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due articoli sul fenomeno calcio al tmppo di mondiali nel martoriato paese africano

Angola: il calcio come ritorno alla normalità

L'Angola ha partecipato tutto sommato con onore al campianato del mondo in Germania, ma già aver partecipato è stato emozionante per un popolo che ha ripreso ad amare uno sport per troppi anni dimenticato a causa della guerra
23 giugno 2006
Laura Fantozzi

Angola, da 4 anni il Girabola, il campionato di calcio Angolano,
ha ripreso a riscaldare gli animi degli sportivi
Intervista ARMANDO MASCAGO, ex presidente della Federazione Calcio
Angolana

A cinque minuti dal centro, a cinque minuti da uno dei tanti
immondezzai a celo aperto di Luanda, un muro di 4 metri con filo spinato
e corrente elettrica, piscina e piccola pista da ballo. Ci accoglie cosi
Armando Mascago, ex presidente della Federazione Calcio Angola, oggi
deputato del MPLA, Movimento per la liberazione dell'Angola, il partito
dell'attuale presidente Edoardo Dos Santos. Mascago e'uno dei cuori
pulsanti del football angolano, 64 anni di cui quasi 50 spesi nel mondo
del calcio, memoria storica di uno sport amato e a lungo
dimenticato.Intervistarlo significa tuffarsi in uno dei tanti contrasti
di una nazione povera e ricca alla stesso tempo, sofferente, immersa
nella speranza e nella disperazione. Lo stesso football in Angola e' un
contrasto. Finanziato dalle imprese leader dell'economia nazionale, la
petrolifera Sonangol, la diamantifera Endiama, ma anche dall' esercito e
dalla polizia, il football resta ancora uno sport relativamente
"povero": lo dimostra lo stipendio dato alla selezione nazionale per i
mondiali, "solo" 50.000 dollari ad personam, un' inezia rispetto ai
compensi degli altri team presenti a Germania 2006. Lo scandalo
sollevato dalla televisione brasiliana Globo, un calciatore angolano
senza scarpette che entra in campo con quelle del coach, Oliviero
Gonzalves, fa riflettere sugli standard minimi di presenza ad una
competizione mondiale, e, al contempo, sul l'indefinito confine che oggi
piu che mai divide e unisce il calcio come sport e il calcio come
business.

< ricorda Armando Mascago - il calcio in
Angola era praticato e seguito. A Luanda, la capitale, si trovava uno
degli stadi più moderni di tutta l'Africa. Per questo motivo nel 1972,
sebbene da 11 anni fosse in corso la guerra per l'indipendenza dal
Portogallo, si decise di organizzare il primo campionato nazionale di
football, il primo girabola a cui parteciparono 36 squadre, due per ogni
provincia. La recrudescenza del conflitto e l'indipendenza ottenuta l'
11 novembre 1975 bloccarono per 3 anni il campionato, che riprese solo
nel 1977. Poi, fino alla fine anni '90, nonostante la guerra, il
girabola prosegui', appassionando, via radio e televisione tutti gli
angolani. Fino a che, nel 1997 l´intensificarsi degli scontri armati
costrinse ad una nuova sospensione del campionato.

Quale fu il significato di questa attività sportiva negli anni del
conflitto armato?

Un significato simbolico e politico; le competizioni erano un' occasione
di incontro, un modo per percepire e promuovere l'identità nazionale.
Le province più isolate e colpite dalla guerra aspettavano l'arrivo dei
team degli altri municipi non solo per assistere al match, ma anche per
ricevere informazioni sulla situazione politica, sugli spostamenti di
truppe, sulle condizioni di vita degli abitanti delle altre cittadine.
>>Signor Mascago, ed oggi il football, che valore ha per gli angolani?
Il significato politico e di identità nazionale non si e' perso. Anzi,
si e' rafforzato grazie alla presenza di giocatori angolani in team
stranieri, che sono per noi motivo di orgoglio e speranza. E in un Paese
che esce da 40 anni di guerra e distruzione, la presenza di modelli
positivi motiva i giovani e riscalda gli animi dei piu vecchi. Oggi il
60% dei giocatori della selezione nazionale e impegnato in campionati
esteri, in Europa, nei Paesi Arabi.

Gli angolani praticano molto sport, ma sempre al di fuori delle mura
scolastiche.

Si, A tutt'oggi nelle scuole non e'prevista un'ora di educazione fisica.
Si inizia a giocare a calcio nei vicoli, nei cortili, al fianco di
cumuli di immondizia, pezzi di auto distrutte, calcinacci bagnati da
rivoli di acque nere. I piu fortunati si avvicinano al calcio e piu in
generale allo sport grazie piccoli tornei organizzati ONG nazionali ed
internazionali, gruppi religiosi, associazioni di privati cittadini o
supportati da un team sportivo. Il vero salto si ha quando si aprono le
porte di una selezione giovanile, ovvero quando un calciatore amatoriale
entra nel vivaio di una squadra impegnata in un campionato ufficiale. Ma
essendoci solo la seria A, nel calcio cosi come nelle altre discipline
sportive, le opportunita´ sono poche.

