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Gli incontri ecumenici continueranno a operare coi fatti: i rappresentanti delle tre religioni contatteranno i loro correligionari altrove in conflitto, definendo i diritti e i doveri degli egemoni e dei sottoposti

Si tradurranno le ideologie nel comune denominatore dei rapporti di potere da cui derivano

I fini ideologici si risolveranno nei mezzi di reciproca apertura e disponibilità: i capi devono diventare puramente organizzativi e i sottoposti, per dimostrare di avere diritto ai mezzi di espansione, devono richiederli come necessari all'attuazione di programmi in positivo a favore dell'intera umanità, vera ed unica patria comune.
11 settembre 2006

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Le Cattedre Pluralistiche di base saranno i nuovi Congressi e le Conferenze di Pace che risolveranno le cause dei conflitti
Gli incontri ecumenici, che si appoggeranno alle opinioni pubbliche create dalle manifestazioni artistiche, si renderanno conto di avere il compito di continuare ad operare praticamente con i fatti.
Non occorre che ogni associazione faccia tutto. Basta si colleghi con le altre associazioni. Ognuna diverrà sostegno per l'altra, e viceversa in reciprocità.
Ognuna manderà verso l’altra un suo portavoce; che diverrà il referente della proveniente.
In questa maniera si creerà un reticolo sistemico, di tutte le attività e i campi umani.
L'arte li contiene in sé embrionalmente tutti. Ora si svilupperà questa potenzialità unendo le religioni, le politiche ed insieme le scienze umanistiche. I cui rappresentanti oggi sono chiusi nelle torri d'avorio e non hanno collegamenti con la realtà. Non servono a niente.
L'ecumenismo è il veicolo fra le culture e i popoli, di frontiera e in conflitto.
I rappresentanti delle culture in conflitto saranno costretti a comportarsi razionalmente, e non più emotivamente, dalle opinioni pubbliche opposte (bipartisan) che si troveranno di fronte.
Poi, divenendo gli ambasciatori dei nuovi messaggi verso i loro omologhi in guerra altrove, faranno capire come devono comportarsi quelli; che oggi non hanno altro modo di far valere le loro ragioni che con la forza, perché nessuno ascolta la loro voce.
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Quando noi troviamo il punto di convergenza nell'obiettivo comune finale, scopriremo che il nostro prossimo diventa un alleato, e non più il capro espiatorio del bisogno di autoaffermazione negativistica primitiva.
Finora gli organizzatori degli incontri ecumenici credevano bastasse mettersi d'accordo in camera caritatis.
Invece i rappresentanti religiosi devono andare dai loro omologhi in guerra a spiegare come stanno le cose.
Dovranno dire che gli egemoni e i capi in genere (individuali e collettivi) hanno il dovere di diventare puramente organizzativi, ossia di spendere il loro potere per servire alle basi, e fornire a tutti gli stessi mezzi di cui dispongono essi.
I rappresentanti invece delle etnie subordinate spiegheranno ai loro omologhi che hanno il diritto di usufruire di quello che loro occorre per estrinsecare sé stessi al mondo in forma positiva, ossia a patto di richiederlo come mezzo di predisposizione verso gli altri, da dimostrare con l'esposizione di progetti e programmi utili e necessari a tutti. E che questo vale sia per gli Stati che per gli individui, di qualsiasi livello e situazione.
La nuova modalità di azione metodologica, collegante esteriormente le realtà umane, ridimensionerà progressivamente all'interno di tutte i poteri; i quali si ridurranno a centri di servizio infrastrutturali, puramente organizzativi e fornitori di mezzi e strutture di sostegno e comunicazione.

Note: Sul sito www.marioragagnin.net è pubblicato il libro "I Volontari e il Potere, composto di tre parti:
"Il potere ai Volontari";
"Il nuovo ordine umano partirà da Israele";
"L'autogestione dal basso unificherà e libererà l'umanità".

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