Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Angola: tra diluivio e colera

Le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’, al 12 aprile 2006, parlano di 8258 contagiati e 367 morti. MSF, il 13 aprile, dichiara 8930 casi e 413 morti.L’ epidemia si sta diffondendo anche in 5 altre province angolane
16 aprile 2006
Laura Fantozzi (da Luanda)

Un lunedi’ pomeriggio a Luanda, capitale dell’Angola. Un cielo, scuro, nero. Un diluvio torrenziale che travolge tutto, gocce pesanti che diventano fiumi, cascate che travolgono le strade, che rompono vecchi muri, che allagano le case. Cinque minuti bastano per paralizzare la citta’: mulinelli d’acqua sopra le decine di tombini scoperti, tra le buche e le crepe dei marciapiedi, traffico delle cinque impazzito, macchine incolonnate per 4 ore, motori bloccati, panico generale.

Montagne di immondizia vengono trascinate via dai bordi delle strade, scendono verso la costa, si fermano nei quartieri poveri a 4,5, 6 km dal centro. Nuove fogne a cielo aperto, su cui si accumulano assieme al fango e ai rifiuti, pezzi di case di terra appena crollate, materassi, stoviglie, mercanzie varie strappate alle tende scure degli affolati mercati rionali.

Hai paura, tu, da solo, su un’ automobile ferma nel traffico, nel cuore della citta’, con i freni che non rispondono, con la visibilita’nulla, con l’acqua che sommerge le ruote. Tu hai paura. Ma non ci sei solo tu, nella tua macchina, con il tuo telefono. Ai margini della strada c’e’ un mondo che si ripara come puo’sotto portici cadenti, che cammina per raggiungere la baracca di un amico, un negozio, un qualsiasi tipo di rifugio. Ai margini della strada ci sono i quartieri dimenticati, case di terra e casa di lamiera, molte scivolano dalla collina, altre implodono su se’ stesse. Ai marigini della strada c’e’ chi da sempre non ha casa. I bambini di strada che popolano i vicoli dimenticati, alcuni muoiono risucchiati dai mulinelli creatisi attorno alla buche scoperte delle vie principali. (!!!!)

Incredibile. Ma non e’ un film dell’orrore, e’ un pomeriggio di pioggia forte a Luanda, una’ citta completamente priva di fognature e discariche, una capitale che si sta rifacendo il trucco, vie principali abbellite da nuova segnaletica, palazzi e automobili scintillanti, simbolo di un ritornato flusso di investimenti stranieri. Solo una piccola parte dei 5 milioni degli abitanti della capitale, 4,5 milioni dei quali arrivati in citta’ negli ultimi 10 anni per fuggire dalla guerra nelle province, ristrovatisi a vivere in baracche costruite sui rifiuti, solo una piccola parte di loro ha sino ad oggi visto i frutti del rinato business nazionale.

E’ in questo contesto che l’ epidemia di colera scoppiata a meta’ febbraio 2006 continua a mietere vittime a Luanda e in 5 delle 18 province angolane. Le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’, al 12 aprile 2006, parlano di 8258 casi di contagio e 367 morti; il comunicato ufficiale di Medici Senza Frontiere del giorno successivo, 13 aprile di 8930 casi e 413 morti. Siamo preoccupati per il fatto che l'epidemia sia ormai fuori controllo - ha affermato Richard Veerman, capo missione per MSF in Angola. - Il colera si sta già diffondendo ad una velocità molto elevata. Ieri ha iniziato a piovere, il che rende ancora più difficile fermare l'epidemia. Purtroppo –ha precisato Sofia, infermiera di MSF Olanda l’esecutivo non ha ancora voluto dichiarare ufficialmente la fase di emergenza. Il che limita il quantitativo di aiuti internazionali richiedibili. Ci barcameniamo come possiamo, spostando medicinali e fondi da un progetto all’altro, coordinandoci con altre NGO nazionali ed internazionali, ma la situazione inizia a essere drammatica .

L’ esecutivo da alcune settimane ha comunque iniziato a sensibilizzare la popolazione con spot radiofonici e televisivi. L’OMS, in collaborazione con l‘Istituto Nazionale di Salute Pubblica, continua a monitorare la diffusione dell epidemia, con visite ai quartieri più colpiti, distribuzione di acqua potabile e cloro, raccolta degli esami batteriologici. Secondo lo stesso ministro della salute, Sebastião Veloso, l’Epidemia non terminerà fino a che la capitale non sarà in grado di fornire acqua potabile, non infetta, agli abitanti dei quartieri piú colpiti. Quello che piu’ ci proccupa – ha aggiunto il Ministro – e la diffusione del vibrione anche in altre province, Bengo, Kwanza Sul, Kwanza Nord, Bie, Malange.

Articoli correlati

  • Sociale
    Angola, tra educazione e colera

    Festival escolar "Juntos na luta contra a colera"

    Uige, nord Angola, Agosto 2006
    Laura Fantozzi
  • Pace
    due articoli sul fenomeno calcio al tmppo di mondiali nel martoriato paese africano

    Angola: il calcio come ritorno alla normalità

    L'Angola ha partecipato tutto sommato con onore al campianato del mondo in Germania, ma già aver partecipato è stato emozionante per un popolo che ha ripreso ad amare uno sport per troppi anni dimenticato a causa della guerra
    23 giugno 2006 - Laura Fantozzi
  • Pace
    IL Paese subsharahiano, alla sua prima presenza in un mondiale di calcio, conta da febbraio a giugno oltre 1600 morti per colera e 42.00 casi di contagio

    Angola, la vera partita la si gioca contro il colera

    L’acqua, prima fonte del contagio, a Luanda e’ un business. Oltre 5 milioni di litri venduti ogni giorno, per un incasso quotidiano che oscilla dai 50.000 ai 250.000 dollari
    7 giugno 2006 - Laura Fantozzi
  • Pace
    In 40 giorni, 18 morti e 551 contagiati

    Prosegue l’emergenza colera a Luanda, capitale dell Angola


    18 morti e 551 contagiati. E’ questo oggi, 23 marzo 2006, il bilancio dell’epidemia di colera scoppiata a Luanda, capitale angolana, a metá febbraio. Il primo caso di colera e’ stato registrato il 13 febbraio, sei giorni dopo le autorità angolane e l’Organizzazione Mondiale della Sanitá hanno dichiarato ufficialmente l’epidemia.
    24 marzo 2006 - Laura Fantozzi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)