"Stiamo lavorando ad una grande manifestazione che si terrà a Milano il 18 novembre"
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La Corea del Nord con il test atomico eseguito lunedì scorso è entrata ufficialmente nel club dei paesi dotati di un arsenale nucleare. Una pericolosa provocazione che crea grande tensione sul piano politico internazionale. Abbiamo chiesto un commento a Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.
«Quanto sta accadendo in questi ultimi giorni - spiega - e le crescenti tensioni tra gli Stati mostra l'avverarsi di scenari molto preoccupanti che erano stati denunciati già molto tempo fa dal movimento pacifista. Da tempo manca una reale volontà nel risolvere i conflitti mondiali soprattutto a causa di politiche aggressive da parte di alcune nazioni, come gli Stati Uniti. Servirebbe una reazione decisa da parte della comunità internazionale per un reale processo di disarmo».
Rispetto al passato, però, sembrerebbe che il movimento pacifista non sia molto attivo, basti pensare alle manifestazioni organizzate nel 1995 contro i test atomici francesi a Mururoa. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Il motivo è che il tema è stato dimenticato da tempo dall'opinione pubblica e dai governi. Dopo gli accordi tra Reagan e Gorbaciov nel 1987, la minaccia nucleare non è stato più considerato un vero problema. Alcune organizzazioni pacifiste, però, continuano a denunciare da allora il pericolo della corsa al riarmo, scontrandosi spesso con la poca attenzione da parte dei mass media.
Quali iniziative sono previste in proposito?
Si è concluso da poco un meeting internazionale a Perugia proprio sul tema del disarmo e stiamo lavorando ad una grande manifestazione che si terrà a Milano il 18 novembre. L'obiettivo sarà ricordare la necessità della pace in Medio Oriente e riportare all'attenzione il tema del disarmo, senza dimenticare né sottovalutare la situazione in cui versano anche altri Paesi, come ad esempio India e Pakistan. L'unico problema oggi, all'interno del movimento pacifista, è l'isolamento di queste iniziative ma ci auguriamo di tornare presto ad un maggiore coinvolgimento tra le diverse organizzazioni.
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