Solo una serie?
La realtà angolana e' ben differente da quella italiana! A livello
nazionale, nel girabola, giocano oggi 14 team. A livello provinciale,
poi, si organizzano squadre per le selezioni del girabola (ogni anno 3
retrocessioni consentono a 3 nuovi team di entrare in serie A), che si
allenano per 3 o 4 mesi prima delle selezioni stesse.
>>Quale a sua avviso il maggior problema del campionato angolano?
A mio avviso il problema maggiore e la rappresentanza, 7 su 14 team sono
di Luanda, finanziati da imprese petrolifere come la Sonangol (Petro
Luanda), dall´ esercito (Primo di Agosto) e dalla polizia, due della
ricca provincia di Huila, le altre delle Lunde, ovvero le regioni da cui
si estraggono diamanti. Il calcio e piu' in generale lo sport dovrebbe
essere maggiormente supportato dal nostro esecutivo, . sia a livello
nazionale, che internazionale.

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Il pareggio con l 'Iran ha matematicamente eliminato l' Angola da
Germania 2006
Aspettando il prossimo mondiale
Nella scuola di calcio della Fesa, la Federazione Edoardo Dos Santos,
intitolata al Presidente della repubblica angolana, si allenano oltre
150 nuove promesse del calcio nazionale

Calzettoni di lana al ginocchio, accovacciato su un muretto, al di sotto
un recinto, 4 metri di cemento controllato da due giovani guardie
armate. Pedro aspetta, allacciandosi vecchie scarpe nere, chiodi
consumati e lacci scuri, e sistemandosi calzettoni e pantalonci rossi.
Sono solo le 8.00 ma l'estivo sole angolano gia' fa ribollire le tempie.
Oggi Pedro si e´ presentato in ritardo, e per i primi 15 minuti
restera´ fuori. Tutti i suoi compagni, allievi della scuola di calcio
della FESA, Federazione Edoardo Dos Santos (Federazione intitolata all'
attuale Presidente della Repubblica Angolana che finanzia numerose
attivita' di carattere socio assistenziale) sono gia' in cerchio, un
coro disciplinato che canta l´ inno nazionale prima dell´allenamento.

Ore 8.30, il portone metallico si apre. Un camion rimorchio carica un
gruppo di ragazzi, poco piu di 10 anni ciascuno; Pedro ci salta su' al
volo, oggi il suo team si allenera´ nel campo dei miliari, ad un paio di
km dalla scuola della FESA. Un flesh, questi ragazzini ammucchiati come
sabbia su di un camion verde, ricordi lontani di gialli pulmini
scolastici e ricordi vicini di taxi collettivi, donne e uomini ammassati
per giorni, direzione frontiera con il Congo, attraverso strade di terra
e fango ancora stracolme di buche. Ma qui siamo in capitale, a Luanda, e
al massimo l´attesa sara´ dovuta al traffico stradale.

<ricorda Domingos
Inghila, coordinatore tecnico - inizia alle 7.30, con inno e saluti,
prosegue con l'allenamento dalle 8.30 alle 10.30, poi doccia, colazione,
ritorno a casa, scuola, compiti e lavoro pomeridiano. Questa scuola
sportiva e´ un progetto ambizioso voluto dal nostro presidente per
promuovere l'attività´ fisica: aperta nel 1997 con i fondi delta SODEFF,
(Sociedade de Desenvolvimento de Escola de Futebol da Fesa), si propone
di insegnare non solo uno sport ma anche uno stile di vita sano, che
contraddistinguera´ gli allievi in tutte le future attivita´ lavorative
e del tempo libero>>.

< aggiunge Inghila - prevede la
suddivisione degli atleti in 4 gruppi di eta', dai 6 ai 9 anni, dai 9
agli 11, dagli 11 ai 14 e dai 14 ai 17. Nelle prime due fasce etarie si
punta sulla propedeutica al calcio e sul divertimento, com molta
ginnastica per favorire uno sviluppo armonico e la nascita di un buon
spirito di gruppo. Dopo gli 11 anni i giovani atleti iniziano i primi
tornei, quindi l'allenamento diviene piu tecnico e dai 16 anni in su,
mirato ad un alto rendimento. Visto il biotipo angolano, corpo magro e
muscoloso, puntiamo piu' sulla velocita' che sulla forza, piu' sul
tecnica che sulla potenza>>

Ore 10.00. Sul campo regolamentare, di un verde intenso che fa a pugni
con la terra bruciata dell' orizzonte, si allenano i grandi, corsa tra
decine di coni rossi per velocizzare la tecnica di driblaggio. Nello
spiazzo adiacente al campo, in un ampio cortile di terra e sabbia i piu
piccoli sono disposti in fila per 4, palleggiando a turno con la testa e
le ginocchia. La selezione dei ragazzini e' curata da allenatori
professionisti che periodicamente si spostano nei quartieri ed iniziano
a far giocare i giovani per strada, nei cortili delle parrocchie, in
vecchi parcheggi. Chi dimostra buone qualita´ fisiche e tecniche viene
invitato a frequantare la scuola di calcio FESA. Ottenuta
l´autorizzazione dei familiari e un certificato di nascita che confermi
l' eta del bambino, ha inizio l´allenamento.

<conclude il tecnico - e' un corso
universitario di Educazione Fisica per preparare i trainers a livello
metodologico, anatomico, e tattico. Dopo l'Istituto Medio di Educazione
Fisica occore infatti recarsi all' estero per laurearsi in Scienze
Motorie. Alcuni corsi, come quello di Ingegneria Informatica, sono stati
aperti dopo gli accordi di pace del 2002, ho fiducia che anche all'
educazione física nei prossimi anni sara riconosciuto uno status
univeristario>>.

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