindi "bombe umanitarie"?

No. Lo storico B.Liddell Hart, nella sua "Storia del mondo moderno - la
Seconda Guerra mondiale" (Garzanti), documenta che il Giappone era sul
punto di arrendersi. Le bombe atomiche furono dunque lanciate non perche'
la guerra rischiava di prolungarsi troppo a lungo ma per due considerazioni
prioritarie:

1) la bomba atomica voleva essere la dimostrazione all'URSS del possesso di
un'arma che sanciva la superiorita' militare americana;

2) gli Stati Uniti volevano far presto in modo che i russi non potessero
accampare meriti per la sconfitta del Giappone.

Quest'ultimo punto e' poco conosciuto e merita un approfondimento a cui
Giovanni Nardi non dedica spazio. E' interessante raccontare un retroscena
"segreto" - come documenta il testo di Liddel Hart - e cioe' che gli
americani erano venuti a conoscenza del desiderio del Giappone di mettere
porre fine alla guerra e di arrendersi.

Perche' allora lanciare bombe atomiche su una nazione che stava per
arrendersi?

Il Giappone aveva infatti deciso di mandare a Mosca il principe Konoye per
i negoziati di pace. Gli americani tramite i servizi segreti intercettarono
e lessero (con il codice "magic") i messaggi del ministro degli esteri
giapponese all'ambasciatore giapponese a Mosca. "Ma il presidente Truman, -
scrive lo storico B.Liddell Hart - e la maggior parte dei suoi consiglieri
erano tanto desiderosi di accelerare il crollo del Giappone, quanto lo era
Stalin di entrare in guerra contro il Giappone prima che essa finisse, per
assicurarsi una posizione vantaggiosa nell'Estremo Oriente".
Per sbarrare la strada a Stalin ed essere primi e unici vincitori sul
Giappone, Truman diede ordine di lanciare le bombe atomiche. Quindi quelle
vittime giapponesi innocenti furono liquefatte non da "bombe umanitarie" ma
da una cinica corsa che vide Usa e Urss fare a gara a vincere sull'ormai
fragilissimo Giappone.

Alla luce di cio', le argomentazioni di Churchill appaiono "vere" quanto le
parole del presidente americano Truman il quale dichiaro' al mondo che le
due bombe atomiche avevano colpito obiettivi militari. Falso: colpirono
solo due cittadine inermi e prive di installazioni belliche.

Su una cosa invece Churchill fu invece estremamente sincero e cioe' quando
disse: "In tempo di guerra la verita' e' cosi' preziosa che dovrebbe essere
protetta costantemente da un velo di bugie". Parole verissime.

Come insegnante sento il dovere pedagogico di invitare a ripudiare la
profonda immoralita' del fuoco che sciolse donne, bambini e uomini
innocenti, e di dire ai giovani: mai piu' l'olocausto nucleare.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink - telematica per la pace
a.marescotti@peacelink.it
http://www.peacelink.it

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